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Mancini: “Inter? Peccato, ma niente rimpianti. Su Ibra, Touré e la preparazione…”

07.09.2016 | 11:08

Roberto Mancini è tornato a parlare dopo il suo addio all’Inter, in un’intervista concessa al Corriere dello Sport: “Era una sfida importante, ma niente rimpianti. Purtroppo non ho concluso la missione, peccato, ma resta un’esperienza positiva, sono convinto di non aver sbagliato a tornare a Milano. Sono stati fatti passi avanti molto importanti, oggi esiste una squadra base che prima non c’era. La lotta scudetto? Touré, come Ibrahimovic, è uno di quei giocatori che fanno la differenza, possono spostare da soli l’esito di un campionato. Come Messi e Ronaldo. Avevamo quasi chiuso l’acquisto di Yaya con il presidente Thohir un anno fa, poi lui preferì non tradire il Manchester City dove lo avevo portato io. Oggi la Juve fa parte di un altro pianeta, sotto tutti i punti di vista. Ma se un club avesse preso Ibra o Yaya o addirittura tutti e due insieme avrebbe lottato con i bianconeri per il titolo. Ne sono certo. Non parlo solo dell’Inter, parlo di tutti i competitor della Juventus. Da dove riparto? Aspetto un progetto serio, non ho fretta. Ogni tanto staccare fa bene. Come ci siamo lasciati con la società? Ci siamo stretti la mano, da buoni amici. I rapporti restano buoni e non ho motivo di avere rancori contro il club, come penso loro non possano averne nei miei confronti. La risoluzione è stata consensuale, non siamo riusciti ad imboccare la stessa strada per raggiungere gli obiettivi che l’Inter deve sempre avere davanti: lo scudetto e la Champions. Resterò sempre un tifoso nerazzurro. Le insinuazioni sulla mia preparazione? Sciocchezze, è l’unica accusa su cui voglio rispondere. L’ultimo che mi ha tirato in ballo è stato Gullit. Era invidioso da giocatore, lo è anche adesso da disoccupato. All’Inter hanno i dati del lavoro fatto durante la preparazione: siamo nell’epoca moderna, ci sono i Gps, i computer, è tutto registrato. Io ho uno staff di professionisti seri, nessuno può permettersi di denigrare il nostro lavoro. Non esiste, per chiarezza, una squadra pronta il 20 agosto. Ci vogliono sei o sette giornate, diciamo il mese di settembre, per essere al top. E questo vale per tutti”.

Foto: Twitter Inter