Ultimo aggiornamento: lunedi' 13 maggio 2024 12:20

Nzola, Mancuso e i precedenti: quando pescare in Lega Pro può essere un affare

08.03.2017 | 19:40

Nel calcio di oggi l’ansia da risultato condiziona le scelte, comprese quelle di mercato. Sovente, per rinforzare le proprie squadre, i dirigenti preferiscono guardare all’estero in nome di un’esterofilia mai sopita e – se vogliamo – controproducente. Quando invece magari basterebbe pescare in Lega Pro. Certo, bisogna avere il giusto occhio. Intuito e competenza, questo il mix ideale per fare affari “interni”, a costi contenuti, che possono dare un ritorno importante.

In quest’ottica di recente vi abbiamo parlato, in esclusiva, delle due intelligenti operazioni sostanzialmente completate da Fiorentina e Pescara. La Viola, lo scorso 27 gennaio, ha messo le mani su M’Bala Nzola, il ventenne attaccante francese che sta facendo benissimo nel girone C della terza serie tra le file della Virtus Francavilla, palesando numeri di alta scuola. Gli stessi che sta evidenziando Leonardo Mancuso, l’attuale capocannoniere di tutta la Lega Pro. Scuola Milan, l’esterno offensivo classe 1992 non rinnoverà il contratto in scadenza con la Sambenedettese e, dal prossimo 1 luglio, sarà alle dipendenze di Zdenek Zeman a Pescara. Un connubio che potrebbe fare le fortune di entrambi.

Ma Nzola e Mancuso, in attesa che venga il tempo degli annunci, in passato sono stati preceduti da numerosi calciatori che, pur provenendo dalla medesima categoria, sono riusciti a imporsi a livelli alti, se non altissimi. Il più fresco e illuminante esempio risponde al nome di Amadou Diawara: Corvino lo portò a Bologna dal San Marino, oggi il 19enne guineano cura la regia del Napoli di Maurizio Sarri. Doppio salto anche per Pietro Iemmello, che dopo aver fatto sfracelli a Foggia si è messo a disposizione di Eusebio Di Francesco, in quel di Sassuolo. Tornando a ritroso nel tempo, il pensiero va all’eroe del 2006. Fabio Grosso nel 2001 conobbe la Serie A grazie al Perugia di Gaucci, che lo prelevò dal Chieti nell’allora C2, stagione conclusasi con la promozione. Stesso salto compiuto all’inizio degli anni 90 da Pasquale Luiso, passato dal suo Sora al Lecce e poi al Torino, anche se la consacrazione sarebbe arrivata un paio di anni dopo a Piacenza: memorabile la rovesciata che costò la panchina del Milan a Tabarez. E che dire di chi, addirittura, è stato catapultato in un batter d’occhio dai dilettanti al grande calcio. Fino agli inizi del 1992 Moreno Torricelli lavorava come falegname e, nel tempo libero, scorrazzava in Interregionale con la Caratese. Poi un’amichevole contro la Juve gli cambiò la vita, in bianconero vinse tutto. Cristian Bucchi nella stagione 1997-98 segnava gol a grappoli nella stessa serie, denominata però Eccellenza, con il Settempeda. Quella successiva iniziò ad essere protagonista in A, con la maglia del solito lungimirante Perugia. Christian Riganò, da LipariIgea Virtus spiccò un volo progressivo che lo portò a vestire le casacche di Fiorentina, Empoli, Messina e Siena. Arriviamo quindi a Davide Moscardelli, il bomber dalla celeberrima barba, partito dalla Maccarese e sbarcato in Serie A grazie al Chievo quando aveva già superato i 30 anni. Davide Luppi oggi si disimpegna nel Verona, bravo fu il Modena a pescarlo dalla Correggese (Serie D) nell’estate del 2014. In quegli stessi giorni Kevin Lasagna passò dall’Este (Serie D) al Carpi in B con immediata storica promozione nel massimo campionato, lo stesso che ritroverà fra qualche mese grazie all’Udinese. Questi alcuni dei casi più significativi: il quadro è già ampio, ma è sicuramente destinato ad aggiornarsi.

Foto: sito ufficiale Virtus Francavilla-Facebook ufficiale Sambenedettese