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La disperazione di Furino: “Ho portato il Covid a casa. E così mia moglie Irene è morta”

30.03.2021 | 09:39

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Che fosse un periodo difficile per tutti si sapeva, ma alcuni stanno vivendo un dramma nel dramma. È il caso di Giuseppe Furino, ex centrocampista e capitano della Juventus, che ha perso la moglie Irene Vercellini di recente per Covid. L’ex giocatore rappresenta una vera e propria bandiera bianconera, è stato alla Juventus dal 1969 al 1984 collezionando ben 361 presenze e 8 gol. Furino ha raccontato le vicende di questi giorni al Corriere di Torino in una lunga intervista partendo proprio da questo dramma:

 

“Sono davvero frastornato, è accaduto tutto troppo in fretta. Purtroppo credo di avere fatto da untore, portando a casa il virus. Ci ha preso tutti, in famiglia. Ma mentre noi guarivamo lei cominciava ad avere seri problemi di saturazione. Da quando è stata ricoverata non l’ho più vista. Non dimenticherò mai questo dolore tremendo”.

 

Sua moglie era anche una apprezzata politica.
“Tanto da tirare dentro anche me. Se sono entrato nel consiglio comunale di Moncalieri l’ho fatto per lei, che amava la politica quasi quanto la Juve”.

Si dice che fosse più tifosa di lei.
“Più di me non è facile, ma era tifosissima, nonché piuttosto accesa nei suoi comportamenti. Era una vera tifosa da stadio, andava nei distinti al Comunale prima che io la convincessi a seguirmi in tribuna. Erano anni meno esasperati di questi, si poteva anche perdere ma non si perdeva il sorriso. Siamo peggiorati, e mi ci metto dentro anche io. Vivo una tensione che non mi apparteneva”.

 

I suoi derby erano all’insegna del tremendismo. Furino contro Ferrini, per dire.
Altri tempi, altri derby. Il Toro lottava con noi per lo scudetto. Ma anche l’ultima Juve è cambiata, una sconfitta come quella contro il Benevento non si vedeva da anni. Più che deluso mi ha sbalordito. Non andare in Champions sarebbe un disastro totale. Mi auguro che sabato contro il Toro la squadra ritrovi le motivazioni, anche se non capisco come possano mancare a chi è strapagato per fare il mestiere più bello del mondo: ma di cosa stiamo parlando?“.

Lei non ama essere definito una bandiera bianconera perché detesta stare su un piedistallo, vero?
Confermo. Quel termine non mi è mai piaciuto. E se non ho avuto una seconda vita alla Juve è colpa mia: l’avvocato Chiusano mi tormentava affinché facessi il corso da tecnico a Coverciano. Ma io niente“.

 

Pirlo invece ha accettato.
Diamogli tempo. Non dipende tutto da lui. Anzi, secondo me l’80% del lavoro, nel bene o nel male, lo fanno i giocatori. Senza togliere niente a Conte o Allegri, anche Pirlo avrebbe vinto facilmente con Pirlo, Marchisio, Pogba e Vidal a centrocampo”.

 

Il nuovo Furino è Barella?
“Mi piace molto. L’avrei voluto alla Juve: ha personalità, qualità e agonismo“.

 

Foto: Twitter Juventus