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LA FAVOLA DI ASSANE GNOUKOURI

18.04.2015 | 10:20

Dall’improvvisato rettangolo di gioco in terra battuta con un albero piantato nel cerchio di centrocampo al prato verde e vellutato di San Siro. La favola di Assane Gnoukouri, non è il frutto dell’immaginazione di un regista visionario appassionato del continente nero, bensì la storia reale di un ragazzo di 18 anni della Costa d’Avorio strappato da bambino alla sua terra per sfuggire alla morsa della fame e della povertà. Le difficoltà che milioni di africani devono affrontare e superare quotidianamente lo hanno reso forte, coriaceo come l’ebano, nonostante il suo viso e i suoi occhi siano ancora quelli di un adolescente. Ogni mattina il richiamo del minareto scandiva i tempi delle sue preghiere, dei suoi dialoghi diretti con Allah, nella speranza che il futuro potesse un giorno illuminarlo.
La fede per i credenti (o il puro caso per gli agnostici), ha voluto che gli occhi del procuratore giramondo Giovanni Damiano Drago cadessero proprio su questo acerbo calciatore dai piedi talentuosi e dalla falcata alla Vieira. L’intelligenza tattica e la rapidità nell’intuire le soluzioni di gioco più favorevoli e fluide hanno convinto l’agente a portare Assane e la sua famiglia in Europa. La prima tappa della sua nuova vita è la città di Marsiglia, una delle classiche mete dei talenti provenienti dall’Africa nera. Assane supera facilmente lo scoglio del provino, ma questioni burocratiche gli impediscono di firmare il primo contratto della sua carriera. La delusione per l’occasione sfumata dura però solo qualche settimana. Beppe Giavardi dell‘Inter si fa avanti con il suo agente e Assane passa in un battito di ciglio dalla costa francese alla provincia vicentina. Il ragazzo viene tesserato dall’Altovicentino di Valdagno, mentre il padre trova un’occupazione da carrellista prima a Vicenza e poi a Parma
La vita della famiglia Gnoukouri è  al punto di svolta. La crescita tecnico-tattica di Assane fulmina Vecchi e lo staff nerazzurro che decidono di portare il centrocampista ed il fratellino Zate ad Appiano Gentile. Assane conquista subito un posto da titolare nel centrocampo della Primavera nerazzurra, divenendo grazie alla sua polivalenza, – ha iniziato la stagione da mezzala, ma dal Torneo di Viareggio viene posizionato da Vecchi come schermo davanti alla difesa -, uno degli uomini cardine della cantera nerazzurra. “È uno dei giocatori mentalmente più formati, pensa già  in grande“, ha confidato dopo poche uscite il tecnico dell’Inter. Infine, la facilità di corsa e due piedi divenuti col tempo vellutati completano il quadro di quello che può essere definito il prototipo moderno del centrocampista totale.
Nel frattempo il padre continua il suo lavoro da carrellista e il fratellino Zate è  divenuto  il fiore all’occhiello dei Giovanissimi, firmando due assist sontuosi nel derby vinto recentemente contro il Milan. Proprio il derby della Madonnina potrebbe consacrare Assane alla Scala del calcio. Senza Brozovic e Guarin squalificati, le scelte a disposizioni del Mancio non sono tantissime. La tentazione del tecnico jesino è forte, come la voglia di Assane di coronare un sogno che fino a due anni fa era solo una chimera. Domenica sera le luci illumineranno il cerchio del centrocampo di San Siro, ma quell’albero piantato sulla terra arsa della Costa d’Avorio resterà impresso nella memoria di quel bambino spesso silenzioso che giocava a piedi nudi in un angolo sconosciuto del mondo.
 
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