Ultimo aggiornamento: domenica 28 aprile 2024 11:55

PAROLO, IL POKER È SERVITO. CON LA BENEDIZIONE DI CONTE

06.02.2017 | 10:00

Nella straripante vittoria ottenuta dalla Lazio sul campo del Pescara, a brillare è la stella di Marco Parolo. Il risultato finale è di 6-2 per i biancocelesti, il mediano di Gallarate mette a segno ben quattro sigilli. Davvero un episodio insolito per un calciatore solitamente chiamato a dettare i tempi in mezzo al campo. Un centrocampista completo, polivalente e maturo. Non è più una sorpresa. La sua crescita, se consideriamo i suoi primi anni in carriera, è esponenziale. Calcisticamente compie i primi passi nel Como, successivamente passa alla Pistoiese. Il Chievo lo nota immediatamente e decide di prelevarlo lasciandolo comunque per due anni in prestito nella vecchia Serie C. Dopo Pistoia da segnalare c’è l’esperienza a Foligno con Pierpaolo Bisoli in panchina. Con gli umbri disputa un’ottima stagione, attira su di sé le attenzioni molti club e sfiora la promozione in cadetteria. Dal Chievo passa all’Hellas Verona con cui, nel 2008-09, colleziona 32 presenze e 4 gol. Numeri che gli consentono di approdare a Cesena nell’annata seguente dove, nemmeno a farlo apposta, ritrova il suo vecchio mentore Bisoli. I due rispolverano immediatamente l’intesa del passato e si rendono protagonisti di un grande campionato, al termine della stagione sportiva il Cesena ottiene, dopo 19 anni dall’ultima volta, la promozione in Serie A. Decisiva in questo caso la vittoria sul Piacenza per 1-0 con gol proprio di Parolo. Con i bianconeri esordisce in massima serie il 28 agosto del 2010, all’Olimpico contro la Roma. Il suo primo gol tra i grandi del calcio Nazionale arriva al “Manuzzi” nella sfida persa per 1-4 contro il Napoli. Con la retrocessione in cadetteria dei romagnoli, nell’estate del 2012, Parolo, dopo aver totalizzato 104 apparizioni e 11 marcature personali, lascia Cesena per trasferirsi al Parma (prestito con diritto di riscatto fissato a 4 milioni di euro). Anche nella città ducale il classe 1985 riesce ad imporsi immediatamente e a guadagnarsi il posto in squadra. La sua prima firma in maglia gialloblu giunge nuovamente proprio contro il Napoli, gara terminata 3-1 per gli azzurri.
Le soddisfazioni personali continuano: il 25 settembre del 2013 sigla una doppietta contro l’Atalanta, successivamente si ripete contro il Milan e il 6 aprile 2014 e ancora contro il Napoli, trova la rete del successo allo stadio “Tardini” contribuendo alla salvezza sul campo del Parma. Il suo rendimento è costante e migliora di domenica in domenica. La Lazio punta i fari su di lui e decide di acquistarlo. Dal suo esordio in Coppa Italia contro il Bassano, ne sono passati di anni. Parolo ormai è un’icona, un vero e proprio simbolo del club biancoceleste. Finora sono più di 85 le partite giocate con la maglia dei capitolini, i gol, come dimostra la giornata di ieri, non sono mai mancati: 22 fino ad oggi in totale. Ma Parolo è insaziabile, nonostante i suoi 32 anni è pronto a conquistare nuovi successi con la stessa fame di qualche anno fa. Capitolo Nazionale: debutta in maglia azzurra il 20 marzo del 2011 con Prandelli in panchina, ma a farlo diventare un perno fondamentale è Antonio Conte, ct che stravede per lui. L’estate scorsa, Parolo, fa parte della spedizione in Francia per EURO 2016. A piccoli passi e in silenzio si guadagna il posto in squadra e diventa protagonista, una pedina quasi insostituibile. L’attuale tecnico del Chelsea gli regala una maglia titolare contro Belgio, Svezia e Spagna. Il centrocampista laziale, inoltre, non viene mai sostituito e gioca perennemente per 90 minuti. Con la Germania la storia si ripete, purtroppo in quell’occasione con lui non c’è il compagno di tante sfide e battaglie Antonio Candreva che, per un problema fisico, è costretto a guardare dalla tribuna i quarti di finale. La gara termina 1-1, si va ai supplementari, il risultato resta invariato e a decretare il vincitore contro gli storici rivali sono i calci di rigore.
Parolo senza alcun timore e con grande freddezza, quella che contraddistingue un vero professionista, si presenta sul dischetto davanti a Neuer e lo batte scacciando via la paura. Purtroppo non tutti gli azzurri fanno lo stesso e la contesa se l’aggiudicano i tedeschi. La corsa fino alla finale di Parigi si interrompe, un po’ a sorpresa. Tuttavia, Antonio Conte, nonostante Parolo fosse fuori dai parametri del Chelsea per età anagrafica, fa di tutto per portarlo con sé a Londra e in Premier League. La resistenza della Lazio, il legame con il club biancoceleste e tanti altri fattori non consentono che il matrimonio vada in porto. Ma l’ormai ex ct azzurro è incantato dalle gesta di Parolo, tra i due esiste un legame ormai indissolubile. Intanto, da ieri, Parolo è entrato a far parte anche del club del poker: prima di lui, in Serie A, a siglare quattro gol durante un incontro erano stati soltanto Baggio, Van Basten, Rivera e Icardi. Pertanto è il quinto a riuscire in quest’impresa. Per un centrocampista, inoltre, questo ha un valore incommensurabile. Ma le sfide di Parolo non finiscono qui e se la Lazio di Simone Inzaghi quest’anno è tornata a volare come l’aquila Olimpia, il merito è anche in particolar modo suo. Parolo è già pronto per il grande salto da tempo, ma molto spesso non è necessario cambiare maglia per sentirsi top player. L’umiltà ha sempre contraddistinto il duttile mediano di Gallarate, un valore che in pochi possono vantare oggi in Serie A. La storia di Parolo è ancora tutta da scrivere, con i colori biancocelesti tatuati addosso.
Foto: Twitter Lazio