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NIGEL DE JONG, IL NUOVO COMANDANTE A STELLE E STRISCE

04.02.2016 | 09:40

Ha salutato il Milan tre giorni fa, dopo aver rescisso il proprio contratto. “È arrivato il momento di passare al prossimo capitolo della mia carriera. Ma prima voglio prendere questo tempo per dire un paio di parole. Vorrei ringraziare il Milan avermi dato l ‘opportunità di giocare per questa maglia nell’ultimo paio di anni. E, naturalmente, come da ultimo i tifosi, che mi hanno sostenuto fin dal primo giorno, nel bene e nel male. Ho sempre rispettato e onorato il logo su quella maglia rossonera, e ho cercato di difenderla con un impegno al 100 per cento”, il fulcro del suo messaggio su Instagram. Ora, per Nigel De Jong, la prossima tappa è americana, quei Los Angeles Galaxy che hanno già ingaggiato in passato campioni del calibro di David Beckham, Landon Donovan e Robbie Keane, oltre a Ruud Gullit per la panchina. Un’esperienza diversa, sia in termini tecnici che di stimoli agonistici. Ma pur sempre uno scenario su cui si lavorava da tempo. “La trattativa è iniziata alcuni mesi fa quando sono stato contattato dal mio procuratore che mi ha parlato dell’interesse dei Galaxy. E la cosa mi è piaciuta. Ma sapevo che l’accordo avrebbe potuto avere delle complicazioni visto che avevo appena rinnovato il mio contratto con il Milan, ma la possibilità di giocare negli Stati Uniti mi ha incuriosito fin dall’inizio. Abbiamo lavorato all’accordo anche in base al mio momento attuale, visto che al Milan faticavo a trovare spazio. Sento che il trasferimento è arrivato nel momento giusto per me e sono sicuro che qui vivrò anni importanti della mia carriera”, ha svelato il centrocampista olandese. La sua avventura al Milan si è così chiusa dopo tre stagioni e mezza, condite da 96 presenze e 7 reti. Unico cruccio: non aver vinto alcun trofeo in Italia. La beffa? Essere andato via proprio quando la squadra di Mihajlovic è a un passo dalla finale di Coppa Italia…


In carriera, però, De Jong si è tolto più di qualche soddisfazione. Cresciuto nelle giovanili dell’Ajax sin dall’età di 9 anni, il colosso orange ha debuttato con i “grandi” il 19 ottobre 2002, nella gara di Eredivisie vinta per 6-2 contro l’Az Alkmaar. In quattro stagioni in patria uno scudetto e una Coppa d’Olanda cominceranno a reclamare spazio nella sua fino ad allora vuota bacheca personale. Quattro annate in cui De Jong mette in mostra quelle caratteristiche che lo hanno contraddistinto per l’intero prosieguo della sua carriera: grande forza fisica, specie nei contrasti aerei, padrone del cosiddetto “gioco maschio”, capacità di impostazione che sia davanti alla difesa o da mezzala in un centrocampo a tre, buona visione di gioco, agonismo da vendere. Qualità che gli hanno permesso la grande scalata nei principali campionati del Vecchio Continente. Prima in Bundesliga all’Amburgo, dove dal 2006 al 2009 si conferma stabilmente nella top five dei mediani più forti di Germania. Poi la grande occasione chiamata Manchester City. Lì, in Premier, raggiunge l’apice: scudetto, Coppa d’Inghilterra e Community Shield. Tutto agli ordini di Roberto Mancini. Lo stesso Mancini che ritroverà da avversario di lusso nei derby dal 2014, quando la sua esperienza al Milan aveva già fatto due giri completi di campo. E in Nazionale? Il secondo posto in Sudafrica e il terzo in Brasile sono piazzamenti da fare invidia, ma che allo stesso tempo lasciano un gran bel rammarico. Ora, con un futuro davanti griffato stelle e strisce, Nigel potrà chiudere in bellezza il suo rapporto con il calcio giocato. Scommettiamo che a stretto giro di posta lo vedremo nella top 11 della MLS?


Foto: LAG on Twitter