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QUAISON, LO XAVI SCANDINAVO

12.01.2015 | 12:56

Chiunque abbia pensato che Robin Quaison, autore di una doppietta ieri contro la Fiorentina, fosse il Carneade di turno, arrivato dal lontano nord a distruggere i sogni viola per chissà quale imperscrutabile volontà del dio del calcio, deve ricredersi, e anche in fretta. Il Palermo questa estate lo ha pagato 2 milioni (cifre ragguardevoli per il modesto mercato svedese) e finalmente sembra arrivato il momento per Robin di ripagare la fiducia ricevuta. Grande fisico, ma anche tanta rapidità e dribbling: ricorda il primo Ibrahimovic, molto più esile e rapido di quello attuale. È agile nei movimenti, accompagna sempre le azioni offensive, dettando l’ultimo passaggio ma sa anche farsi trovare pronto a raccogliere gli assist dei compagni di squadra. Il ruolo che preferisce infatti è quello del trequartista. “Credo e spero di poter giocare da trequartista”, ha affermato al suo arrivo a luglio, “il mister mi vuole a centrocampo, farò del mio meglio ma se avrò la possibilità di giocare lì farò il massimo”. Anche Iachini infatti si è subito accorto che in realtà la sua caratteristica principale è la duttilità: il suo tecnico precedente all’AIK Solna, lo ha schierato da esterno sia di sinistra che di destra in un 4-4-2, ma anche come vertice basso in un 4-2-3-1 e trequartista a supporto della punta in un 4-4-1-1. Ci ha giocato quasi tutta la carriera all’AIK, eccezion fatta per una stagione (2011), in cui ha militato nel Vasby United, il club dove ha esordito su mandato sempre della società di Solna. Di padre ghanese e madre svedese ha scelto di giocare per la Nazionale scandinava ma conserva intatte le radici con il suo paese d’origine, di cui segue le vicende e apprezza la cultura. D’altronde porta lo stesso cognome di Alex QuaisonSackey, diplomatico ghanese vissuto nel ‘900, che ha sviluppato il concetto di “Negritudine”, intesa come forza collante all’interno della comunità africana. Verrebbe quasi da dire che Robin la applica al calcio, tanto da meritarsi l’appellativo di Xavi della Scandinavia, ma non andate a dirglielo. “Io come Xavi? Non credo proprio, Xavi è molto più avanti, è un grandissimo giocatore ed è abituato a giocare in posizioni più arretrate. Ma sono felice di essere accostato a lui, dato che non ho soprannomi particolari”, ha commentato durante la sua presentazione in Italia. In passato Quaison aveva già attirato su di sé l’interesse del Manchester United che, in occasione di un’amichevole disputata del 2013, vide segnare al talento classe ’93 un gol di pregevole fattura alla prima squadra dei Red Devils. All’AIK finora ha totalizzato 49 presenze e 6 gol in campionato, mentre conta sei presenze anche in Europa League, dove è arrivato fino alla fase a gironi: nel 2012 ha infatti affrontato due volte il Napoli di Walter Mazzarri nella seconda competizione europea. L’AIK Solna (che lo aveva inserito nella lista Uefa per quell’anno) concorreva nel girone dei partenopei, del Psv Eindhoven e del Dnipro. Nella partita d’andata – terminata 4-0 per gli azzurri al San Paolo – Quaison ha giocato per 20’, subentrando a Mutumba; mentre nel match di ritorno – il 22 novembre 2012 allo stadio Rasunda – gli svedesi persero per 2-1 e lui disputò 78’. In Nazionale svedese, dopo aver fatto la trafila in quasi tutte le selezioni giovanili, viene chiamato dall’ allenatore della Nazionale Maggiore nel gennaio 2013 per disputare la King’s Cup in Thailandia. Quaison in questo torneo gioca due partite, segnando una reta alla Finlandia da fuori area. Dicono sia un ragazzo tranquillo, anche in campo: nella sua carriera soltanto un rosso finora. Ma non credete che gli manchi l’ambizione. “Conoscevo già la squadra con Cavani e Pastore”, ha affermato il giovane,  “so perfettamente qual è la sua storia. Spero di essere accostato a loro in futuro”.

Foto: Facebook