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Se Zamparini volesse bene al Palermo, dovrebbe mandare a casa se stesso e non solo

30.11.2016 | 23:30

Se Zamparini volesse davvero bene al Palermo, indipendentemente da una futura cessione, dovrebbe immaginare che non basta l’esonero di De Zerbi per giustificare la figuraccia fin qui rimediata. Considerato che il suo ex direttore sportivo Foschi ha rassegnato le dimissioni lasciando sul piatto un contratto importantissimo, Zamparini dovrebbe prendere in esame il contributo (nullo) dato dal suo diesse Faggiano e dai consulenti (italiani o stranieri, poco importa) che appartengono al suo plotone. Compreso Di Marzio che ha consigliato gli arrivi di Henrique, De Zerbi e Faggiano, anzi che sull’allenatore ex Foggia aveva garantito cento per cento. Invece, al massimo si può garantire qualche notizia… in famiglia (quella sì sicura, mica stiamo parlando di Witsel al Napoli…). Ci sarebbe da sorridere se non si giocasse sulla pelle del Palermo. E se i diretti interessati non facessero un passo indietro (tengono famiglia e l’esercizio delle dimissioni non è molto praticato nel Bel Paese), dovrebbe essere lo stesso Zamparini a esaminare le singole situazioni. Da quella di Faggiano per arrivare ai collaboratori, partendo magari dal primo consulente, assolutamente figlio del made in Italy, nella triplice funzione di ex allenatore-opinionista-direttore generale. Se fossero collaborazioni gratuite, potremmo capire. Ma siccome pesano, e non poco, sul bilancio, sarebbe il caso di non perdere molto tempo. A meno che, ripetiamo, i diretti interessati non intuissero che hanno partecipato al peggiore momento della pur gloriosa storia rosanero. E magari decidessero di farsi da parte. Se non lo facessero, dovrebbe provvedere Zamparini. Prima di mandare a casa se stesso.