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Shevchenko: “Il gol più importante? Il rigore con la Juve. Vincere il Pallone d’Oro il mio sogno”

13.10.2023 | 22:08

Andriy Shevchenko - Milan - Juventus - 2003 - Sito ufficiale Milan

Andriy Shevchenko, ex attaccante del Milan, è stato ospite del Festival dello Sport a Trento, dove ha raccontato la sua storia nel Milan e in Nazionale.
Queste le sue parole: “Vincere il Pallone d’Oro era il mio sogno già dai tempi in cui ero nel settore giovanile della Dinamo Kiev. Il momento giusto è arrivato in un bel periodo personale sia con il Milan che con la Nazionale ucraina ed è stato meraviglioso, una gioia incredibile. A darmi la notizia della vittoria del Pallone d’Oro fu un giornalista che conoscevo da tempo. Ho ricevuto anche i complimenti dell’Ucraina a cui ho dedicato questo trofeo. Al mio Paese, alla mia gente che mi è sempre stata vicina.”

L’arrivo al Milan: “Ricordo che quando venne da me Ariedo Braida con la maglia del Milan mi disse che proprio con questa maglia avrei vinto il Pallone d’Oro. Il Milan l’ho amato da subito. Per me il Milan è sempre un grande Milan”.

Gol più importante: “Il gol più importante per me è il rigore di Manchester nella finale di Champions League contro la Juventus perché si è avverato un sogno. Il sogno di vincere quel trofeo ed entrare nella storia del Milan. E per entrare nella storia di questo club devi per forza vincere la Champions League. È una squadra speciale, e lo capisci dal primo momento in cui arrivi”

L’esperienza in rossonero:Al Milan non ho avuto nessun tipo di problema a livello di ambientamento. Specie nei primi mesi i miei compagni mi hanno aiutato tantissimo, non sono mai stato lasciato solo. Il mio primo compagno di stanza fu Ambrosini e riuscii a comunicare sin da subito. Le prime piccole parole in italiano, le prime conversazioni. Anche Costacurta mi accompagnava agli allenamenti e Billy è stato fondamentale perché da lui ho imparato tantissimo. Ho segnato tanti gol, uno dei più difficili sono riuscito a segnarlo alla Roma su un lancio di Clarence Seedorf. Non avevo il tempo di stoppare la palla e girarmi, il campo era anche bagnato. Decisi in un secondo di anticipare il tiro con il sinistro e feci gol. Il gesto tecnico fu veramente difficile”.

Sulla guerra: “Mi dispiace ma non riesco a parlare della guerra. La guerra purtroppo va avanti, il momento è critico. Il popolo ucraino non molla perché il nostro Paese è la nostra vita, il nostro futuro. Abbiamo bisogno di voi, del mondo occidentale. Lo sport può aiutare, il calcio ha una forza enorme per unire e riunire la gente. In Ucraina adesso lo sport sta facendo tanto e farà ancora parecchio in futuro. Ci sono città distrutte, città vuote. Ma piano piano la gente sta tornando e voglio aiutare questa gente. Vidi lo stadio vicino alla mia città distrutto dalle bombe e nonostante tutto c’erano dei bambini che giocavano. Ecco, il modo per aiutare la gente e i bambini è stato ricostruire quello stadio. Lo sport è un momento di distrazione, di divertimento, un modo per dimenticare la guerra. Purtroppo i numeri sono spaventosi perché tanti tanti bambini sono stati deportati dall’Ucraina, alcuni uccisi è più 3000 feriti. Alcuni anche violentati. Il mio compito è aiutare e fare qualcosa per loro. Cambiare le cose e la vita dei tanti bimbi ucraini”.
Foto: sito Milan