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WILGOT MARSHAGE, IL GIOVANE VICHINGO DEL CENTROCAMPO DEL MILAN

13.10.2020 | 15:23

Il Milan non guarda solo al presente, ma anche al futuro, rinforzando le giovanili con elementi di spessore e di qualità. I rossoneri si sono aggiudicati, la scorsa estate, un talento purissimo svedese, classe 2004, Wilgot Marshage. Il giocatore è arrivato dall’IFK Lidingö, club di Stoccolma che milita in Division 2. Ha firmato un contratto per 3 anni.

Il ragazzo è un mediano centrale, bravo sia in fase di interdizione che in quella offensiva. Addirittura può anche essere utilizzato da difensore centrale. Il ragazzo si è aggregato nella Primavera di Giunti, che cercherà di esaltare e scoprirne le sue qualità.

Figlio d’arte (il padre ha giocato nel massimo campionato svedese), Marshage ama molto la fase difensiva, pur avendo una buona visione e lettura di gioco, e sa anche farsi valere in avanti grazie a smarcamenti intelligenti e a tiri dalla distanza, che già ora, sono formidabili. Quantità e qualità, dunque, per un ragazzo che ancora deve formarsi del tutto a livello fisico e strutturale.

Così il giovane svedese, si presentò al Milan: “Sono contento di firmare il mio primo contratto da professionista con il Milan. Voglio iniziare ringraziando il Lidingö per questi fantastici undici anni nel club, mi hai plasmato nella persona e nel giocatore che sono oggi, per questo sono eternamente grato. Poi voglio anche ringraziare la mia famiglia per essermi stata vicina fino in fondo, mi ha aiutato ad arrivare dove sono oggi”. 

Il suo talento è sotto l’occhio di tutti. Nel 2019 a soli 14 anni debuttò in prima squadra in Coppa di Svezia, dove si fece subito notare, non solo per la giovanissima età. Il suo mister, in una intervista al sito della squadra del Lidingo, così disse di lui: “È maturo nel suo gioco ed è molto più avanti rispetto agli altri. Può battere gli avversari facendo finte e dribbling ma soprattutto con passaggi molto precisi. Sia lunghi che corti. Di solito sa cosa fare prima di prendere la palla e ha una buona capacità decisionale. E’ un predestinato”. 

Come al solito, come si dice in questi casi, se sarà davvero un predestinato, lo dirà solo il campo.