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MANUEL NEUER, SARACINESCA BAYERN

03.05.2014 | 11:00

“Il nostro portiere ha rinnovato, ha prolungato il suo contratto fino al 30 giugno 2019. E’ una notizia fantastica per noi, che conferma anche il meraviglioso carattere di Manuel. Ci ha detto che vuole restare per sempre qui con noi e io voglio esprimergli pubblicamente la mia gratitudine”. Così Karl-Heinz Rummenigge, dirigente del Bayern Monaco, ha commentato ieri il fondamentale accordo tra il club bavarese e Manuel Neuer, che quindi resterà in Germania almeno per altri 5 anni (una giornata rovente anche dal punto di vista dei piani alti del club, che ha visto Karl Hopfner diventare il nuovo presidente della società). Poco importa se l’estremo difensore tedesco, 193 centimetri per 93 chilogrammi e pilastro dell’11 di Pep Guardiola, sia stato costretto a raccogliere per ben 4 volte il pallone dalla propria porta martedì scorso, nella semifinale di ritorno di Champions League contro il Real Madrid: dalle parti di Monaco sono tutti convinti che, nel prossimo lustro, la sua bacheca si riempirà inevitabilmente di numerosi altri prestigiosi trofei, internazionali e non. Perchè (ed è importante ricordarlo) Neuer è campione d’Europa in carica con il Bayern, ma nel calcio (come spesso capita) ci sono delle regole non scritte che vengono tuttavia “rispettate” con cadenza annuale; una di queste è l’impossibilità, per chi ha vinto la massima competizione europea per club, di ripetersi l’anno successivo (ci riuscì il Milan nel 1989 e nel 1990, ma allora si chiamava ancora “Coppa dei Campioni”). Un’impresa mai centrata da nessun team, nemmeno dallo stellare Barcellona dell’era Guardiola (che, evidentemente, sperava di esaudire questo suo desiderio in Germania). Una “tradizione” che si ripeterà anche in quest’edizione, dove per la prima volta nella storia due squadre della stessa città (Real e Atletico) si contenderanno il trofeo. 
Quando Neuer fu acquistato dal Bayern Monaco il 1 giugno del 2011, proprio Rummenigge dichiarò alla stampa tedesca: “L’abbiamo pagato tanto, ma è uno dei pochi portieri capaci di fare la differenza“. E aveva ragione: 20 milioni spesi per un’autentica saracinesca, una sicurezza tra i pali degna dei migliori interpreti del ruolo che hanno fatto la storia di questo sport. Il portierone di Gelsenkirchen classe 1986 ha militato per 10 anni (1991-2011) nello Schalke 04, passando dalle giovanili alle semifinali di Champions League, nella sua ultima stagione in biancoblu. E proprio l’impronosticabile cavalcata europea datata 2010/2011 (nonostante un deludente 14esimo posto in campionato), interrotta dal Manchester United di Wayne Rooney, ha convinto i dirigenti dei Die Roten a realizzare un investimento di non poco conto. Con lo Schalke, grazie al quale ha fatto la grande scalata dalla Nazionale Under 18 a quella dei “grandi” (arrivando a vincere un bronzo a Sudafrica 2010 e in Polonia-Ucraina nel 2012), ha conquistato una Coppa di lega e una Coppa di Germania. Al Bayern ecco il definitivo salto di qualità: 2 scudetti, 1 Champions League, 1 Supercoppa europea, 1 Mondiale per club, 1 Supercoppa di Germania e 1 Coppa di Germania. Un palmarès a dir poco invidiabile per colui che è stato nominato nel 2013 il miglior portiere al mondo dall’Iffhs (l’Istituto internazionale di Storia e Statistica del Calcio). Meglio di Buffon e Casillas, due totem del pallone che da qualche anno si contendono la palma di The best in the world proprio con Manuel Neuer. E, considerati i prossimi 5 anni ad altissimi livelli, la saracinesca del Bayern potrebbe convincere gli addetti ai lavori di non avere alcun rivale alla sua altezza…