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KEVIN LASAGNA, PIATTO INDIGESTO PER L’INTER

25.01.2016 | 10:30

Con un cognome così, farsi ricordare non è davvero un problema. Quando, però, quello stesso cognome lo vedi impresso sul tabellone del Meazza, il rischio di incappare in facili umorismi si riduce. L’ha imparato ieri Kevin Lasagna, quando al minuto 92 dà uno schiaffo all’Inter di Mancini che si avviava a conquistare i tre punti con l’ennesimo 1 a 0. Festa rovinata, domenica indigesta per i colori nerazzurri e social monotematici: che la foto sia del giocatore o di un piatto di lasagne fa poca differenza per l’eroe della appena trascorsa domenica calcistica.

La storia di Kevin, come le più particolari, parte proprio da un cognome simpatico di un adolescente che vuol fare del calcio la sua vita. Finisce, però, con un ragazzo che sigla la sua prima rete in Serie A contro la squadra che tifa allo Stadio Meazza di San Siro, mica un campetto qualunque. Nei campetti qualunque di San Benedetto Po e dintorni, Lasagna ci ha passato gran parte della sua adolescenza a giocare con gli amici, gli stessi che spesso e volentieri non potevano fare a meno di stuzzicarlo per un cognome più culinario che calcistico. Prendendola come solo uno sportivo può fare, Kevin Lasagna ha voluto zittire i simpaticoni con una lenta e silenziosa scalata: dai tornei dilettantistici notturni, alle valanghe di gol in Promozione con la Governolese. Erano chiamati i Pirati del Mincio e lui ne era il bomber insieme all’amico Paldetti. Poi 7 reti in 34 presenze con il Cerea, 21 centri in 33 presenze con la maglia dell’Este. Un gigante di 186 cm, con questi numeri non avrebbe potuto navigare nell’anonimato ancora per molto. Era forte, Kevin. Il Lumezzane se ne era accorto già nel 2011, ma dopo qualche amichevole con Davide Nicola in panchina l’affare sfumò perché, come lui stesso disse, “arrivarono dei ragazzi in prestito dalla Lazio e mi lasciarono a piedi”. L’interesse del Lumezzane, però, fu solo il primo campanello di un destino che voleva premiarlo. Così, dopo esser stato monitorato per diverso tempo dal Carpi capolista della serie cadetta e una prova nel ritiro con mister Castori, il ds Giuntoli decide di acquistarlo per 75mila euro. Il sogno comincia a diventare realtà. Il Carpi diventa la più grande opportunità di rivalsa.

Allo Scida di Crotone nel settembre del 2014 l’esordio in campionato con assist decisivo per l’1-1 finale. Primo gol al Cittadella due mesi dopo, ma il motore di Kevin stava solo carburando. L’attaccante sconosciuto, dal cognome curioso e mezzi illimitati, si trasforma pian pian in un’arma letale: dopo il guizzo contro la diretta rivale Avellino, Lasagna fa fuori il Vicenza con una doppietta siglata in appena 15 minuti. E non è ancora tutto se si pensa che una piccola firma sulla storica promozione del Carpi in Serie A l’ha messa anche lui.

Nella serie maggiore KL15, così è chiamato dagli amici e dalla tifoseria biancorossa, fatica ad ingranare la marcia. E’ giocatore intelligente, un attaccante veloce dal mancino al fulmicotone, un ragazzo serio e ligio al dovere. La Serie A è dura e ci vuole un po’ per ricominciare a fare quello che meglio gli riesce: segnare. Lo fa in una fredda domenica di gennaio alla ‘Scala del Calcio’, come in un sogno, all’ultimo minuto. Del resto, la scorsa estate l’aveva annunciato: “Sogno di segnare un gol a San Siro contro l’Inter”. Detto, fatto.

 

Insomma, cammino niente male per uno che solo due anni fa sgomitava in Serie D per un posto da protagonista nel calcio che conta. Adesso anche il mercato fa il suo nome: Palermo, Milan e Juventus stanno alla finestra ad osservare il colosso mantovano. E chissà se Conte, a fine stagione, non voglia farci un pensierino. 

 

 

 

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Foto: zimbio.com