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STEFANO GUBERTI: UN GOL PER RINASCERE

26.04.2016 | 11:22

Nel giorno successivo alla vittoria del 5° scudetto consecutivo della Juventus, sarebbe normale aspettarsi che i nostri riflettori si accendano su uno dei tanti eroi bianconeri. Magari dovremmo parlare di Dybala, attaccante rivelazione o dell’eterno Gigi Buffon o meglio ancora di Max Allegri, vero deus ex machina di questo grande successo. Invece no. Oggi vogliamo raccontarvi una storia “minore”, una vicenda fatta di sofferenza, di mortificazione professionale e infine di meritato riscatto: la storia di Stefano Guberti.

Stefano nasce a Milano, precisamente a Sesto San Giovanni nel 1984, ma la sua infanzia la trascorre tra i meravigliosi paesaggi della Sardegna, terra natale della madre. Nel paesino di Villamassargia, inizia la sua carriera di sportivo, ma non nel calcio, bensì nella pallamano, disciplina nella quale eccelle ma che non è la sua vera passione. Guberti ama il pallone, ma si tratta di quello che rotola nel rettangolo verde, quello che infiamma il cuore di milioni di persone in tutto il mondo. A 17 anni, la sua passione diventa un mestiere, quando fa il suo primo esordio con l’Asseminese in Prima Categoria, mettendosi in luce come uno dei più promettenti calciatori sardi. Da quel momento in poi la sua carriera subisce un’impennata quasi inarrestabile. Nel gennaio del 2003 viene acquistato dalla Torres che lo gira in prestito all’Alghero, in Serie D, dove disputa 25 partite segnando 7 gol. Quindi torna alla Torres dove si cimenta nel campionato di Serie C1, collezionando 29 presenze e 3 reti. Guberti e le sue ottime prestazioni, vengono notati anche dai club della massima serie italiana. Nella stagione 2006/07 viene acquistato per 300.000 euro dall’Ascoli, che vede in lui un giovane di prospettiva ma che ancora deve fare gavetta. Il tecnico Attilio Tesser non gli concede spazio, se non raramente, e Stefano colleziona una panchina dietro l’altra. Le cose cambiano con l’avvicendamento in panchina di Nedo Sonetti, che vede nel ragazzo, il centrocampista ideale per la metà campo dell’Ascoli. I marchigiani nonostante il cambio tecnico non riescono a ottenere la salvezza, tornano in Serie B e Guberti, fedele e immune alla corte rivoltagli dalla Fiorentina, li segue nel campionato cadetto. Nel 2009 passa a titolo definitivo al Bari con un contratto annuale. Con la maglia dei “galletti” termina la stagione con un bottino di 18 presenze e ben 9 reti, che contribuiscono alla promozione in Serie A. La stagione appena disputata a Bari è il trampolino di lancio per Guberti che ora è pronto per una grande squadra. La Roma se lo aggiudica a parametro zero (il contratto con il Bari era scaduto) e lo fa esordire in Europa League contro il Gent, ma per il suo primo gol bisognerà aspettare il 27 agosto, quando i capitolini rifilano un clamoroso 7-1 al Košice. Ma nella Roma si sa, non è facile trovare spazio e Stefano vuole giocare. Si trasferisce in prestito alla Sampdoria, dove è quasi sempre titolare e nella quale disputa una delle migliori stagioni della sua carriera. In estate, torna nella capitale, ma solo per essere girato al Torino. Durante un allenamento però, riporta la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro che lo terrà lontano dal campo per sei mesi. L’infortunio compromette la sua stagione calcistica con i granata, ma se paragonato alla tempesta che sta per abbattersi di lì a poco sulla sua carriera, può essere considerato solo un piccolo incidente di percorso.

L’Odissea di Guberti comincia nel 2012. A luglio la prima mazzata: non viene convocato per il ritiro estivo della Roma poiché non rientra più nei piani della società. Poi l’accusa più infamante che un giocatore possa ricevere: viene coinvolto nell’inchiesta relativa al calcioscommesse, accusato di illecito sportivo insieme all’ex compagno del Bari Andrea Masiello. Il fatto in questione riguarderebbe il match Bari-Sampdoria terminato 0-1 disputato nella stagione 2010-2011. Secondo il Procuratore Federale Stefano Palazzi, Guberti avrebbe offerto 400.000 euro all’ex compagno (Masiello) per ottenere la vittoria della partita da parte dei blucerchiati. In seguito al rifiuto degli altri giocatori biancorossi, la combine saltò e non se ne fece più nulla. Il 3 agosto Palazzi chiede per lui una squalifica pari a tre anni, che verrà confermata sia in primo che in secondo grado dalla Commissione Disciplinare, nonostante non sia mai stata appurata la provenienza dei 400.000 euro offerti. Insieme alla giustizia sportiva, si muove anche la magistratura ordinaria che iscrive Stefano Guberti nel registro degli indagati. La Procura di Bari lo accusa, insieme ad altri ex compagni della squadra del capoluogo pugliese, di frode sportiva. L’anno successivo arriva la condanna in primo grado della Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC a tre anni e sei mesi di squalifica in continuazione, confermati  anche in appello. Per Stefano, la carriera sembra essere se non finita, per lo meno compromessa per sempre: quasi 4 anni di inattività forzata per un giocatore corrispondono a un ritiro anticipato e forzato. Stefano intanto, si difende e continua a dichiararsi innocente, dichiarando di essere stato messo in mezzo, come tanti altri da Masiello; nega ogni addebito di responsabilità e le prime conferme poco a poco cominciano ad arrivare. Il 4 aprile 2014, il TNAS gli riduce la squalifica ad un anno ed un mese in merito alla presunta combine di Salernitana-Bari (altra partita che lo vedeva coinvolto) del 2009. Il 17 settembre 2015 viene assolto dal Tribunale di Bari dal reato di frode sportiva con la motivazione che “il fatto non sussiste”. Tanto per capirci, viene dichiarato non colpevole perché il reato che gli viene contestato, in realtà non è mai avvenuto. Ora l’ultimo ostacolo tra lui e il rettangolo verde è rappresentato solo dalla giustizia sportiva. E’ necessario infatti, una revisione della sentenza affinché Stefano possa tornare. L’esito del processo sportivo però non subisce alcun mutamento, ma il ragazzo può sperare ancora nella grazia, prerogativa riservata al presidente FIGC. Il 5 gennaio 2016, la tanto sospirata richiesta viene accolta da Carlo Tavecchio che decide di concedere il provvedimento assolutorio a Guberti, che pertanto potrà tornare a svolgere il suo mestiere: il calciatore. Stefano durante tutto questo travagliato periodo, non ha mai smesso di allenarsi nella speranza che il telefono squillasse e che qualche squadra, di qualsiasi categoria lo contattasse per dargli l’opportunità di giocare ancora. Ed ecco il Perugia. Gli umbri lo ingaggiano nel 2015 e confidano nelle sue doti da trequartista, di ispiratore del gioco e del suo fiuto del gol per amministrare il centrocampo. La fiducia della società è ripagata, da prestazioni di alto livello e soprattutto dal gol di ieri sera contro il Novara, fondamentale per costruire il pareggio finale. Un destro da fuori area sotto l’incrocio sulla respinta di un calcio piazzato. Un’autentica prodezza dell’ex Roma che ritrova il gol dopo ben 6 anni. Una rete che ha il sapore di un riscatto, di una rivincita professionale e umana, contro tutto e tutti. Ora possiamo dirlo: Stefano Guberti è tornato.

foto: Bari on Twitter