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PIPPO INZAGHI, IL SASSUOLO AVEVA VISTO GIUSTO

18.02.2014 | 10:39

Dopo aver detto no al Sassuolo per veto del Milan, Filippo Inzaghi porta a casa il prestigioso Torneo di Viareggio battendo in finale l’Anderlecht per tre a uno. Dopo una lunga serie di trofei da calciatore, ecco il primo successo per mister Inzaghi: “Quella di oggi è stata una grande emozione, anche perché sapevo che i ragazzi ci tenevano tanto. E’ stato il destino a farci incontrare nuovamente l’Anderlecht che ci aveva sconfitto lo scorso anno. Non dimentichiamo però che questi ragazzi hanno fatto bene anche nella Youth League, superando un girone di ferro con Ajax e Barcellona”. La “Coppa Carnevale” è rossonera per la nona volta, un record per l’importante rassegna giovanile, il più soddisfatto sembra l’amministratore delegato Adriano Galliani: “Sono felice come se avessimo vinto una grande manifestazione con la Prima Squadra. Complimenti a Pippo, diventerà un allenatore importante. Una squadra ce lo aveva già chiesto ma lo abbiamo convinto a rimanere, è un allenatore pieno di intuizioni che farà molta strada”. Ma quale sarà la prossima panchina dell’ex centravanti del Milan e della Nazionale italiana? Superpippo tiene i piedi ben saldi a terra: “Sono molto tranquillo,mi piace lavorare molto e parlare poco. Vedremo quello che sarà, adesso dobbiamo pensare al campionato. Dovrò valutare bene il mio futuro  con Galliani e successivamente prenderemo una decisione”. L’esperienza con la Primavera rossonera è iniziata lo scorso giugno, ma andiamo a ripercorrere le tappe del calciatore Filippo Inzaghi: debutta a 18 anni tra i professionisti con la maglia del Piacenza in un match di Coppa Italia. Nella stagione 1992-1993 passa in prestito all’Albinoleffe dove ha la possibilità di giocare con continuità, tanto da realizzare 13 reti in 21 presenze. A 20 anni è l’attaccante titolare del Verona in serie B: con la casacca gialloblu realizza 14 gol e si guadagna l’affetto dei tifosi che lo ribattezzano Superpippo. Nella stagione 1994-1995 torna definitivamente a Piacenza dove contribuisce a suon di gol e prestazioni alla promozione in serie A. Il Parma nell’estate del 1995 versa nelle casse del club biancorosso circa 6 miliardi di lire per il giovane centravanti emiliano, giocatore estremamente rapido, noto per il grande senso della posizione e il fiuto del gol. Esordisce nella massima serie il 27 agosto 1995 nel match tra Atalanta e Parma e il 29 ottobre dello stesso anno sigla il primo gol proprio contro il Piacenza. La stagione successiva è quella della definitiva consacrazione: l’Atalanta, da poco rilevata da Ivan Ruggeri, già Presidente del Piacenza nel periodo di militanza di Inzaghi, acquista l’attaccante classe 1973 nonostante un infortunio al piede che lo costringerà a tre mesi di stop. Filippo Inzaghi non tradisce la fiducia e nella stagione 1996-1997 è il capocannoniere della serie A con 24 gol eguagliando il record di Michel Platini. All’età di 24 anni arriva la chiamata della Juventus. Arrivato tra lo scetticismo generale, Superpippo non impiega molto tempo a far innamorare i tifosi bianconeri: primo match ufficiale, Supercoppa Italiana contro il Vicenza, e subito una doppietta decisiva. La prima stagione a Torino termina con la vittoria del Campionato e la finale di Champions League persa contro il Real Madrid. La stagione successiva non è delle migliori per la Juventus, settimo posto in campionato ed eliminazione in semifinale di Champions, ma Inzaghi non fa mancare il suo contributo, risultando il miglior marcatore della squadra con 20 reti. Dopo altre due stagioni con la Vecchia Signora e altri 31 gol realizzati, Filippo Inzaghi si trasferisce al Milan per circa 70 miliardi di lire. Il primo anno con il nuovo club è segnato da un brutto infortunio al ginocchio che non gli permette di scendere in campo per 4 mesi. Molto meglio la stagione 2002-2003, quando il Milan ha vinto Champions League e Coppa Italia anche grazie al notevole contributo dell’attaccante emiliano: 29 reti in stagione e complimenti da tutto il mondo del calcio, basti pensare ad una celebre frase di Emiliano Mondonico: “Non è Inzaghi ad essere innamorato del gol, è il gol ad essere innamorato di Inzaghi”. Dopo due anni pieni di infortuni, il centravanti di Piacenza riesce a tornare in campo con regolarità nella stagione 2005-2006, segnando 12 reti con la maglia del Milan, che gli valgono un posto nella Nazionale vittoriosa al Mondiale di Germania. Sempre sul filo del fuorigioco, sempre pronto a sfruttare le disattenzioni degli avversari, Pippo Inzaghi a 34 anni si regala un’altra gioia immensa: la seconda Champions League, vinta da protagonista, “Man of the Match” nella finale contro il Liverpool. Dopo 11 anni con la maglia del Milan, dopo aver raggiunto Gerd Muller nella classifica dei marcatori in competizioni Uefa (poi superato da Raul), dopo più di 300 gol da professionista Filippo Inzaghi il 13 maggio 2012 ha giocato la sua ultima partita a San Siro nel match contro il Novara. Non poteva abbandonare il calcio in modo diverso, ovvero mettendo in rete il gol vittoria. Dal 7 giugno scorso è l’allenatore della Primavera del Milan, chissà che sulla panchina del diavolo non possa raggiungere gli stessi successi che ha ottenuto da calciatore, nel frattempo i baby rossoneri imparano ad andare in rete da un maestro d’eccellenza.