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Paratici: “Marotta? Eravamo complementari, io sceglievo i giocatori. Champions? Non è un’ossessione. Su CR7…”

24.12.2018 | 14:35

Fabio Paratici, direttore sportivo della Juve, ha rilasciato un un’intervista a 360° ai microfoni di Sky Sport: “Il segreto della coppia Marotta-Paratici? Credo che fossimo molto ben assortiti, complementari. Nel senso che io mi occupavo di una parte prettamente tecnica, lo scouting, il rapporto con gli agenti, individuare i calciatori. Alla fine il calciatore lo individuavo? Sì, poi c’era il confronto con lui, che è una persona molto esperta, che conosce il calcio e che conosce molto bene i numeri, e fino a dove si poteva arrivare in una trattativa. Diciamo che la cosa migliore era il fatto di essere ben assortiti. Io portavo avanti fino all’ultima fase, dove lui interveniva con la sua esperienza e mi aiutava a fare meno errori possibili. La trattativa che mi ha logorato di più? Credo che, nella durata, sia stato Tevez. Alla fine, è stato un giocatore che abbiamo contattato alla fine del primo anno alla Juve, quando non facemmo una bella stagione. Dovevamo rilanciare la Juve e contattammo ugualmente Tevez, anche se non eravamo qualificati per la Champions. I grandi giocatori, quando non giochi la Champions, fanno fatica a venire. Però lui disse subito: “Sì, anche se non siamo in Champions, io alla Juve verrei”. Poi la trattativa non è andata in porto per altri motivi, economici e via dicendo, però siamo sempre rimasti in contatto perché è sempre stato un mio chiodo fisso portare Tevez alla Juve. Cristiano Ronaldo? Con Cristiano è stato abbastanza facile perché lui aveva in testa di venire alla Juve. Non c’è stato bisogno di convincerlo tanto. Credo intorno al 25 di maggio, dopo la finale di Champions. Lui è stato subito deciso, ha detto “Io, se la Juve c’è, voglio solo la Juve”. Quando ci siamo visti con Mendes, parlando di Cancelo, è nata questa cosa. Lui mi ha detto: “Tu non ci credi, però Cristiano vuole venire alla Juve”. Io risposi: “Non è che non ci credo, ma mi sembra difficile riuscire a far quadrare tutto”. Il Presidente è una persona molto presente nella nostra vita quotidiana perché è sempre con noi, o comunque sempre raggiungibile. Ci si può incontrare facilmente. Eravamo in giorni di programmazione, questo non era programmato, ma io gli ho detto: “Ci sarebbe un’opportunità, l’importante è che mi ascolti fino alla fine”. Sai, quando ti presenti nel suo ufficio e gli dici che devi comprare Cristiano Ronaldo… è una bella notizia sportiva, ma poi c’è tutta un’altra parte da sistemare. Ma lui capì subito. Credo di averci messo un minuto a capire che lui stava già ragionando in quella direzione. Quando sono uscito dall’ufficio ho subito creduto che potessimo arrivarci. Agnelli mi ha detto: “Fammici pensare un giorno o due”, ma mi ha telefonato dopo 3 ore. Per redigere tutti i contratti ci siamo chiusi in una villa sul Lago Maggiore per un giorno intero con tutti gli avvocati della Juve e del calciatore. Champions League? E’ una nostra ambizione, ma non un’ossessione”, ha chiuso Paratici.

 

Foto: sito ufficiale Juventus