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Locatelli: “Dispiaciuto per la mancata convocazione. Di Maria fa un altro sport. Con la Juve voglio due titoli quest’anno”

20.03.2023 | 18:59

Lunga intervista di Manuel Locatelli, centrocampista della Juventus, che ha parlato ai canali Twitch ufficiali del club bianconero, dove si è espresso sul successo contro l’Inter, il momento in casa bianconera e il desiderio di vicnere trofei.

Queste le sue parole: “E’ stata una partita bellissima, vincere a San Siro contro l’Inter è più bello. Potevamo chiuderla prima, ma anche vincerla così è bello. Abbiamo avuto un atteggiamento perfetto, è stato bellissimo”. 

La nascita del figlio Theo.  “Ho sentito tanto affetto dei tifosi, voglio ringraziarli apertamente. C’è un altro bambino nella famiglia juventina. Spero che in futuro abbia la voglia vedere cosa ha fatto suo padre, ma spero anche che abbia la voglia di essere uno sportivo e tifoso della Juventus. In futuro gli farò vedere gli highlights di questa partita. Tutta la mia famiglia è super tifosa”. 

La doppia gara con l’Inter. “Quella di ieri è stata una delle partite migliori di quest’anno. Mi sono sentito importante in tutta la gara, quando entri in fiducia ogni partita rendi meglio. La continuità è il segreto di una buona stagione”. 

Hai avuto delle difficoltà nella tua carriera? “Chiaramente. Quando sono andato via dal Milan è stata una bella botta perché non me lo sarei mai aspettato. Ero molto giovane e avevo già fatto delle partite. Al Sassuolo mi sono rimboccato le maniche, De Zerbi mi ha esaltato come uomo e calciatore. Ho avuto delle difficoltà, ma come dice mio papà quando fai un passo indietro poi fai due balzi avanti”. 

Hai già parlato con Fagioli e Miretti?
“Con loro ho parlato, il percorso che stanno facendo è molto corretto. La società li protegge, il mister e la squadra li aiutano. A loro ho detto di essere spensierati e di non perdere la positività. Nessuno nasce maturo, l’esperienza ti dà determinate cose”.

Gli idoli. “Del Piero è il simbolo della Juve. Come lui, anche Nedved e Buffon. Pirlo per il mio ruolo. Sto imparando a conoscere per bene Pessotto, che mi sta insegnando molti trucchi. E’ una grandissima persona. Senza dimenticare Chiellini e Bonucci, che sono la dimostrazione attuale della juventinità”. 

La vittoria dell’Europeo. “Sono emozioni che mi rimarranno per la vita. L’anno prima c’era stato il Covid, per la gente è stato ancora più bello festeggiare. E’ stato un sogno, siamo andati oltre qualsiasi tipo di aspettativa. Mi rimarranno impresse tutte le emozioni”. 

Essere pronti al momento giusto “E’ fondamentale. Se l’Europeo fosse stato un anno prima, non ci sarei andato. Bisogna farsi trovare pronti al momento giusto. La fortuna va trasformata in prontezza e io mi sono fatto trovare pronto”. 

La mancata convocazione in Nazionale. “Ci sono rimasto male. Vivo la Nazionale come qualsiasi tipo di ragazzo, posso solo dimostrare sul campo cosa posso dare e riconquistarmela sul campo. Alla fine è solo il rettangolo verde che parla”.

Il compagno più scherzoso. “Perin. E’ un ragazzo molto vivace con cui mi sono trovato da subito. In generale, abbiamo uno spogliatoio molto equilibrato”.  

Giocare alla Juventus. “L’ho sempre sognato. L’ho sempre detto al mio procuratore e alla fine ci sono arrivato. Vedere il mio nome sulle magliette è una grandissima emozione. Sono cose che ti toccano. Cercherò di firmare tutte le mie maglie acquistate dai tifosi”. 

Chi si veste meglio? “Perin. Con lui parlo tanto di eleganza. Ci sono diversi tipi di stili, come quello di Kean che non si sposa tanto con il mio. Io sono più per uno stile classico”. 

Il gol contro la Juventus con la maglia del Milan.  “Era una partita speciale per quello che la Juve rappresentava per me. Quando ho segnato è stato qualcosa di incredibile, tantissimi mi hanno odiato ma ero felicissimo. Mia nonna non era felice e mi ha detto che il gol di Pjanic era regolare”.

Un percorso alla Pjanic. “Credo che possa essere anche il mio. A Mire devo rubare il gol: lui segnava molto, anche su punizione. Devo rubargli il tiro perché spesso arrivava alla conclusione dal limite”. 

Il tuo sogno.  “Quest’anno abbiamo l’obiettivo di vincere due coppe. Il sogno di tutti gli juventini è vincere la Champions, a me piacerebbe vincere lo scudetto con questa maglia”.

Lo Sporting. “E’ una squadra forte con molti giovani. Noi siamo la Juve e dobbiamo dimostrarlo. Arrivare in fondo alla competizione è il nostro obiettivo”. 

Se non avessi fatto il calciatore… “L’investigatore privato. Mi piacciono i film d’investigazione, ma ho sempre sgonato di fare il calciatore e fortunatamente ce l’ho fatta”. 

Il giocatore che ti ha insegnato di più. “Ci sono tanti giocatori da cui ho appreso. C’è Di Maria, che però fa un altro sport rispetto a noi. Anche Bonucci, Danilo e Alex Sandro. Angel è l’esempio del campione: ha vinto tutto, ma si è presentato a noi come la persona più umile di questo pianeta. Questa è la differenza tra il campione e chi fa il fenomeno. Ha grandissime qualità umane”.

Con chi hai legato nello spogliatoio?
“Pinsoglio. E’ una persona che ci dà moltissime energie e ci stimola. E’ una di quelle persone che serve nello spogliatoio e fa la differenza. Sa cosa vuol dire la Juve, ci dà degli insegnamenti”. 

Un messaggio ai tifosi.
“La cosa più importante è: fino alla fine forza Juventus”.

Foto: twitter Juventus