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Danilo Pagni su Okafor: “Lo avevo segnalato al Milan, qualità eccelse”

21.07.2023 | 22:50

Danilo Pagni, classe ‘75, uomo di calcio con una lunga e prestigiosa carriera alle spalle. Da San Lorenzo del Vallo fino al Milan, direttore sportivo del Castrovillari in C a soli 23 anni. Nel suo curriculum la cavalcata con il Gallipoli dai dilettanti alla Serie B, la salvezza diretta con la Ternana e la più recente conquistata con la Nocerina. Nel suo bagaglio lavorativo anche le avventure alla Salernitana, Taranto, Sorrento, Arezzo, Messina. La sua più grande qualità è quella di capire in anticipo se un talento può diventare un campione, un campioncino oppure fermarsi a una carriera normale. E le sue numerose intuizioni degli anni passati, come uno strano scherzo del destino, stanno accendendo il mercato italiano a distanza di anni. In esclusiva ad Alfredopedulla.com, Pagni ha parlato a partire dalla notizia di giornata: l’arrivo di Noah Okafor a Milano, calciatore che il direttore segnalò proprio ai rossoneri durante la sua parentesi al Milan: “Era il 24 novembre 2017 vado a vedere Basilea-Manchester United di Youth League. Indico Noah Okafor come un calciatore da prendere, avevo intravisto in lui delle qualità eccelse. Non si era mai allenato in prima squadra, ma per me era già un calciatore da prendere. E lo scrissi al Milan”.

Adesso, a distanza di anni, Okafor vestirà la maglia rossonera: “Avremmo risparmiato tanto, ora è costato 15 milioni. Il suo valore rispecchia la cifra spesa? Sì, siamo al limite. Parliamo sempre del Milan”. Pagni è poi tornato a parlare del primo impatto avuto con il centravanti: “Io l’ho visto giocare più da esterno, giocava molto sul binario. Lo definì un potente veloce, con un fisico molto proporzionato. Segnalai di prenderlo senza indugio, ma nella relazione segnalai che giocando da esterno faceva pochi contro movimenti, attuava poco il corto-lungo e viceversa. Vedevo un calciatore potente, veloce, di grande personalità e capace di rompere la linea. È cresciuto negli anni, ma da qui a dire che possa venire al Milan e fare la differenza sono molto cauto. Ha avuto una maturazione tecnico-tattica importante, ha iniziato a trovare discretamente la via del gol”.

Come testimoniano i numeri ottenuti dal centravanti svizzero. In Bundesliga, infatti, Okafar ha siglato 25 reti in 71 presenze, trovando la via del gol ogni 132′. Ma non solo. Okafor è stato capace di mandare in rete i suoi compagni in 17 occasioni. Numeri su cui Pagni si è soffermato, parlando anche del compagno di reparto Olivier Giroud: “Non ha caratteristiche similari al francese. Giroud è più un uomo d’area, sente la porta e fa del killer instinct la sua dote principale. Okafor, invece, può rompere la linea svariando su tutto il fronte d’attacco. D’altra parte giocava esterno al Basilea. Certo, ha fatto un grande percorso e lo si è visto anche nei numeri che hanno caratterizzato le sue ultime stagioni”. E su una possibile coppia d’attacco con Giroud: “Possono coesistere. Ma Okafor si potrebbe rivelare anche un’ottima carta a gara in corso, spaccherebbe la partita. Lo vedo pronto per la Serie A, ma non mi sbilancio sulla resa immediata. È maturato molto sotto porta, ma aspettiamo di vederlo alla prova contro le difese della Serie A. Gli staff tecnici italiani sono maestri della fase difensiva. Forse individualmente abbiamo giocatori meno forti in fase difensiva rispetto al passato, ma di reparto siamo una buona scuola. Sarà un buon test”.

A conferma della sua tesi, Pagni ha preso in esame Victor Osimhen, calciatore arrivato a Napoli nel 2020 e cresciuto anno dopo anno fino a diventare capocannoniere “In Serie A c’è un tipo di calcio diverso. Ogni campionato è caratterizzato da delle peculiarità proprie. Prendiamo Osimhen: è maturato anno dopo anno.  Al di là del suo strapotere, il centravanti nigeriano ha dimostrato di aver preso le misure al campionato italiano. È stato sveglio a livello cognitivo. Sicuramente Spalletti è stato determinante nella sua crescita. Se Pioli può fare lo stesso con Okafor? Certo, Okafor ha una spiccata personalità e come tutti quelli che hanno questa caratteristica, il percorso si dovrebbe accelerare. Ma cerchiamo di essere cauti”.

Ma Okafor non è l’unico calciatore visionato e segnalato da Pagni in tempi non sospetti. Infatti, nel gennaio 2018, il direttore ha visionato anche Mitchell Bakker, esterno che si è appena trasferito alla corte dell’Atalanta: “Lo definì precoce fisicamente, un potente veloce con un calcio secco e fendente. Ma sono d’accordo con Gasperini quando dice che deve percorrere più chilometri per esaudire le sue richieste e adattarsi al meglio al gioco dell’Atalanta. È l’esterno ideale per Gasperini? Il tecnico dovrà lavorarci. Deve migliorare nei duelli a sfavore palla a terra, lo voglio vedere nell’uno contro uno. Sono certo che farà grandi progressi sotto il punto di vista fisico, ma sono cauto nel duello palla a terra. L’Italia sarà il vaccino tecnico per Bakker. Il terzino, oltre a dover aggiungere gli standard prestazionali, è importante che cresca anche nella fase difensiva, non solo corale ma anche individuale. Basti pensare a Hysaj: Sarri puntava su di lui perché esce spesso vincitori nei duelli uno contro uno palla a terra. Sono curioso di vederlo all’opera”..

Nelle relazioni del direttore, spunta il nome anche di Evan N’Dicka, difensore che si è appena unito alla Roma: “l’ho visto il 26 marzo 2017, durante Francia-Germania U18, poi in seguito nell’Auxerre B in Ligue 2. Me lo segnalò Stefano Luxoro e lo andai a vedere. In una partita subentra al 58’, era ancora immaturo. Nel nostro target c’era investimento, prospettiva, prendere o non prendere. E io lo segnalai come prospettiva”. Poi si è soffermato a parlare del suo arrivo in giallorosso: “Non so se è pronto per il gioco di Mourinho. Sicuramente è un calciatore dal buon background, ma ho delle remore a campo aperto. Giocare alla Roma non sarà facile, dobbiamo anche capire se i giallorossi ci punteranno fin da subito”.

Ripercorrendo le sue segnalazioni, Pagni ha voluto ricordare anche Silvio Berlusconi: “Con la Viterbese mi sono preso la soddisfazione di battere il suo Monza in finale di Coppa Italia”. Poi rivela: “Il mio più grande rimpianto al Milan è di non aver collaborato con Silvio Berlusconi. Era un meritocratico. Purtroppo il mio lavoro fatto è rimasto negli archivi”.

A cura di Gabriele Montagnani