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NICOLAS BURDISSO, UNA VITA DA CAPITANO

11.10.2018 | 11:35

“Ho fatto tutto quello che sognavo da bambino”. Parola di Nicolas Burdisso che, a 19 anni dall’esordio, annuncia l’addio al calcio giocato. Dal Boca Juniors al Torino, passando per Inter, Roma e Genoa. Dopo una lunghissima e vincente carriera ad alto livello, il difensore classe ’81 dice stop. Una storia fatta di battaglie all’ultimo colpo, di sofferenze, di momenti difficili e di trionfi. Tanti trionfi. In Argentina, Nicolas ha vinto con il Boca due campionati, tre Libertadores e due Intercontinentali. Poi con l’Inter ha alzato al cielo ben quattro scudetti, due Coppa Italia e quattro Supercoppe italiane.

Non a caso Nicolas Andrés Burdisso è stato uno dei grandi protagonisti in Serie A nelle ultimi quindici anni. Nato il 12 aprile 1981 ad Altos de Chipion, località dell’Argentina nel dipartimento di San Justo, nella provincia di Cordoba, “el Padroncito” (emblematico soprannome affibbiatogli fin da ragazzino), prima di approdare nel Vecchio Continente vince tutto quello che si poteva vincere con la maglia del Boca Juniors, di cui diventa un vero e proprio leader nonostante l’età: dal 1999 al 2003 saranno 2 campionati, 3 Libertadores e 2 coppe Intercontinentali, non male per un ventenne, al quale si aggiungono un Mondiale Under 20 e l’oro olimpico ad Atene assieme al suo compagno di sempre, Carlos Tevez. Poi ecco la chiamata della vita, quella dell’Inter, che lo portò in Italia quindici anni fa, nel 2004. Per Burdisso doveva essere l’anno della consacrazione: sbarca a Milano con i crismi del centrale che tanto manca ai nerazzurri, quello in grado di chiudere le porte di San Siro. Sopraggiunse, però, un avversario forte, molto forte: la malattia di sua figlia Angela. Costretto ad assentarsi quasi tutto il primo anno, il presidente Moratti gli confermò comunque il contratto, nonostante Burdisso fosse disposto anche a rescinderlo. E dopo la lunga assenza forzata, ecco il ritorno sul prato verde con il “Leon” che torna a ruggire: all’ombra del Duomo vince 4 scudetti, 2 coppa Italia, 4 Supercoppe. Un palmares da urlo. L’esperienza in nerazzurro dura cinque stagioni, fino a quando nel 2009 viene acquistato dalla Roma. Anche la sua avventura in giallorosso dura un quinquennio, quanto gli basta per diventare un simbolo della tifoseria della Magica. Dopo 131 presenze e 6 gol con la maglia del club capitolino, per Nicolas inizia una nuova avventura, sempre in Italia, stavolta con il Genoa. Con il Grifone fu amore a prima vista: in rossoblù Burdisso ci resta tre anni, ma riesce ben presto ad entrare nel cuore di tutti i tifosi grazie alla sua foga, il suo vigore e la sua tempra che lo ergono a fortezza della difesa genoana.

Rimasto svincolato, il 31 agosto 2017 viene ingaggiato dal Torino, per quella che sarà la sua ultima esperienza da calciatore. L’offerta del Toro ha solo ritardato il momento dell’addio, arrivato dopo una stagione da titolare al centro della difesa granata. In quindici stagioni il bottino di Nicolas Burdisso è tutto da apprezzare: 326 presenze e 10 gol in Serie A e 49 con la maglia dell’Argentina, con cui è andato a segno due volte, per lui che con il passare del tempo è diventato uno dei difensori con più presenze nel nostro campionato. Personalità e carisma da leader, carattere da vero guerriero, Burdisso è sempre riuscito ad emergere dalla massa anche nei momenti più bui. In tutti i club in cui è stato, “el Padroncito” è risultato quasi sempre uno degli ultimi a mollare e ad uscire dal campo sempre e comunque con la maglia zuppa di sudore. Caratteristiche che spesso passano inosservate, ma che col passare del tempo lasciano una traccia indelebile nel cuore delle tifoserie. Dagli esordi vincenti con il Boca ai trionfi in Europa, dopo una lunga carriera da “capitano”, per il quale non sempre serve la fascia al braccio, Nicolas Burdisso dice stop. Per lui ora inizierà una nuova avventura, lontana da quel prato verde che lo ha reso un pezzo di storia del calcio italiano, e non solo.

 

Foto: Twitter personale Burdisso