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Sabatini: troppe ombre, un rimpianto. E quel presunto feeling con Spalletti…

07.10.2016 | 00:10

Sabatini Inter

Era scritto che se ne sarebbe andato. E se fosse dipeso da lui, avrebbe tagliato la corda già la scorsa estate, se non prima. Walter Sabatini e la Roma, storia di un rapporto contrastato, frastagliato. Pallotta lo ha stimato e gli ha voluto bene, lo ha ringraziato per le numerose plusvalenze, ossigeno assoluto per un club che avrebbe dovuto invece mantenere i migliori per provare a vincere. Ma che si è trovato nelle condizioni, ogni estate, di cedere un pezzo da novanta per far respirare il bilancio. In quelle situazioni Sabatini si è superato, normale che la riconoscenza resti. Ma la sua gestione è fatta di tante ombre, troppe ombre. Un rapporto inesistente con Spalletti, fin dai primi giorni e malgrado parole di circostanze. L’allenatore scelto dalla proprietà e non da Walter che, se avesse potuto, sarebbe andato avanti con Garcia. Con Luciano mai ha legato, al punto che già la scorsa estate vi avevamo parlato di Marcello Carli, attuale direttore sportivo dell’Empoli, un nome che può tornare di moda. Ma le ombre di Sabatini nel corso del suo ciclo in giallorosso si riferiscono soprattutto ai tanti – tantissimi – soldi spesi per giovani sulla carta di talento e poi quasi mai utilizzati. Ultimo esempio Gerson, ultimo di una lunga serie. Al punto che il sospetto, più di un sospetto, si è tramutato in una domanda: non sarebbe stato meglio riversare su qualche campione quei soldi investiti su giovani che – in gran parte – non hanno visto con continuità la luce del terreno di gioco? Iturbe tra i flop più imperdonabili. Ma il rimpianto è uno, per distacco: Sabatini aveva detto che sarebbe andato via dalla Roma dopo aver vinto qualcosa. Purtroppo per lui resterà un’illusione e nulla più.

Foto: Roma Twitter