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Le colpe di Mourinho e quelle di Sarri: ecco qual è la differenza

11.02.2022 | 13:15

Un allenatore (José Mourinho) chiede a viva voce di fare mercato, tra l’estate e la sessione invernale spendono circa 100 milioni solo per i cartellini, eppure la Roma non decolla. L’altro (Maurizio Sarri) si fida delle promesse fatte, ha un direttore sportivo (Tare) che parla un’altra lingua, accetta tutto e il progetto Lazio ha frenate memorabili. Anche questa è una colpa, ci mancherebbe, che espone Sarri a figuracce come quella di mercoledì sera in casa del Milan. Una prestazione a dir poco orribile. Ma sono colpe diverse, pur da rimarcare entrambe: a Mourinho hanno portato Maitland-Niles e Sergio Oliveira a gennaio, a Sarri addirittura Cabral negli ultimi minuti di mercato.

Se potesse, Mourinho chiederebbe ancora: infatti, avrebbe voluto un altro centrocampista e magari quel Nandez sarebbe servito. A Sarri non hanno dato un difensore centrale decente a gennaio, neanche una prima punta vera (Cabral non lo è) e forse sarebbe servito un centrocampista. La colpa di Sarri è quella di accettare tutto, per troppa disponibilità, come se non fosse un allenatore in grado di chiedere.

Alla Roma stanno lavorando per i rinnovi di contratto, il prossimo annuncio sarà quello legato a Mancini, mentre la Lazio ha due portieri in scadenza (Reina e Strakosha) e due centrali nella stessa situazione (Luiz Felipe e Patric), roba quasi da record del mondo. La Roma in estate ha speso circa 65 milioni (con i bonus) per due attaccanti come Abraham e Shomurodov, la Lazio complessivamente una ventina per Zaccagni e Basic, tutte le altre operazioni (Felipe Anderson, Hysaj e Pedro) sono state praticamente a zero.

Potremmo continuare all’infinito e ribadiamo il concetto: fossimo in Sarri, ci faremmo dare le garanzie (ora) per luglio. Ci sono clausole e penali in un contratto, qui invece c’è una piccola ciurma che non vede l’ora di sparargli addosso a prescindere. Dopo Milano, riflettori sulle scelte ritenute incomprensibili, mai una critica distribuita diversamente. Traduzione: se avessero giocato Luis Alberto e Lazzari dall’inizio, sempre secondo i suddetti scienziati, le diagonali di Marusic sarebbero state perfette, Hysaj (fin qui deludente malgrado un ingaggio importante) non avrebbe imbarcato acqua e i due centrali avrebbero indovinato tutte le mosse. Anche all’asilo nido capirebbero che non è un Luis Alberto in più o in meno a nascondere limiti evidenti.

I gattoni con gattini al seguito scrivono dopo, magari pensano che il pallone sia quadrato e non rotondo, abituati alle bollette (non della luce) e non controllano quanto accade ogni giorno. Si chiama vita reale, non prevenzione. Sono gli stessi che confondono la libertà di critica (sempre sacra) con antipatie e simpatie.
Foto: Twitter Lazio