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RICARDO QUARESMA, DA BIDONE AD AMMAZZA-BAYERN

16.04.2015 | 09:36

El Trivela alla riscossa. No, non è un film di Neri Parenti, bensì la sintesi dell’ultima serata di Champions League. Non ce ne voglia il Barcellona, impostosi al Parco dei Principi con Neymar e un doppio Suarez, ma un Paris Saint-Germain senza Ibrahimovic, Verratti, Thiago Motta e Thiago Silva (fuori al 21′ per infortunio) non costituiva un banco di prova insormontabile.

A differenza del Bayern Monaco, uscito inaspettatamente con le ossa rotte dall’Estadio do Dragao. E ai fini del 3-1 finale la doppietta di Ricardo Quaresma, in quei primi dieci minuti da urlo, ha pesato come un macigno. Freddo sul dischetto, in occasione del rigore originato da una topica di Xabi Alonso, il trentunenne esterno d’attacco lusitano si è mostrato ancor più glaciale nel rubare palla al disastroso Dante, involarsi verso Neuer e poi freddarlo in uscita col suo marchio di fabbrica, l’esterno destro. Le reti di Thiago Alcantara e Jackson Martinez hanno poi completato il tabellino dei marcatori, centro importantissimo quello del pupillo di Pep Guardiola poiché rende meno complicato il compito per i bavaresi al ritorno. All’Allianz Arena sulla carta basterebbe un 2-0 a Muller e compagni, risultato alla portata di chi per ben due volte (contro Roma e Shakhtar Donetsk) quest’anno in Champions è riuscito a segnare 7 gol in 90 minuti. Tuttavia il rampante Porto visto ieri in azione ha destato un’ottima impressione: quadrato, solido e con alcune individualità di spicco: dal neo madridista Danilo a Brahimi, da Herrera a Martins Indi passando per il già citato Jackshow.

Il ruolo del mattatore, però, lo ha ricoperto colui che l’Inter – e l’Italia intera – bollò come bidone assoluto.

Fortemente voluto da José Mourinho, che fece sborsare 25 milioni di euro a Massimo Moratti, Ricardo sbarcò a Milano l’1 settembre del 2008 con look da guascone, ma poi dal campo arrivarono soltanto riscontri negativi. In totale con la maglia della Beneamata raggranellò 32 presenze in due stagioni (al lordo della disastrosa parentesi semestrale al Chelsea), con 1 rete e 2 assist all’attivo. Sostanzialmente l’unica delusione nell’annata coronatasi con il Triplete: tappezzeria allo stato puro.

Non sbagliò l’Inter a disfarsene, società nerazzurra assolta in pieno perché El Trivela sembrava aver imboccato l’inesorabile parabola discendente. Al Besiktas non fece malissimo, 73 apparizioni e 18 gol in due anni e mezzo, ma poi andò a svernare negli Emirati (così pareva), firmando con l’Al-Ahli di Dubai. Era finita, il portoghese tutto fumo e poco arrosto non sembrava avere neanche più appeal spendibile in Cina o Australia. E invece il 2 gennaio del 2014 il Porto ne ufficializza l’acquisto, per quello che si è rivelato il più benedetto dei ritorni. Ciganito aveva infatti già vestito la casacca dei Dragoes nel dorato quadriennio 2004-08, chiuso collocando in bacheca 3 campionati, 1 Coppa di Portogallo, 2 Supercoppe nazionali e 1 Coppa Intercontinentale. Porto che a sua volta lo aveva prelevato dal Barcellona (un anno in chiaroscuro, rottura totale con Rijkaard) nell’ambito dell’operazione Deco, riportando in patria il ragazzo nato a Vila Nova de Famalicão il 26 settembre del 1983 e formatosi nello Sporting Lisbona, il club che lo lanciò nel grande calcio all’età di 18 anni, nella stagione 2001-02 conclusasi con la vittoria del titolo.

Oggi Quaresma, che lo scorso autunno ha anche riconquistato la Nazionale (38 presenze dopo le 22 in Under 21), gioca con la tranquillità di chi è già vissuto, morto e risorto. Calcisticamente parlando, s’intende. Gioca con la mente libera e la maturità di chi non ha più l’assillo di dover dimostrare per forza qualcosa, ad esempio di valere l’ingaggio corrispostogli. Mette il suo repertorio a disposizione di mister Lopetegui (l’ex ottimo ct della Rojita, la Spagna Under 21). E lo fa bene, lo score del suo atto II con i Dragoni lo dimostra: 20 gol e 9 assist in quattordici mesi, a corredo di prestazioni di livello all’insegna della ritrovata continuità.

Da bidone ad ammazza-Bayern, con le semifinali di Champions nel mirino: ecco la seconda parabola di Ricardo Quaresma, il finale è ancora tutto da scrivere…

Foto: Twitter Porto