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TUDOR, L’ARTISTA DEL VERONA

14.02.2022 | 14:30

Il campionato straordinario dell’Hellas Verona è certamente in gran parte merito dell’allenatore, Igor Tudor. Il tecnico croato, con vasta esperienza in Italia, sia da calciatore, che ormai da tecnico, è stato autore di un cambio di passo dei gialloblù, che erano partiti malissimo con Di Francesco, con tre sconfitte di fila, con Sassuolo, Inter e Bologna. Prima della quarta giornata, il cambio, con Tudor che esordisce il 19 settembre, ottenendo subito una grande vittoria, contro la Roma, che aveva iniziato con 3 successi.

Tudor ha portato a Verona un cambio di marcia, valorizzazione di diversi giovani, di elementi importanti e di qualità. Con il tecnico croato in panchina, il Verona ha ottenuto 36 punti in 22 partite, quasi una media di due punti a partita, ampiamente oltre la media salvezza e in effetti il Verona è la prima delle altre, con 36 punti insieme alla Fiorentina, subito dopo la zona Europea, a soli 4 punti dalla Roma. Numeri straordinari per un Verona strepitoso, capace di battere la Juve, la Roma, la Lazio. E’ stata la prima squadra a fermare il lanciatissimo Napoli, che ottenne il primo pareggio in campionato, dopo tante vittorie, proprio contro il Verona.

Un gioco esaltante, offensivo, che ha chiaramente strappato anche applausi. Tudor è riuscito anche a far ritrovare le giuste motivazioni ad un attaccante, reduce da alcune stagioni opache, come Giovanni Simeone, ha rilanciato Caprari (tanto che si parlava di aria da Nazionale per lui), ha trovato in Barak una conferma importante. Nonostante alcune cessioni importanti, su tutte quella di Zaccagni, quello di Tudor è un Verona capace di sorprendere e fare un ottimo calcio e soprattutto, giocarsela con tutte le avversarie.

Igor Tudor nasce a Spalato, in Croazia, il 13 aprile del 1978, inizia sin da bambino a rincorrere un pallone e nel 1995 entra a far parte del settore giovanile dell’Hajduk Spalato, club della sua città. Nel club della sua città natala compie l’intera trafila fino ad arrivare in prima squadra, le sue prestazioni e i suoi numeri attirano le attenzioni di numerose società, ma ad aggiudicarsi le sue prestazioni è la Juventus che, nell’estate del 1998, lo preleva in prestito con diritto di riscatto. Il roccioso e imponente centrale accetta senza esitare e approda in Italia dove apprende grandi nozioni di tattica e migliora la fase difensiva sotto la guida di Marcello Lippi.

In bianconero si toglierà delle grandissime soddisfazioni alzando due Scudetti e altrettante Supercoppe italiane, senza dimenticare la nota finale di Champions League della stagione 2002-2003 poi persa ai rigori contro il Milan, stagione in cui fu decisivo per il passaggio del turno nella seconda fase a gironi, quando con un tiro al volo di sinistro contro il Deportivo la Coruna, diede il pass ai bianconeri per i quarti di finale.

Nel 2005, passa in prestito al Siena per ritrovare la giusta condizione e recuperare dai numerosi infortuni in vista del Mondiale in programma in Germania nel 2006. Dopo la Coppa del Mondo rientra a Torino e resta nonostante la retrocessione in Serie B a causa di Calciopoli. Tudor non scende mai in campo, ma fa comunque parte del gruppo e festeggia l’immediato ritorno in Serie A con il resto dei compagni. A quel punto, dopo tanti anni di calcio italiano (211 presenze e 23 marcature personali tra campionato e coppe), decide di tornare in patria e torna all’Hajduk, lì dove tutto era cominciato, per concludere la propria carriera.

Tudor si ritirerà nel 2008 per via dei suoi continui problemi fisici e inizia prestissimo la nuova avventura da allenatore, iniziando ben presto a studiare. Il 18 agosto 2009, infatti, con l’arrivo di Edy Reja sulla panchina del Hajduk Spalato, viene nominato suo assistente. Nel dicembre 2011 gli viene affidata la formazione Under 17 del club e nel frattempo si reca spesso in Italia, in particolar modo allo Juventus Center di Vinovo, per migliorare le proprie conoscenze, grazie anche alla sua amicizia con il tecnico Antonio Conte. Il 5 luglio 2012 diventa vice del nuovo commissario tecnico della Croazia, Igor Štimac, e nell’aprile del 2013 diventa il nuovo allenatore dell’Hajduk Spalato subentrando al posto dell’esonerato Mišo Krstičević. Tudor vince la coppa di Croazia, suo primo trofeo da tecnico, e il 4 febbraio 2015 decide di dimettersi di sua spontanea volontà.

Il 19 giugno 2015, invece, accetta la chiamata del PAOK Salonicco. In Grecia, però, l’esperienza è ricca di alti e bassi e il 9 marzo 2016 viene esonerato. Successivamente approda nel calcio turco e siede sulla panchina del Karabükspor, club neopromosso in Süper Lig. Il suo lavoro, finalmente, porta i frutti sperati e il 15 febbraio del 2017 il Galatasaray, dopo averlo seguito attentamente per diverso tempo, annuncia di aver raggiunto con il croato un accordo per condurre la squadra fino al termine del campionato. Tudor prosegue a Instanbul anche nella stagione successiva, per poi essere esonerato nel dicembre 2017, quando era al secondo posto in classifica.

Dopo tanta gavetta all’estero, ecco che arriva l’attesissima opportunità in Italia ed è l’Udinese di patron Pozzo a dargli questa grande occasione. Firma nell’aprile 2018 con i friulani, in sostituzione dell’esonerato Massimo Oddo, traghettando i bianconeri alla salvezza in Serie A. Nonostante ciò, non viene confermato sulla panchina dei friulani per la stagione successiva; tuttavia nel marzo 2019 viene richiamato a Udine per subentrare all’esonerato Davide Nicola, guidando per la seconda volta la squadra bianconera alla salvezza.

Stavolta viene confermato per la stagione successiva, 2019-20, ma un negativo avvio di campionato porta l’Udinese a esonerarlo nel novembre 2019. 

Nel dicembre 2019 torna alla guida dell’Hajduk, terminando il campionato croato 2019-2020 al quinto posto.

Nell’agosto 2020 rescinde il suo contratto con il club spalatino per fare ritorno dopo tredici anni alla Juventus, dove assume il ruolo di vice del tecnico Andrea Pirlo.  La squadra bianconera vive un’annata altalenante sicché al termine del campionato Pirlo e il suo staff, Tudor compreso, vengono sollevati dall’incarico, dopo aver raggiunto il quarto posto in campionato e vinto comunque la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana.

Inizia la stagione 2021-22 senza incarichi, ma il 14 settembre 2021 viene chiamato a condurre la panchina del Verona, subentrando in avvio di stagione all’esonerato Eusebio Di Francesco. Debutta cinque giorni dopo, cogliendo i primi punti stagionali in campionato per gli scaligeri grazie al successo interno sulla Roma (3-2). 

Si dimostra un tecnico di carattere, a suo agio nel rapportarsi anche con piazze molto difficili a livello ambientale. Sul versante tattico predilige il 4-2-3-1 come modulo di base,  ricorrendo in misura minore anche al 3-5-2; importante nell’economia del gioco impostato da Tudor è il ricorso a un pressing molto alto, onde recuperare il possesso nella trequarti avversaria e, di conseguenza, impedirne tentativi di costruzione dal basso.

Un modulo che sta pagando tanto a Verona e sta proiettando Tudor al top dei tecnici in Serie A. Una grande soddisfazione per il croato, l’artista del Verona.

Foto: Twitter Verona