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L’avv. Prete sulla Lega Pro: “Molte cose da cambiare. Ecco dove intervenire”

10.05.2017 | 15:29

Lega Pro, mondo affascinante ma altrettanto complesso. Per  una panoramica sulla situazione generale, l’avvocato Gianni Prete, procuratore sportivo, ha rilasciato queste dichiarazioni ai nostri microfoni:

“Diciamo che a volte ritornano gli attentati alla serie C o Lega Pro che dir si voglia, gli arbitraggi scarsi, i deferimenti tardivi, le sentenze pubblicate dopo svariati mesi e, soprattutto, i sabotaggi costituiti dalle liste che limitano il numero degli over, dando spazio a un manipolo di ragazzini, che 15-20 anni fa non sarebbero mai entrati in campo per disputare una partita ufficiale; calciatori provenienti prevalentemente dalle categorie superiori, dove non trovano spazio. Calciatori, travestiti da bancomat, che hanno abbassato tantissimo il livello tecnico della categoria, che non si rendono conto che giocano soltanto perché esistono delle norme che li favoriscono, non a caso poi spesso spariscono dalle scene o vanno a  disputare campionati di dilettanti. E’ vero che bisogna dare spazio ai giovani, ma la selezione deve essere naturale, non imposta, ed un under deve giocare solo perché lo merita e non perché il suo tesseramento e/o la sua utilizzazione portano contributi alle società”.

La musica può cambiare con il presidente Gravina?

“Ho fatto il tifo per Gabriele Gravina che, tra l’altro, ho avuto il piacere di conoscere, ero sicuro  che potesse portare una ventata di aria nuova e salubre ed avesse in animo il bene della Lega della quale è a capo, al contrario di chi lo ha preceduto e che ha fatto il bello e, soprattutto, il cattivo tempo durante la sua gestione. Ma, a volte ritornano: si parla ancora di liste, addirittura, di riduzione a 10 del numero degli over, un’autentica follia. Le liste sono inique ed assolutamente illegittime. Se non può essere limitato il numero degli stranieri, a maggior ragione non può esserlo quello degli over. Il livello tecnico della categoria è diventato infimo. Gli under sono un danno e non è un caso che, da anni,  ai vertici delle classifiche ci siano le squadre che meno fanno ricorso a loro. Per non parlare delle notevoli  problematiche che si creano a chi ha la sfortuna di aver superato la soglia di età che stabilisce il passaggio di status: la riduzione di soli 2 over per squadra significa 120 calciatori e 120 famiglie senza reddito. Queste deliberazioni potrebbero rientrare nell’ambito di un quadro più ampio che mirerebbe alla soppressione o riduzione ai minimi termini della serie C, affinché le società di serie A e B, possano spartirsi una fetta più grossa di contributi senza doverne destinare una parte, sia pure ridotta, alla Lega Pro. Gabriele Gravina, da presidente del Castel di Sangro rivelazione, vinse nel 1996 vinse uno splendido campionato di Serie C. Quella squadra non aveva liste e annoverava più dei 10 calciatori over che oggi lo stesso Gravina”.

Come vede il discorso delle seconde squadre?

“Significherebbe, mortificare i sentimenti dei tifosi di piazze importanti, le cui società dovrebbero accontentarsi di disputare campionati tra i dilettanti.  Ma chi volete che vada allo stadio per assistere ad un Chievo B – Sassuolo B? Soltanto i genitori dei ragazzi”.

C’è molta confusione anche per quanto riguarda le situazioni contrattuali…

“Non si fa altro che accusare le società di serie C per la mancanza di progettualità, per la carenza di programmi: come ci si dovrebbe regolare nei confronti di quelle che nella stagione 2016/17 hanno sottoscritto contratti biennali e pluriennali con calciatori over? Se ne avessero fatti 16, nel rispetto della disciplina attuale, i 6 contratti in più rispetto ai 10 che la Lega vorrebbe imporre, andrebbero stracciati?  Pensiamo anche ai tanti che hanno il contratto in scadenza a giugno, finché non verrà fatta chiarezza sulle liste il mercato sarà bloccato. Società e calciatori saranno costretti ad attendere, alla faccia dei programmi”.

Il ruolo dell’Aic?

“Vedrete che Tommasi e company si siederanno al tavolo e, dopo che sarà stata approvata una riduzione magari a 14 over, diranno che sarà stato un successo e che non si poteva fare altrimenti perché Gravina era davvero intenzionato a portare la lista a 10 over. L’ennesimo “successo” per i calciatori di serie C, come quello dell’abolizione del Fondo di garanzia, come il recupero solo parziale, e dopo diverso tempo, dei compensi dovuti dalle società fallite o non iscrittesi, come l’impossibilità dei calciatori fuori lista di svolgere la propria attività professionale, come il costante orientamento a favorire negli anni i ragazzini della serie A già in possesso di contratti, come la necessità di scendere tra i dilettanti per continuare a giocare e a guadagnare qualcosa per mantenere la famiglia”.

Quali soluzioni sono ipotizzabili?

“Si potrebbe prevedere nei contratti di serie C un rimborso spese non tassabile. Si potrebbero inoltre modificare le norme sull’addestramento tecnico, prevedendolo, magari, anche per i nati nel 1996 e/o nel 1997, specialmente se provenienti dall’Interregionale e/o dall’Eccellenza, con conseguente risparmio per le società di serie C e maggiori possibilità per i calciatori delle serie inferiori di avere una chance tra i professionisti. Si dovrebbe chiedere maggiori contributi (da ripartirsi tra tutte le società di Lega Pro) alla serie A per il tesseramento, anche in via temporanea, dei calciatori da lì provenienti. Le società della massima serie, infatti, non saprebbero assolutamente dove sistemare tutti i ragazzi che hanno in carico e sarebbero costrette a tenerli fermi, e pagarli ugualmente, o a risolvere i relativi contratti, se non ci fosse questa possibilità. Insomma, si possono studiare ipotesi diverse, ma non penalizzare ulteriormente i calciatori over di serie C, che meritano maggior rispetto e tutela, così come i tifosi. Spero che Gabriele Gravina possa ora scrivere altre belle pagine nella storia della serie C e, con riferimento alle ingiustizie, un nuovo racconto: “ A volte non ritornano”.