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Martorelli esclusivo: “Vi racconto il mio Jack…”

24.03.2014 | 22:20

Giacomo Bonaventura è l’uomo del giorno, la pesantissima doppietta rifilata ieri all’Inter ha acceso ulteriormente i fari sul talento dell’Atalanta monitorato con attenzione da Cesare Prandelli e per il quale non è difficile ipotizzare un futuro in un grande club. Piuttosto vien da chiedersi come mai, con il dovuto rispetto per la società di Percassi, le nostre big non abbiano ancora affondato il colpo. Abbiamo chiesto al suo procuratore, l’agente FIFA Giocondo Martorelli, di raccontarci meglio Jack, in esclusiva per il nostro sito. Ne esce fuori un quadro molto interessante:

“Era il lontano 2005/06 quando Antonio Bongiorni, al quale mi lega una sincera stima da moltissimi anni, mi parlò di un ragazzo molto interessante, di grandi qualità ma un po’ gracilino, che va a fare il torneo “Beppe Viola” con l’Atalanta. Da quel momento incomincia la sua avventura con la Dea. Quando Antonio mi ha fatto conoscere Giacomo – aveva quasi 16 anni ed era accompagnato dal padre Gianfranco (persona fantastica di grandi valori) – la cosa che più mi colpì fu soprattutto l’attenzione con la quale i suoi occhi cercavano di carpire tutto quanto dicevo, mentre facevo presente le numerose difficoltà che avrebbe incontrato per diventare un calciatore professionista. Dopo 25 anni di professione, però, capii subito che mi stavo imbattendo in un ragazzo che avrebbe fatto e dato tutto per cogliere al volo questa opportunità. La prima volta che l’ho visto giocare mi ha impressionato subito la sua eleganza, accompagnata da ottime qualità tecniche. Gli anni degli Allievi e della Primavera proseguirono sotto l’attenta supervisione e competenza di Mino Favini, secondo il quale Giacomo doveva soltanto crescere fisicamente per diventare un ottimo calciatore. Nel biennio 2007-09 colleziona due presenze con la prima squadra, poi va in prestito in serie C al Pergocrema ma purtroppo la pubalgia non gli permette di farsi notare. L’anno successivo fino a gennaio rimane aggregato alla prima squadra, dopo di che, in seguito a diverse divergenze con la vecchia dirigenza, riesco grazie anche ad Ivone De Franceschi (ai tempi ds del Padova) a portarlo fino a giugno in biancoscudato. I sei mesi di Padova sono stati importantissimi per il futuro di Giacomo. Nel frattempo a Bergamo erano arrivati – con la nuova presidenza Percassi – Beppe Corti, Gabriele Zamagna e il dg Roberto Spagnolo, i quali mi convocarono in sede e mi dissero in maniera chiara e decisa che il futuro dell’Atalanta (frattanto retrocessa in serie B) avrebbe contemplato Giacomo Bonaventura. Il resto della storia lo conoscete tutti. Jack dal punto di vista umano? Come ragazzo è fantastico, non ama i luoghi comuni, è molto riflessivo, adora la sua famiglia e conserva valori importanti. Riesce sempre a non perdere di vista la realtà che lo circonda, ed è sempre disponibile per qualsiasi iniziativa volta ad aiutare chi ha bisogno. Nel tempo libero si dedica al suo hobby preferito, suonare la chitarra. Gli piace viaggiare e Londra è la sua città preferita, appena può vi si rifugia volentieri. Ama anche la buona cucina (la mamma è un’ottima cuoca) e ultimamente siamo stati insieme a cena da Cracco a Milano, il suo chef preferito”.