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LE COLPE (NON ESCLUSIVE) DI GIAMPAOLO

30.09.2019 | 00:20

Il parafulmine in casa Milan non c’è più. Rino Gattuso non era il problema, ma il risolutore dei problemi. Eppure il club rossonero aveva pensato, dopo un lavoro straordinario, che il problema fosse lui e non altro. E così ha deciso di ripartire da Marco Giampaolo, togliendo il famoso jolly del parafulmine (Gattuso, appunto) che conveniva a tutti. Giampaolo è un grande allenatore di campo, ma non un normale gestore di equilibri e umori, si smarrisce alla prima difficoltà e lo sta dimostrando per la tristezza infinita del popolo rossonero. Diciamo normale gestore per rendere l’idea, non stiamo chiedendo cose straordinarie.

Giampaolo ne ha perse quattro su sei, siccome allena il Milan e non il Roccacannuccia siamo allo sconforto più totale. L’ultima volta risale a circa 80 anni fa e dinanzi a numeri del genere non è il caso di aggiungere mezza parola. Meglio stare muti, chiudersi in una stanza e sperare che i giorni trascorrano velocemente per dimenticare e ripartire. Ne avesse perso quattro su sei dando una minima idea di gioco, forse si potrebbe sorvolare e pensare che prima o poi la ruota girerà. Ma ne ha perse quattro su sei giocando partite improponibili, a parte l’ora sul campo del Toro – giovedì scorso – forse la migliore faccia del Milan di Giampaolo. Migliore sicuramente delle due partite vinte (contro Brescia e Verona), preferiamo sorvolare sulla recita del Bentegodi. E’ questo l’aspetto che stride, che procura scandalo: un Milan senza gioco pur avendo preso l’allenatore ritenuto ideale per simile svolta. E’ questa l’aggravante, la cosa non digeribile.

Paolo Maldini ha fatto bene a difendere Giampaolo, mettendoci la faccia e garantendo sul fatto che debba avere tempo e che sarà difeso a prescindere. Perché è anche giusto che sia chiara una cosa: l’allenatore ha colpe, ma di sicuro non superiori alla triade (Maldini-Boban-Massara) e potremmo fare poker aggiungendo Gazidis. Il mercato, da noi giudicato in modo sufficiente, è stato contraddittorio pur essendoci stato un esborso non indifferente. Non ci riferiamo esclusivamente agli acquisti, ma alla gestione di molte cose: Suso dentro e fuori, Kessie dentro e fuori, prima cedibili e poi incedibili, le indecisioni su Donnarumma, il tormentone Correa durato una vita. E potremmo continuare fino alla vigilia di Natale. Maldini dice che capisce i tifosi quando lasciano San Siro in anticipo per uno spettacolo ritenuto non all’altezza. Ma dovrebbe interrogarsi e porsi un quesito: per colpa di chi vanno via da San Siro senza aspettare la fine della partita? Se Maldini e soci pensano che sia una responsabilità esclusiva del pur colpevole Giampaolo, sono fuori strada. C’è molto anche di loro con il trascurabile dettaglio che ora il parafulmine Gattuso non c’è più.

 

 

Foto: Twitter ufficiale Sampdoria