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LA GEYSER SOUND E LA TRIPLETTA AL LIECHTENSTEIN: ARON GUNNARSSON, IL CONDOTTIERO DELL’ISLANDA

27.03.2023 | 15:00

L’Islanda attirò la simpatia di milioni di appassionati di calcio durante le grandi cavalcate durante gli Europei del 2016 e i Mondiali del 2018. Poi, una piccola crisi, dove i Strákarnir okkar hanno faticato, uscendo dai radar per risultati negativi nelle ultime qualificazioni a Coppa del Mondo ed Europeo, ora l’Islanda prova timidamente a rinascere. Non è emersa una nuova generazione che possa replicare quanto fatto dagli eroi del 2016 e del 2018 e i risultati altalenanti ma soprattutto tendenti alla negatività lo dimostrano. Le qualificazioni per Europeo 2024 sono iniziale per 3-0 contro la Bosnia, ma il successo contro il Liechtenstein ha rimesso l’Islanda in carreggiata. Una vittoria con un rotondo 7-0, divenuta la più larga vittoria in gara ufficiale nella storia della Nazionale, a brillare come protagonista assoluto è stato capitan Aron Gunnarsson. Classe 1989, uno degli eroi della vecchia guardia, è riuscito nell’impresa di segnare una tripletta e fornire un assist.

Mediano, fa della grinta e della carica agonistica le sue doti migliori. Abbina alla notevole resistenza fisica l’abilità nella corsa, caratteristiche che lo hanno portato a essere impiegato anche da difensore centrale (come nella partita di ieri sera). È inoltre divenuto celebre per le sue lunghissime e potenti rimesse laterali. Non un bomber, ma è abile negli di testa e con il vizio del goal sotto porta, con una quarantina di reti con le varie maglie di club (soprattuto al Cardiff City).

Classe ’89, Aron è nato nella piccola Akureyri, nella parte settentrionale dell’isola. Durante i mesi invernali, la neve e il ghiaccio hanno reso impraticabili i campi di calcio e in quel periodo Aron giocava a pallamano, facendo tre apparizioni nella lega islandese all’età di quindici anni. Ha iniziato la sua carriera calcistica con la squadra locale del Íþróttafélagið Þór nel 2005 e, dopo che il governo islandese investì in campi al coperto, iniziò ad allenarsi tutto l’anno. Compiuti 18 anni, vola in Olanda all’AZ Alkmaar, poi fa tappa in Inghilterra al Coventry e nel 2011, si accasa a Cardiff, in Galles. Dove trova la sua dimensione. Nel marzo del 2019 lasciò il calcio europeo per trasferirsi al club qatariota dell’Al-Arabi, dove ha ritrovato l’allenatore Heimir Hallgrímsson

Esordisce in nazionale, da titolare, il 2 febbraio 2008 in un’amichevole disputata a Ta’ Qali contro la Bielorussia (persa 2-0). Prende parte all’Europeo Under-21 2011 in Danimarca. Scenderà in campo in due dei tre incontri disputati dalla selezione islandese (eliminata alla fase a gironi), complice un’espulsione rimediata alla partita d’esordio contro la Bielorussia. Nel 2012, all’età di 23 anni, viene nominato capitano della Nazionale. Mette a segno la sua prima rete con la selezione islandese il 10 ottobre 2014 contro la Lettonia(0-3 il finale), partita di qualificazione agli Europei 2016. Il 6 settembre 2015, grazie al pareggio ottenuto contro il Kazakistan, l’Islanda ottiene una storica qualificazione alla fase finale di un Europeo.

Il 9 maggio 2016 viene incluso dai CT Lars Lagerbäck e Heimir Hallgrímsson nella lista dei 23 convocati che prenderanno parte agli Europei 2016 in Francia nelle vesti di capitano. Esordisce nella competizione da titolare il 14 giugno contro il Portogallo, partita valida per la prima giornata della fase a gironi. Con la sua nazionale passa il girone come secondi a 5 punti (1 vittoria e 2 pareggi) dietro l’Ungheria e davanti al Portogallo, terzo. Inoltre giunge fino ai quarti di finale perdendo poi 5-2 contro la Francia, padrone di casa, dopo aver vinto 2-1 negli ottavi contro l’Inghilterra. Poi, da vero condottiero, Gunnarsson richiama tutta la squadra dietro di sé e la conduce sotto la curva per un’esultanza da brividi: braccia al cielo, battimani a tempo: battere, urlo. Battere, urlo. Battere, urlo. Sempre più veloce, come un vulcano che sta per eruttare. A guidare la danza, ribattezzata Geyser sound, c’è lui.

Adesso l’Islanda riparte da un 7-0 contro il Liechtenstein. E chissà che non sia solo l’inizio di un grande Europeo per riprendersi le luci dei riflettori come nell’edizione del 2016.

Foto: Instagram Gunnarsson