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LA PARABOLA DI LUPPI: DALLA SERIE D ALLA PRIMA GIOIA CONTRO ZEMAN

05.12.2014 | 09:30

Risveglio amarissimo, questo di venerdì 5 dicembre in casa Modena. Non potrebbe essere altrimenti, ripensando allo sviluppo della sfida disputatasi ieri al Sant’Elia, valida per il quarto turno in gara unica di Tim Cup. I canarini a lungo hanno assaporato il sapore degli ottavi di finale, una beffa continua quella perpetrata dal fato agli uomini di Novellino. In vantaggio per quattro volte, sempre raggiunti dall’indomito Cagliari di Zeman. E in due occasioni il match era praticamente finito, ma Longo (al 94′) e Farias (al 119′) hanno rappresentato le braccia armate di un destino che no, il Modena avanti in Coppa Italia proprio non lo voleva. Alla fine l’errore di Cionek dal dischetto ha infatti consentito ai sardi di staccare il pass grazie alla lotteria dei rigori, con la speranza concreta di superare anche il prossimo ostacolo, chiamato Parma.

Eppure alle latitudini dello stadio Braglia per qualcuno il risveglio è stato ugualmente dolce.

Stiamo parlando di Davide Luppi, il ventiquattrenne attaccante che in estate il sodalizio di Caliendo è andato a pescare in serie D. Minuto 69: dalla trequarti arriva un preciso spiovente, “Lupo” arpiona col sinistro, si porta la sfera sul destro, elude in bello stile l’intervento di due avversari e scaraventa una sassata sotto la traversa, sulla quale nulla può Alessio Cragno. Una liberazione per Luppi, a segno per la prima volta in stagione dopo che fino a qualche mese fa aveva fatto sfracelli tra le file della Correggese, trascinando i suoi ex compagni alle soglie della Lega Pro, prima di subire l’impietoso sorpasso da parte della Lucchese al fotofinish. A niente è valso vincere successivamente i playoff, dal momento che la compagine emiliana non ha ottenuto il ripescaggio.

La stessa punta ha ammesso nel dopo partita l’importanza della segnatura, dal punto di vista psicologico: “Spero che questa rete possa sbloccarmi, è la prima con la maglia del Modena, sono felice di aver rotto il ghiaccio contro una squadra di serie A e adesso spero di continuare. Dispiace per l’eliminazione, soprattutto per come è maturata, usciamo a testa alta da un confronto con una compagine di categoria superiore, guidata peraltro da un tecnico di spessore assoluto. Sapevamo che contro Zeman poteva succedere di tutto e così è stato. In passato fui vicino al Foggia ma poi scelsi altre strade: solo successivamente scoprii che su quella panchina era tornato proprio il tecnico boemo, se l’avessi saputo sarei andato là, mi sarebbe piaciuto essere allenato da lui”. Più che un inciso un refrain, quest’ultimo.

Ripercorrendo le tappe più significative che hanno contraddistinto finora la carriera del nostro personaggio del giorno, Davide nasce a Trescore Balneario, in provincia di Bergamo, il 19 luglio del 1990 e si forma a livello giovanile nel vivaio del Bologna, per poi completare la trafila a Sassuolo.

Il club di Squinzi dal 2009 al 2012 lo spedisce in prestito in Lega Pro ad accumulare esperienza: Manfredonia, Viareggio e Portogruaro gli step intermedi: 84 presenze e 10 reti lo score complessivo tra Prima e Seconda Divisione.

Rientrato alla casa madre, partecipa da spettatore non pagante alla cavalcata trionfale dei neroverdi di Eusebio Di Francesco, coronatasi con la promozione in serie A.

Quindi, un mega carpiato lungo 40 chilometri, tanti quanti separano Sassuolo da Correggio, il comune emiliano noto per aver dato i natali a Luciano Ligabue.

Mossa rivelatasi azzeccatissima, posto che Luppi agli ordini di mister Bagatti esplode e dà il là alla sua personalissima parabola: 29 gol in 27 partite ad una media straordinaria, superiore al rapporto alla pari. Prestazioni superlative, numeri che gli valgono una nuova chance tra i cadetti. Lupo, dopo aver bucato il Cagliari, vuole dimostrare che può dire la sua non soltanto tra i dilettanti: le ambizioni del Modena potrebbero anche non passare solo dai piedi del Diablo Granoche.

 

Foto: Facebook ufficiale Davide Luppi