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Koulibaly: “Ululati razzisti? Faccia a faccia non ne hanno il coraggio. All’estero vengono banditi a vita”

11.10.2019 | 18:12

Ne è stato vittima in prima persona e in più di un’occasione e anche per questo, per Kalidou Koulibaly, la lotta contro il razzismo nel calcio è un argomento da affrontare con urgenza e con serietà. In una lunga intervista a L’Equipe, il difensore del Napoli ha raccontato alcuni episodi che lo hanno coinvolto personalmente e ha commentato la situazione della discriminazione razziale in Italia: “Contro l’Inter, mi ero arrabbiato per una questione di gioco. Non avrei dovuto reagire, ma quei cori furono la goccia che fece traboccare il vaso. L’arbitro mi disse che non aveva sentito i buu. Poteva fare qualcosa, ma non l’ha fatto: è stata una sua scelta. All’intervallo, ho chiesto a Ghoulam se lui li avesse sentiti: «Sì, ed è un abuso. Se vuoi, ci fermiamo. Non devi forzarti a giocare». Avevo bisogno di aiuto e poteva venire da qualcuno che in quel momento invece non me lo ha dato, e mi dispiace. Comunque siamo sulla strada giusta, anche la Lega Serie A si è mossa. Dobbiamo dimostrare che anche in Italia può giocare un calciatore nero di alto livello. Dobbiamo aprire le porte a chi ha dubbi sul campionato italiano. Prima di arrivare a Napoli, avevo sentito molti luoghi comuni sull’Italia, su razzismo e xenofobia. In questo senso, Napoli è proprio il contrario rispetto a ciò che raccontano. La mia famiglia è stata accolta molto bene e anche i miei amici, quando mi vengono a trovare, sono felicissimi. E poi gli ambulanti senegalesi qui si chiamano tutti Koulibaly. Il primo episodio di razzismo è avvenuto contro la Lazio, alla mia seconda stagione. Gli ululati sono stati molto intensi. Mi fecero davvero male. Lo staff era imbarazzato, l’allenatore mi disse di interrompere la partita, nel caso in cui fossero continuati. In realtà mi vergognavo, sentivo persino che non ero al mio posto, che non facevo parte di questo mondo. Con il senno di poi, capii che avrebbero dovuto vergognarsi loro. Non avrebbero mai fatto quegli ululati se fossero stati davanti a me. Negli altri Paesi questa gente viene bandita a vita. Come in Inghilterra. Lasciare il calcio italiano significherebbe dar loro ragione. La lettera a Lukaku? I tifosi napoletani non avrebbero mai potuto scrivere una cosa come quella, perché qui c’è tanto amore. Come possono dire che i buu non sono atti di razzismo? È ovvio che veniamo discriminati per il colore della nostra pelle. Vorrei vedere queste persone passare quello che passiamo noi, fa davvero male“.

Foto: twitter Napoli