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Mazzarri: “Anno positivo, resto all’Inter. Guarin? Vedremo”

21.05.2014 | 13:35

C’era molta attesa per le dichiarazioni dell’allenatore dell’Inter, Walter Mazzarri, che ha appena finito di incontrare i cronisti nella sala stampa dello stadio Meazza. Ecco i passaggi più significativi della conferenza di fine stagione tenuta dal tecnico di San Vincenzo:

 

“Come avevo detto durante l’anno, mi facevate delle domande cui non potevo rispondere, dovevo aspettare la fine, il raggiungimento di un obiettivo. Parlano i fatti, la classifica, l’obiettivo raggiunto. Anche se non era scontato il ritorno in Europa. Credo sia stato un anno tutto sommato positivo, devo ringraziare il mio staff che ha tirato fuori il meglio dall’organico. Confermo che sarò io l’allenatore dell’Inter nella prossima stagione, anche perché ho un contratto. Sono molto soddisfatto e contento della telefonata arrivata dopo il successo contro la Lazio. Thohir mi ha chiamato felice per aver centrato l’obiettivo. Di Moratti avete visto durante la festa di addio di Javier e questo mi ha dato soddisfazione.

Chi dice che l’annata non è positiva? Non posso capire come si possa valutare un anno così, con tutte le variabili che ci sono state. Il mio errore più grande questa stagione? Tutti potevamo fare di più, anch’io col senno di poi qualche partita l’avrei potuta gestire meglio. Spesso ci siam fatti pareggiare, prendendo sovente gol su palle inattive. La responsabilità è mia, me la assumo io, ma in una considerazione generale abbiamo fatto più cose positive che negative. Assieme alla Roma, che ha fatto molto meglio di noi, siamo gli unici ad aver migliorato la classifica rispetto alla scorsa stagione. Ora che ci sono i numeri posso parlare di questo, visto che mi si è anche detto che il cambio di proprietà e i tanti in scadenza erano alibi.

Quale critica mi ha dato più fastidio? Io sono molto autocritico e quando capisco che la critica è oggettiva la accetto. Sono nato per il confronto, voglio che mi si dicano le cose. Poi quando capisco che la critica non parte da certi presupposti non ascolto nemmeno, vado avanti per la mia strada.

Il rinnovo? Di questo ha già parlato il ds Ausilio. L’importante è che ci sia grande stima e questo lo vedo giorno dopo giorno. Mi è successo di essere in scadenza col Napoli e ho fatto benissimo, posso farlo anche qui con un solo anno di contratto. Il direttore ha comunque detto che si parlerà anche di un prolungamento e si valuteranno certe dinamiche, ma vedo unità d’intenti per proseguire a lungo termine.

Il gap da Juve, Roma e Napoli? Nella mia storia ho sempre provato a fare bene sul campo; se non possiamo competere ad armi pari su certi parametri economici competeremo su questo. Vogliamo lavorare nel migliorare dei modi, ora dobbiamo fare ancora tante cose, poi sarà la società a parlare del mercato e del fair play finanziario. Il primo giorno di ritiro farò una conferenza spiegando cosa faremo, gli obiettivi per l’anno prossimo.

La mancanza degli argentini quanto può influire? Sono stato orgoglioso di accompagnare questi quattro campioni alla fine della loro epopea, so che anche loro ci tenevano a portare l’Inter in Europa. Insieme ci siamo riusciti e li ringrazio, questo ci tenevo a dirlo. Verranno a mancare dei riferimenti, ma un anno di lavoro insieme l’ho vissuto e posso trasferire qualcosa ai nuovi giocatori di questa mentalità che spero di vedere ancora di più sul campo l’anno prossimo. I giovani avranno più esperienza l’anno prossimo.

I fischi del match contro la Lazio? Ho capito la dinamica del momento, il pubblico non aveva capito la scelta su Zanetti, pensava ad un tributo particolare. Ma l’allenatore dell’Inter voleva tornare in Europa, e credo, col senno di poi, che quella scelta sia stata apprezzata visto l’andamento del match. Ho gestito l’addio di Zanetti nel migliore dei modi, è entrato nel momento giusto, contribuendo all’acquisizione del risultato, magari giocando dall’inizio non avrebbe fatto novanta minuti. Javier ha concordato tutto con me, sapeva tutto. 

L’Europa League può essere un ostacolo? Prima facciamo il mercato e vediamo la rosa. Poi, vista l’esperienza europea che ho maturato a Napoli, è chiaro che per pensare di vincere su tutti i fronti servono investimenti di un certo tipo. Vedremo che organico avremo e poi capiremo i nostri obiettivi.

Cosa serve alla prossima Inter? Io penso che lo vedrete dal primo giorno di ritiro; ci saranno dei riconfermati, la prima settimana lavorerò sulla difesa a quattro, un 4-3 e poi vedremo come sviluppare i 3 davanti. Ma mi interessano certe logiche di equilibrio, sarebbe fondamentale avere un metodista che è il ruolo più importante per giocare a 4, perché può servire anche per il 3-5-2. Ecco, un Luiz Gustavo mi piacerebbe, però credo sia irraggiungibile. Al momento non abbiamo in rosa un elemento con queste precipue caratteristiche.

Ranocchia, Kovacic e Icardi spina dorsale giovane della nuova Inter? Assolutamente sì. Alzare l’asticella con l’obiettivo Champions? Ripeto, dipenderà dalla rosa, io come sempre farò il possibile per portare le mie squadre anche oltre le effettive possibilità. Thohir l’ha detto, ha dato un tempo. Lui considera il primo anno la partenza del prossimo. Questo è stato un anno di transizione.

Attenzione, non ho detto che giocherò sempre a 4 dietro. Ho detto che adesso che i giocatori conoscono bene i miei meccanismi della difesa a 3, ora che sono collaudati posso provare a sperimentare qualcosa di nuovo, soprattutto per cambiare nel corso della partita.

Se Obi Mikel ha le caratteristiche di Luiz Gustavo? Ecco, lo sapevo io che non dovevo fare il nome! Ma l’ho fatto soltanto per far capire il tipo di calciatore, ho menzionato lui perché credo sia inarrivabile. Non fatemi fare più nomi, sono discorsi che faremo col direttore. 

Come si sostituisce Milito? Fermo restando che Diego è un campione che ci è mancato in stagione, abbiamo in casa Icardi che quest’anno non ha avuto grande continuità ma nei cui confronti nutriamo grande fiducia.

I giovani? Alcuni tornenanno alla base anche in chiave Europa League, non fatemi parlare di mercato, alcuni verranno in ritiro con noi, altri resteranno, vedremo. 

Come mi regolerò col Mondiale? Bisogna fare di necessità virtù, proverò a fare il meglio. Quello che si vuole fare è una cosa, cosa si può fare è un’altra. Io voglio ottimizzare il tutto, non so chi andrà via e chi rimarrà; poi si faranno le valutazioni, ora il contesto del mercato è diverso e quindi ci vuole anche l’esperienza del passato. Cambiamenti alla Pinetina? Io come allenatore relaziono su ogni cosa che vedo e credo sia giusto. Poi le scelte le fa sempre la società, io ringrazio comunque i miei collaboratori diretti coi quali andremo avanti l’anno prossimo. Io comunque non incido sulle scelte, di sicuro non cambio uomini in società, do le mie indicazioni ma null’altro.

Se ci sarà spazio per Guarin nell’Inter dell’anno prossimo? Vedremo, Guarin ha giocato quest’anno quando l’ho ritenuto opportuno, poi c’erano i Kovacic e gli Hernanes, vedremo, saranno valutazioni che faremo con la società.

Non ho più parlato di arbitri dopo Udine? Sì perché se no parlano di alibi e non lo faccio neanche adesso. Io parlo di numeri, siamo maglia nera per rigori concessi, nonostante abbiamo fatto tanta superiorità in possesso e preso tanti pali e traverse. Questi sono dati, a me non interessano le motivazioni. In una partita di calcio ci sono queste cose e ne prendiamo altro come di tutto il resto.

Soddisfatto dell’impegno del gruppo, in particolare dei giovani? Molto. Le statistiche le faccio fare ai miei collaboratori, perché mi servono per lavorare meglio. Però mi sembra che siamo stati tra i primi in Serie A per impiego di giovani, al di là dei problemi di Juan Jesus e Icardi e l’impiego di Kovacic. Poi ho visto un Ranocchia diverso nelle ultime gare, più determinato come piace a me. Ecco i 3-4 giovani citati in futuro impiegheranno molto quello che hanno imparato quest’anno”.