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Nicolini (Shakhtar): “Il club sta aiutando le famiglie ucraine. 23 milioni incassati dalla cessione di Mudryk andranno agli ospedali. Diversi giocatori supportano anche i militari”

18.01.2023 | 21:28

Carlo Nicolini, vice direttore sportivo dello Shakhtar Donetsk ha parlato al format “Santo Catenaccio”, dove si è espresso su diversi temi, come la guerra che sta vivendo in Ucraina e sul campionato italiano.
Queste le sue parole: “La Serie A? La gara con la Juve ha confermato che il Napoli è la squadra più forte, un team propositivo che cerca sempre il risultato con un grande gioco. Le altre dietro dovranno recuperare punti da qui alla fine ma non sarà affatto facile, gli azzurri tranne l’unica battuta d’arresto con l’Inter, sono stati sempre continui. Qui all’estero il campionato italiano quest’anno è migliorato tantissimo. L’immagine è positiva perchè quest’anno tatticismo e ostruzionismo sono venute meno in luogo di bel gioco, il Milan l’anno scorso e il Napoli quest’anno stanno dando spettacolo e stanno rivalutando il movimento italiano”.

Sul caos plusvalenze: “Troppe società fanno cose che non sarebbero consentite, non sono la persona esatta per dare delle risposte chiarissime ma era inevitabile che prima o poi venisse qualcosa fuori. Agli occhi di tutti era palese che qualcosa non quadrasse, quando vedi calciatori che valgono 1 si valutano 10, le domande sono inevitabili. Spero che il prima possibile si risolva tutto ciò, chi ha commesso degli errori deve pagare ma ci vogliono anche dei trasferimenti e delle regole più chiare”. 

Sulla vita in Ucraina: “Noi stiamo cercando di portare avanti un discorso di normalità, facendo allenare i ragazzi e farli concentrare sul loro lavoro per dargli speranza per il futuro. Non è stato facile vivere gli ultimi 8 mesi, giocando a Varsavia le gare europee e quelle di campionato in Ucraina nel bel mezzo della guerra. Adesso siamo in Turchia per il precampionato ma ogni giorno arrivano notizie di bombardamenti e non è facile mentalmente, la testa inevitabilmente è là. Stiamo facendo uno sforzo davvero immane per cercare di andare avanti. Speriamo smetta il prima possibile la guerra per avere più tranquillità e speranza. In Ucraina giochiamo senza spettatori da 3 anni, prima per il Covid poi per la guerra. Giochiamo nell’ovest del Paese dove bombardamenti non ce ne sono quasi mai stati, nè siamo stati mai in pericolo. Prima di un match però firmiamo una liberatoria dove dichiaramo di essere consapevoli che la gara verrà sospesa per rifugiarci in stanze protette dai bombardamenti. Capirete che preparare una gara in questo contesto diventa molto difficile, la vita ha preso un’altra importanza. Portare avanti il nostro lavoro significa anche fare del bene a delle famiglie che sono in situazioni precarie. La guerra non è iniziata nel febbraio scorso per noi purtroppo, ma 8 anni fa perchè ci siamo dovuti spostare dal Donbass. Abbiamo perso tanti ultras già nel primo passaggio, giocando poi da 3 anni a porte chiuse, inevitabilmente il rapporto di contatto si è affievolito, tranne nelle gare internazionali. Che individualmente alcuni tesserati supportino vari gruppi ultras-militari è innegabile, inoltre ieri il nostro presidente ha dichiarato che 23 milioni dei soldi incassati per la cessione di Mudryk al Chelsea (costato 100 milioni di euro) li darà alle famiglie dei soldati e agli ospedali, è ovvio che il club supporta la situazione in qualche modo, anche se nello specifico non sono a conoscenza precisamente come. Posso dire con certezza che noi, come ho fatto io nel mio piccolo, aiutiamo famiglie, ospedali, orfanotrofi, poi altri possono fare altri tipi di scelte. Fra di noi qui parliamo il meno possibile di questa storia, proprio perchè cerchiamo di parlare di tutt’altro per alleggerire la situazione mentalmente”.

Foto: Logo Shakhtar