Pioli: “Sento ancora i brividi per lo Scudetto col Milan. Dove mi vedo tra 10 anni? Ad allenare”
16.01.2025 | 15:36

Stefano Pioli torna a parlare e lo fa tramite i microfoni di Radio Tv Serie A. L’ex allenatore del Milan, oggi all’Al Nassr in Arabia Saudita, ha parlato della sua nuova esperienza in Arabia Saudita, del Milan e del suo futuro.
Sull’Al Nassr: “Sta andando bene, una bella esperienza, stimolante, diversa. È quello che volevo, ci sono tante cose differenti, come le abitudini, una nuova cultura, un nuovo campionato, nuovi giocatori, è una situazione che mi sta coinvolgendo tanto. E’ un paese in grandissimo sviluppo, come lo è il calcio saudita. Credo che stiano facendo un buon lavoro, c’è ancora tanto da fare, ma stanno crescendo velocemente, hanno le possibilità per investire nelle strutture, negli allenatori, nella costruzione dell’academy. Chiaramente se vengono chiamati gli allenatori europei per venire qui è per cercare di migliorare non solo l’aspetto puro tecnico calcistico ma anche quello che riguarda le strutture, le conoscenze, una cultura di lavoro. Io e il mio staff stiamo lavorando da 4 mesi per cercare di migliorare il più possibile e loro hanno dato disponibilità totale, siamo stati accolti molto bene dal club, dai giocatori e dall’ambiente, e quindi stiamo lavorando bene anche se all’inizio abbiamo ottenuto risultati migliori quando il lavoro era più difficile e adesso stiamo portando a casa risultati meno buoni a discapito di quello che avremmo meritato. Ronaldo? Cristiano credo che non sia solo un campione, è di più. Rimarrà nella storia del calcio. Campioni ce ne sono, di leggende meno e Cristiano è una leggenda. Il nostro rapporto è molto semplice e facile per me, Cristiano è un professionista incredibile, vuole dare il massimo e il meglio ogni giorno, vuole aiutare la squadra. E’ attento a tutto e questo è un grande stimolo per un allenatore. Anche fuori è meticoloso, nel pre, nel post, nella nutrizione, nella struttura, per come si gioca e sicuramente è un grande stimolo, un onore e un piacere allenare una persona e un campione come lui. Io parlo meglio in italiano che in inglese, lui anche sa l’italiano ma il più delle volte mi risponde in inglese e ci capiamo bene. Le cose di campo e di calcio sono abbastanza facili. Hanno fatto un nuovo ristorante nel club e mangiamo insieme due volte al giorno, colazione e pranzo obbligatori, abbiamo due chef internazionali. A Riyadh ci sono vari hotel italiani ma qui la possibilità di andare a cena non manca perché ci sono tantissimi ristoranti di diverse regioni ed etnie ed è piacevole provare un po’ tutto. Quando ho lasciato il Milan ho avuto un paio di occasioni in Italia e una in Francia, ma appena lasciato il Milan non mi sentivo pronto. Poi però è arrivata questa offerta dall’All Nassr. Nella proposta hanno messo forza motivazionale, di crescita e di sviluppo, e anche forza economica. Ma onestamente dopo il Milan la mia idea era cercare qualcosa a livello internazionale, di provare qualcosa di diverso e di nuovo. Ho allenato 20 anni in Italia, non dico che ho fatto tutto perché c’è sempre qualcosa da fare e sicuramente tornerò ad allenare in Italia, ma l’idea mi è piaciuta, così come ho apprezzato il modo in cui mi hanno contattato, per i dialoghi che abbiamo avuto, la loro curiosità, la loro dimostrazione di credere fermamente nella mia persona, nel mio modo di allenare e nel mio modo di essere. Io ho sempre scelto per le sensazioni che ho avuto nei colloqui, nel cercare di capire se i pensieri potevano essere comuni, sapendo che nel calcio può cambiare tutto da un momento all’altro e questo si accetta”.
Sul Milan: “Mi fa venire ancora i brividi lo Scudetto e questo credo che non passerà mai, anche se dovessi vincere ancora, perché è stato talmente inaspettato da parte di tutti, talmente bello da vivere, con una squadra giovanissima, una magia particolare, che credo che a me rimarrà sempre nel cuore, nella testa e in tutto quello che farò. È chiaro che bisogna andare oltre, e sto andando oltre, non è che mi sono fermato lì, però rimarrà sempre. Il termine “on fire”? Adesso quando sto con i miei nipoti sono sempre on fire, anche perché li vizio parecchio, quindi mi sento on fire. “On fire” secondo me deve essere comunque una cosa legata a quel momento lì del Milan. È stato troppo bello viverlo e io spero che on fire saranno i miei giocatori del momento, del futuro, le mie squadre del futuro. Pioli è stato on fire lì, perché siamo diventati tutti on fire in quell’ambiente lì, parlo di giocatori, staff, club, tifosi soprattutto e credo che debba rimanere lì, credo che la collocazione giusta sia quella. Adesso io sono Bioli, come mi chiamano qua in Saudi Arabia, e andiamo avanti”.
Il futuro: “Nel 2035, tra dieci anni mi vedo ancora allenatore. Ho voglia di allenare. E’ vero che sto entrando nei 60, un numero che mi ha sempre dato un po’ fastidio, ma credo che con questa passione allenerò ancora a 70 anni, speriamo di rivederci”.
Su Leao: “Rafa è un ragazzo stupendo. Ha di brutto (per modo di dire), il suo body language che inganna, ma Rafa è un ragazzo molto intelligente, molto sensibile, molto buono d’animo e che va un po’ spronato, stimolato, aiutato. Quello che vedo è che a volte le critiche e gli elogi nel calcio sono sempre eccessivi. Io personalmente continuo a vedere una crescita continua di Rafa. Poi non so se riuscirà a diventare un top e a poter vincere un giorno un pallone d’oro. Io l’ho sempre sostenuto, l’ho sempre detto, continuo a pensare che lui possa diventare un giocatore da pallone d’oro, che la sua crescita sia continua ma dentro la crescita si possono avere a volte dei bassi, ma sarà sempre comunque un giocatore così perché certe caratteristiche rimangono, sempre crescendo e migliorando”.
Foto: Sito Milan