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MATTIA DESTRO, RIMPIANTO DA KO

18.04.2013 | 09:39

La vendetta, si sa, é un piatto che va servito freddo. E leggendo, neanche troppo tra le righe, le dichiarazioni rilasciate a caldo da Mattia Destro al termine della vittoriosa semifinale di ritorno contro l’Inter a San Siro, il pensiero non può che andare proprio a questo antico proverbio cinese. Due montanti da knock-out quelli sferrati ieri sera, nel giro di un quarto d’ora, dal ventiduenne centravanti alla sua ex squadra, mandata definitivamente al tappeto stagionale da un talento purissimo cresciuto ad Appiano Gentile ma scaricato con la solita eccessiva leggerezza.

Mattia nasce il 20 marzo del 1991 ad Ascoli Piceno, dove il papà Flavio lasciò il segno tra i bianconeri del mitico Costantino Rozzi, e proprio nel centro marchigiano muove i suoi primissimi passi, anche se già a 15 anni entra a far parte del settore giovanile dell’Inter, all’interno del quale percorre con successo tutti gli step, vincendo lo scudetto sia con i Giovanissimi che con gli Allievi e affermandosi subito anche con la Primavera: Torneo di Viareggio nel 2008 e titolo di capocannoniere nel campionato di categoria 2009-10. Parallelamente colleziona presenze e reti in ogni rappresentativa nazionale, dall’under 16 all’under 21.

Finché nel 2010 arriva il trasferimento al Genoa, per uno dei più grandi misfatti del mercato interista nell’ambito della ricostruzione post triplete. Destro rientra sciaguratamente (per l’Inter) nell’onerosa operazione Ranocchia, costata ai nerazzurri complessivamente ben 18,5 milioni cash più il suo bomber in erba, ceduto in prestito con diritto di riscatto della metà in un primo momento, opzione estesa all’intero cartellino nel gennaio successivo. Con la maglia del Grifone, l’attaccante ascolano disputa quindi la stagione 2010-11, contraddistinta da un esordio assoluto in Serie A da predestinato: è il 12 settembre del 2010 quando, dopo soli sei minuti, va a segno trafiggendo il clivense Sorrentino. Al termine dell’annata, le reti all’attivo saranno due su 16 presenze.

Preziosi lo riscatta interamente, versando nelle casse sociali meneghine una cifra di poco inferiore ai 4 milioni di euro, e subito dopo lo gira al Siena: prestito con diritto di riscatto obbligatorio della metà ad 1,3 milioni, questa la formula del trasferimento tra le fila della Robur. Nella città del Palio, Mattia Destro esplode, contribuendo con 12 reti alla salvezza dei toscani e calamitando le attenzioni di tutte le big del nostro calcio, Inter compresa, che nell’estate del 2012 si sfidano strenuamente per accaparrarsi il diritto alle sue prestazioni sportive: dopo un lunghissimo tira e molla tra le due società comproprietarie, viene riscattato dai rossoblu, che successivamente lo cedono alla Roma per 16 milioni, con pagamento sostanzialmente scaglionato in due anni dato che il solo prestito è formalmente costato ai capitolini 11,5 milioni, più le metà di Verre e Piscitella, valutate 3 milioni.

Il resto è storia contemporanea, a settembre arriva anche la chiamata di Prandelli, con la prima gioia personale in azzurro assaporata l’undici settembre nel match contro Malta, ma l’inizio in maglia giallorossa non è dei più facili. Zeman spesso gli preferisce Osvaldo come vertice alto del tridente, provando invece Mattia sull’esterno. Già, perché lui è un centravanti un po’ atipico: nonostante la stazza sia da prima punta, ama svariare lungo tutto il fronte dell’attacco, alla ricerca del fraseggio illuminante consentitogli da un bagaglio tecnico di primissimo livello. Ma è negli ultimi 16 metri che Destro si rivela letale come ha dimostrato anche ieri sera, in quello che avrebbe potuto essere il suo stadio, dapprima con lo splendido tocco sotto con cui ha superato Handanovic e poi col tap-in che di fatto ha chiuso i giochi, ennesima riprova dell’innato senso della posizione da bomber di razza che lo porta solitamente a crearsi almeno un paio di nitidissime palle gol a partita. Ad ogni modo, sin qui sono 17 le presenze in campionato, impreziosite da 4 reti alle quali vanno sommate le 5 in Coppa Italia, decisive per il raggiungimento dell’affascinante finale contro la Lazio del prossimo 26 maggio.

Alla Pinetina frattanto raccolgono i cocci di una stagione da cancellare e sottolineano in rosso, alla sezione rimpianti, l’ennesimo abbaglio riguardo ai giovani prospetti: dopo i vari Mutu, Frey, Pandev, Bonucci, Balotelli (quest’ultimo almeno venduto bene), prematuramente lasciati andare, anche Mattia Destro entra a far parte della poco invidiabile collezione. A voler tacere del ventiduenne Andrea Pirlo e del ventitreenne Roberto Carlos, anch’essi ai tempi reputati inidonei alla causa nerazzurra…