Ultimo aggiornamento: mercoledi' 08 maggio 2024 15:35

L’EURO-JUVE E UN MURO DI NOME ROBERTO

23.10.2014 | 09:50

“Il Karaiskakis è un po’ come il Calderòn: i tifosi aiutano davvero la squadra e noi sentiamo che possono darci una mano. Ci sentiamo più sicuri, perché sappiamo di non essere la migliore squadra del torneo. Abbiamo bisogno di aiuto e loro ci aiutano. Al Karaiskakis mi sento a casa, lì possiamo battere chiunque. Pronostico? Uno a zero, segna Kasami su colpo di testa”.
Magari non avrà indovinato la dinamica della rete, ma le parole di Roberto Jimenez Gago (datate 21 ottobre) si sono dimostrate più azzeccate delle predizioni dell’oracolo di Delfi. Olympiacos-Juventus 1-0, gol di Kasami: gol partita firmato dall’ex Palermo al termine di un contropiede veloce e orchestrato da Dominguez e da Mitroglou. Bianconeri al secondo ko di fila in Champions dopo quello di Madrid. Stavolta è stata la Grecia a servire il pasto letale, con un dessert preparato a dovere dall’estremo difensore degli ellenici, autentico protagonista del secondo tempo.
E chissà quante gliene avranno dette Morata e Tevez a fine gara. Già, perché negli ultimi 25 minuti dell’incontro gli attaccanti di Allegri avranno pensato di avere a che fare con le mura di Troia, piuttosto che con un portiere di una squadra di calcio. Sull’argentino si è esaltato, sullo spagnolo si è superato: la parata al 79′ sul tiro a botta sicura dell’ex Real Madrid è oro puro e, quando anche la traversa dimostra di essere dalla tua parte, è chiaro a tutti che gli dei del calcio hanno già stabilito la direzione che il match dovrà prendere. Non c’è attacco che tenga: quando gira storto, gira storto. La stellare serata del numero uno biancorosso è valsa tre punti pesantissimi nel girone, dove dopo 270 minuti comandano Atletico Madrid e Olympiacos ma in cui ogni discorso qualificazione è ancora apertissimo a ogni pronostico. Ma, almeno sui piazzamenti finali, meglio non chiedere nulla al portiere iberico: non vorremmo ricevere in anticipo spiacevoli sorprese…
Roberto nasce a Madrid il 10 febbraio del 1986 e cresce nelle giovanili dell’Atletico Madrid. Il suo esordio tra i professionisti si consuma il 22 dicembre del 2005, nel match di Liga perso contro l’Osasuna per 2-1. Dalla stagione successiva inizia un mini-tour tra nuove sfide e ritorno alle origini: dal 2007 al 2014 Gimnàstic de Tarragona, Recreativo Huelva, Benfica e Real Saragozza, oltre a due fugaci ritorni alla casa madre, sono le tappe della sua fin qui poco sfavillante carriera. Unica gioia degna di nota: la Taça da Liga conquistata con i lusitani nel 2011. Bottino magro rispetto alle doti di un estremo difensore dalla reattività superiore alla media e dall’esplosività fuori dal comune. 
Gira che ti rigira, il 26 luglio del 2013 l’Atletico Madrid decide di metterlo di nuovo sotto contratto, sborsando 6 milioni di euro al Saragozza. Il giorno dopo ecco la cessione in prestito per una stagione all’Olympiacos. Una stagione che culmina con la vittoria dello scudetto e soprattutto con l’acquisizione a titolo definitivo da parte dei Kokkini: è il 2 febbraio del 2014 e i Colchoneros si riprendono esattamente la quota investita appena sei mesi prima.
Contratto di quattro anni e saracinesca garantita. “Non mi fido della crisi di Llorente, in una carriera ci sono alti e bassi. Potrei anche stare qui e parlarle due ore delle soluzioni d’attacco della Juve. Tevez, Morata, Llorente, l’esperienza e la freddezza di Pirlo sui calci piazzati…”. Nessuno dei timori della vigilia lo hanno scalfito: Roberto uomo copertina nell’Olimpo della Champions League. I tifosi che accorreranno in massa allo Stadium il prossimo 4 novembre già fanno gli scongiuri…


Foto: uefa.com