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Workshop milanese: i primi contributi odierni

19.03.2014 | 15:10

Come sapete, all’Una Tocq Hotel di Milano è in corso la seconda giornata del Workshop: allenatori e direttori sportivi, organizzato dalla Idcsportmanagement degli agenti Fifa Alfonso Marotta e Roberta Concas. Dopo aver approfondito ieri la figura del direttore sportivo, oggi l’attenzione è focalizzata sui mister. Ecco i primi contributi odierni:   

 

Gigi Maifredi: “Guidare una squadra già formata è nelle possibilità di tutti, gestirne una da formare è veramente roba da pochi. L’allenatore non deve a mio avviso obbligare il giocatore a seguire le sue idee, ma deve convincerlo della loro validità. Risulta dunque decisivo sempre regalare un ordine mentale ai propri calciatori. Per il calcio io ho lasciato un posto sicuro e ben remunerato da rappresentante. Non avevo avuto il coraggio di dirlo a mia moglie, ma mi avevano ammesso al corso proprio in un periodo tabù. Dovendo scegliere tra un lavoro sicuro e il calcio, ho scelto il calcio. Ho sempre pensato che il 4-4-2 sarebbe stato un modulo banale e prevedibile, infatti ai Mondiali giocherei con Balotelli e Rossi in attacco più Cassano alle spalle. Il mio difetto? Non avere avuto pazienza, io di solito scappo prima – senza aspettare la conclusione del lavoro – quando vedo che le cose non vanno come dovrebbero. L’ho fatto anche alla Juve, ma non ho rimpianti! Sono rimasto me stesso. Il mio Ospitaletto resta la favola più bella, una situazione quasi studiata al computer con meccanismi perfetti. Gli allenatori di oggi? Mourinho ha cambiato il modo di comunicare, andando oltre ed esagerando”.

 

Alfredo Pedullà: “Il rapporto tra giornalisti e allenatori è cambiato parecchio nel tempo, io l’ho sempre interpretato privilegiando l’aspetto umano. Posso citarvi vari aneddoti che hanno interessato il mio percorso, a partire da quando Alberto Zaccheroni, che per tutti doveva andare all’Inter, mi confidò segretamente che invece si sarebbe legato al Milan. Ai tempi il giornalismo sportivo passava dalle tv e dal cartaceo, ogni mattina aprivo i giornali quasi con il terrore che la notizia uscisse. Poi Zaccheroni, qualche giorno prima, mi diede la liberatoria e potetti lanciarla. Un qualcosa di simile mi accadde con Zeman, ai tempi del suo accordo con la Salernitana. Mi chiamò per chiedermi chi mi avesse dato la notizia, gli risposi che la fonte era sacra, dopo di che mi confermò il tutto, svelandomi altri particolari che però non divulgai. Da lì si creò un rapporto di fiducia. È proprio grazie a rivelazioni e confessioni che molto spesso non hanno visto la luce mediatica  – penso anche a storie che chiamano in causa snodi delle carriere di Giampiero Ventura e Delio Rossi – che si creano o perfezionano i rapporti umani, al punto da arrivare a conoscere molti aspetti appartenenti all’intimità di uno spogliatoio”.

 

Alessandro Calori ha invece illustrato (come potete vedere nella sezione fotogallery in fondo a questo articolo) la descrizione della preparazione tattica di una partita (Brescia-Livorno), mentre a seguire sono previsti gli interventi di Luigi De Canio, Fabio Liverani, Hernan Crespo e Filippo Galli.