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Marotta: “Senza le proprietà straniere il calcio italiano sarebbe finito male. La mia prima operazione fu la cessione di Casiraghi alla Juve”

12.10.2023 | 20:30

Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, ha parlato dal palco della premiazione del Golden Globe, dove si è soffermato su diversi temi, sulla sua carriera e sul calcio di oggi.
Queste le sue parole: “Come giocatore ero scarso e sin da piccolo volevo fare questo mestiere. Dopo il Varese sono andato al Monza, vendetti la prima metà di Casiraghi alla Juventus del presidente Boniperti. Ero giovane, 30 anni, a Boniperti dissi di fare lui il prezzo. Ed è stato veramente bravo, mi ha trattato bene. Poi Como, Ravenna e il Venezia in cui ho avuto la fortuna di riportare la squadra in A dopo 35 anni”.

Sull’esperienza alla Juve: “Vidal fisicamente aveva un motore che gli faceva sopportare anche certe serate “diverse”. In campo dava tutto ma è un’eccezione. Una cessione difficile è stata quella di Pogba, lunga e onerosa, tre giorni filati in albergo con i dirigenti del Manchester United. Contemporaneamente abbiamo preso Higuain, ma senza cedere Pogba non potevamo farla: ho chiesto l’autorizzazione a procedere ad Agnelli ed è stato un po’ rischioso, Gonzalo poteva andare al Barcellona”.

Una parentesi sui presidenti con cui ha lavorato: “Diversi, da Zamparini fino a Garrone e Agnelli. Devo dire che da ognuno ho appreso qualcosa che arricchisce il mio bagaglio, oggi pieno d’esperienza. E per fortuna che sono arrivate le proprietà straniere, non so senza di loro dove sarebbe arrivato il nostro calcio”.

Sull’Inter: “Abbiamo dovuto acuire l’ingegno, fare di necessità virtù. Anche senza grandissimi investimenti, la proprietà ci garantisce comunque rose competitive. Lo scorso anno siamo arrivati in finale di Champions… Il vantaggio di questa proprietà è che ti lascia lavorare tranquillo, non ti condiziona”.

Foto: sito Inter