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MANUEL PASQUAL, CUORE DI CAPITANO

07.11.2014 | 09:30

Ci sono gol che hanno una valenza psicologica particolare: quello realizzato da Manuel Pasqual al PAOK Salonicco, nel match valido per la quarta giornata della fase a gironi di Europa League, è uno di questi.

Non tanto per la Fiorentina, che ancor prima del conforto dell’aritmetica – arrivato ieri sera – aveva già messo una seria ipoteca sulla qualificazione ai sedicesimi vincendo i primi tre incontri (sebbene un’altra sconfitta, dopo quella di Genova, avrebbe potuto ulteriormente minare la serenità dell’ambiente), quanto per il capitano stesso, che sta vivendo la stagione più tormentata delle dieci trascorse sotto la Fiesole.

Raramente era stata infatti messa in discussione la sua titolarità sulla fascia sinistra, ma quest’anno Vincenzo Montella in campionato gli ha preferito stabilmente Marcos Alonso, cui la parentesi al Sunderland ha fatto bene, al punto che soltanto tre volte Pasqual è stato schierato dal primo minuto, in due occasioni è subentrato mentre in cinque è rimasto a scaldare la panchina. Una questione di ricambio generazionale, certo, ma probabilmente il fatto che abbia un contratto in scadenza non lo aiuta. A tal riguardo, recentemente abbiamo accostato Manuel alla Roma, dove Walter Sabatini è chiamato a sistemare l’out mancino dal momento che Ashley Cole si sta rivelando un flop, lo sfortunato Balzaretti è sempre ai box ed Emanuelson, autentico oggetto misterioso in giallorosso, al limite viene reputato idoneo a ricoprire una fetta di campo più avanzata. A conti fatti, l’unico elemento davvero affidabile sul quale Garcia può contare è il greco Holebas (o Cholevas che dir si voglia), al di là dell’adattabilità del connazionale Torosidis. Ragion per cui il profilo del terzino viola, impiegabile anche come esterno di un centrocampo a cinque, va tenuto in considerazione quale possibile opzione low cost, per la Roma e non solo posto che stiamo parlando comunque di un azzurro (8 le presenze in Nazionale), recuperato da Conte dopo il taglio di Prandelli in sede di scelte mondiali definitive.

Per tutti questi motivi la splendida punizione che non ha lasciato scampo a Glikos, valsa il pareggio al minuto 88, può rappresentare la chiave di volta dell’annata del laterale veneto, che da qui a gennaio valuterà il da farsi anche sulla base del minutaggio che gli sarà riservato.

Ripercorrendo le tappe salienti del suo percorso, Manuel nasce a San Donà di Piave il 13 marzo 1982 e, dopo gli inizi nella Liventina Gorghense, nel 1996 entra nel settore giovanile della Reggina, prima di risalire al nord, tre anni più tardi, per sposare la causa del Derthona, compagine militante in CND. Anche la stagione seguente il giovane Pasqual calca i campi della massima serie dilettantistica, al Pordenone, tra le cui file riesce a mettersi in mostra nelle 30 partite disputate, con una rete all’attivo.

Nell’estate del 2001 arriva il consequenziale doppio salto di categoria, con il Treviso che ne rileva il cartellino ma non lo aspetta, cedendolo il gennaio successivo all’Arezzo, sempre in C1. E in Toscana il calciatore esplode, contribuendo in maniera significativa al ritorno in serie B del sodalizio granata, datato 2004. Anche tra i cadetti Manuel conferma standard di rendimento elevatissimi, concludendo la sua prima avventura nel calcio che conta con 39 presenze.

Il 23 giugno del 2005 la Fiorentina versa nelle casse dell’Arezzo 2,5 milioni di euro per la comproprietà e ne annuncia l’acquisto, completato dodici mesi dopo a fronte della corresponsione di altri 3,5 milioni alla società aretina. All’alba della decima annata all’ombra dell’Artemio Franchi, Manuel Pasqual ha indossato la maglia viola per 316 volte, andando a segno in 8 occasioni e fornendo una trentina di assist vincenti, grazie al mancino educato col quale disegna traversoni al bacio e punizioni insidiosissime. O letali, come quella trasformata ieri sera. Significativa la sua esultanza dedicata al compagno Bernardeschi, vittima di un grave infortunio, menzionato anche nelle rituali interviste del dopopartita. Cuore di capitano, dentro e fuori dal campo.