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RANIERI E IL SOGNO LEICESTER, STORIA DI UN ITALIANO CHE INCANTA LA PREMIER

15.12.2015 | 09:30

Claudio Ranieri ha sette vite come i gatti, di sicuro è uno che non molla mai. Sempre pronto a mettersi in discussione, salendo su un treno – prestigioso – in corsa oppure accettando sfide difficili da vincere. Di certo, però, se lo scorso 13 luglio, quando fu nominato ufficialmente nuovo manager del Leicester City, gli avessero detto che a tre giornate dalla fine del girone d’andata avrebbe guardato tutti dall’alto in Premier League, avrebbe risposto con il suo consueto sorriso da signore mai sopra la righe, magari aggiungendo quel pizzico di ironia romanesca che non guasta mai. Invece è tutto vero: la favola dei Foxes continua, una squadra partita per salvarsi comanda quello che viene unanimemente considerato il torneo più ricco, bello e prestigioso del mondo. Ieri sera, condannando all’ennesima sconfitta il suo ex Chelsea del rivale di un tempo Mourinho, Claudio si è infatti ripreso la testa della classifica, raggiungendo quota 35 punti, a più 2 sull’Arsenal e più 3 sul Manchester City. Già, con Mou adesso i rapporti sono distesi, al punto che nei giorni scorsi lo Special One ha dichiarato: “Recentemente ho detto che non credevo nel Leicester candidato alla vittoria finale, ma forse avrei dovuto riflettere meglio prima di parlare. Ranieri ha appena vinto il premio di allenatore del mese e credo che dovrebbe vincere anche quello di metà stagione, se esistesse. Chiunque in questo momento è lontano chilometri da lui, che con il Leicester sta facendo un qualcosa di incredibile”. In passato però i due si erano beccati parecchio, con il portoghese ad ironizzare sulla scarsa attitudine a vincere da parte del tecnico italiano, reputato “troppo vecchio per cambiare mentalità” e il testaccino a bollare il collega come “noioso” . Vecchie scorie che partivano dal lontano 2004, quando Abramovich, appena insediatosi, sostituì Ranieri – fresco di secondo posto in Premier e semifinale di Champions – proprio con il giovane José, che la Coppa dalle grandi orecchie l’aveva levata al cielo con il Porto. E successivamente alimentate dalla stagione 2009-10, con la sua – in tutti i sensi – Roma a contendere il titolo all’Inter fino all’ultima giornata.

 

Per riassumere le tappe del lungo percorso del nostro personaggio del giorno, servirebbe ben più di un approfondimento, sarà fondamentale scartare il dono della sintesi. Claudio nasce nella Capitale il 20 ottobre del 1951 e si accosta al mondo a livello amatoriale, sgambettando all’oratorio, per poi entrare nel vivaio della Roma e, dopo un radicale cambio di ruolo (da attaccante a terzino), assaggiare anche il campo in prima squadra con le 6 presenze accumulate nel biennio 1972-1974. Dopodiché la sua carriera si sviluppa interamente al sud: 8 anni nel mitico Catanzaro di Massimo Palanca, 2 anni a Catania e altrettanti a Palermo, dove appende le scarpe al chiodo al termine della stagione 1985-86. Qualche mese dopo è già in panchina e inizia a risalire lo Stivale guidando la Vigor Lamezia in Interregionale. Una bella annata al timone della Puteolana gli vale la chiamata del Cagliari, che conduce dalla C1 alla Serie A in men che non si dica. Da lì in poi solo big: Napoli, Fiorentina, Valencia, Atletico Madrid, Chelsea e ancora Valencia. In bacheca 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana (vinte a Firenze), 1 Coppa del Re e 1 Supercoppa Europea (portate all’ombra del “Mestalla”). Poi, l’inattività: il calcio sembra essersi dimenticato di lui. Passano due lunghissimi anni dal 25 febbraio 2005, quando il Valencia lo solleva dall’incarico, al 12 febbraio del 2007, quando Ghirardi lo chiama al posto di Pioli per salvare il Parma, insieme a un giovanissimo Pepito Rossi. Da quel momento la vita professionale di Ranieri ha un nuovo decisivo impulso: dal 2007 al 2012 siede senza soluzione di continuità sulle prestigiose di panchine di Juventus, Roma (che lo chiama in luogo del dimissionario Spalletti) e Inter (dove subentra a Gasperini). Nessuna vittoria, piazzamenti Champions in serie e il sogno scudetto da profeta in patria con la Lupa nel 2010, svanito per mano di un’Inter che andrà poi a centrare il Triplete. Nel 2012 vola nella dorata Montecarlo con l’obiettivo di riportare in Ligue 1 la compagine del Principato caduta in disgrazia: Claudio ci riesce, l’anno dopo il Monaco chiude secondo alle spalle della corazzata Paris Saint-Germain, ma a Rybolovlev non basta: fine della corsa. Il 25 luglio del 2014 firma con la Grecia, ma l’avventura in una terra martoriata da una crisi che va ben oltre il calcio dura pochissimo: il 15 novembre successivo, dopo la clamorosa sconfitta con le Fær Øer, a Ranieri viene dato il benservito. Siamo arrivati all’attualità, al Leicester dei miracoli trascinato dai gemelli del gol Vardy e Mahrez. Nostalgia del Bel Paese? Neanche un po’: ”Sto veramente bene qui, perché ho tutto quello di cui ho bisogno, è tutto un altro mondo”, parole proferite qualche giorno fa e alle quali è impossibile controbattere. Good luck, Claudio! L’Italia intera tifa per te.  

 

Foto: Daily Express