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SIMONE VERDI E LA PRIMA ESULTANZA IN SERIE A

09.12.2014 | 10:00

Il primo gol in serie A non si scorda mai. Lo sa bene Simone Verdi, che domenica non ha mancato di evidenziarlo a chiare lettere nella mixed-zone del San Paolo, malgrado l’amarezza per una vittoria sfuggita quando ormai sembrava a portata di mano: “È un’emozione che mi porterò dentro per tutta la vita. Il pareggio ci soddisfa, ma se avessimo conquistato l’intera posta in palio nessuno avrebbe avuto niente da dire. Il Napoli in casa cerca sempre di attaccare con 8-9 uomini e noi abbiamo provato a sfruttare gli spazi in contropiede, riuscendoci”. Già, il contropiede: da manuale quello che ha portato il trequartista lombardo, bravo a seguire la ripartenza splendidamente orchestrata da Massimo Maccarone, a trafiggere Rafael in uscita con un preciso rasoterra incrociato.

Al di là della gioia personale, Verdi a Napoli ha sfoderato una prestazione maiuscola, fatta di serpentine, scatti e assist magari non sfruttati a dovere dai compagni del reparto avanzato. Non una sorpresa per Maurizio Sarri che, dopo averlo apprezzato la scorsa stagione tra i cadetti, gli sta dando piena fiducia anche al suo primo anno nella massima serie. Schierandolo dal primo minuto, sempre, eccezion fatta per le tre volte in cui Simone era out per infortunio. Con buona pace dei vari Pucciarelli e Zielinski, costretti a sgomitare per ritagliarsi spazio, anche eventualmente in altri ruoli. Discorso che vale soprattutto per il primo, impiegato sovente non tra le linee bensì in posizione più avanzata, sulla linea degli attaccanti in tandem con Big Mac.

Verdi rappresenta una delle facce più belle dell’Empoli, capace di guadagnarsi le luci della ribalta praticamente con lo stesso organico che l’anno scorso aveva vinto il campionato di B: i toscani giocano a memoria, ben diretti da un mister che da sempre fa della cultura del lavoro il proprio cavallo di battaglia.

Ripercorrendo brevemente le tappe più significative del suo percorso calcistico, il nostro personaggio del giorno nasce il 12 luglio del 1992 a Broni, comune di 9500 abitanti dell’Oltrepò Pavese, e, dopo aver mosso i primi passi nell’Audax Travacò, nel 2003 entra nel vivaio del Milan, completando tutta la trafila delle giovanili fino al debutto in prima squadra, datato 13 gennaio 2010 in occasione del match di Coppa Italia contro il Novara.

Nell’estate del 2011 viene ceduto al Torino in compartecipazione, sempre rinnovata sin qui dalle due società. In maglia granata non riesce a lasciare il segno, tutto sommato positiva invece l’avventura semestrale a Castellammare di Stabia, conclusasi nella primavera dei 2013 con 20 presenze all’attivo. Dopodiché un nuovo prestito, alla luce dei fatti biennale, in quel di Empoli, uno step che evidentemente sta giovando al talentuoso ventiduenne. Alla cavalcata trionfale della scorsa annata abbiamo già fatto accenno: nitido il timbro di Simone, certificato da uno score che parla di 5 reti e 7 assist collezionati in 40 partite.

Il resto è storia di questi giorni, il suo futuro – come è intuibile – ancora è tutto da scrivere, ma di certo il ragazzo sta dimostrando di meritare il proscenio più ambito. E fra qualche mese Adriano Galliani e Urbano Cairo saranno chiamati a prendere la decisione definitiva circa il suo cartellino, dal momento che il tempo delle comproprietà sta per scadere.

In prospettiva il profilo di Verdi va monitorato con attenzione: chissà, qualora trovasse la necessaria continuità ad alti livelli, l’esordio con l’Under 21 del giugno scorso potrebbe essere ricordato come una dolce anticamera, Antonio Conte ha già dimostrato con i fatti di monitorare a 360 gradi anche le realtà di provincia. 

Foto: zimbio.com