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Jorginho: “Se capitasse di dover calciare nuovamente un rigore non mi tirerei indietro, non ho nessun blocco”

14.11.2023 | 14:13

Il centrocampista dell’Italia Jorginho ha parlato in conferenza in vista della gara con la Macedonia del Nord. Ecco le sue parole:

Sull’infortunio alla testa: “Di testa ci vado poco… E’ stata una contusione superficiale, mi sento benissimo”.

Sull’accoglienza di Spalletti:
“Mi ha accolto bene, mi ha fatto piacere mi abbia richiamato. Siamo motivati per queste partite per andare dove vogliamo andare. Mi ha chiesto solo cose di campo, cosa si aspetta da me e cosa devo fare per il bene della squadra, ovvero controllarla, dare indicazioni e fare il gioco propositivo che vogliamo fare”.

Sull’Inghilterra favorita per la vittoria finale e sulla Premier League:
“Sono sempre i favoriti. Hanno una grande squadra con grandi talenti, ma per vincere serve di più. Dobbiamo sempre rispettare una grande squadra, poi è vero che la Premier è bellissima, ma anche la Serie A lo è e durante le partite può succedere di tutto, specialmente nelle gare più sentite”.

Sulla possibilità di non tornare in Nazionale dopo la Nations League:
“No, sinceramente non ci ho mai pensato. Sento che ho ancora tanto da fare in Nazionale e cercherò sempre di fare di tutto per aiutare la Nazionale e Spalletti. Ciò che ho sentito durante l’Europeo lo voglio risentire, per me è importante dare gioia al popolo”.

Sulle differenze tra Serie A e Premier League:
“Credo che ci sia una intensità più alta in Inghilterra. Ma credo sia un fatto di cultura, la partita in Italia è più una partita a scacchi, più pensata. In Inghilterra la partita è più istintiva, si buttano sempre a tutta e magari a volte senza pensarci tanto. Quella è un po’ la differenza”.

Sulla volontà di tornare in Italia:
“Sono molto in dubbio, vorrei tornare ma non so quale potrebbe essere il momento giusto. Voglio tornare sì, ma non so quando, sento di avere ancora cose da fare all’Arsenal. Per me è sempre bello giocare all’Olimpico, speriamo sarà pieno e non vedo l’ora, non ho nessun blocco, zero”.

Sulla possibilità di ricalciare un rigore e su un possibile suo erede:
“Sul rigore, se capita e tocca a me assolutamente non mi tirerei indietro, sarei pronto. Non sta a me decidere, ma se tocca a me assolutamente sì, senza problema. Sul discorso del mio erede, anche quello non dipende da me… Non lo so sinceramente. Ci sono tanti giovani che stanno emergendo e sicuramente verrà fuori qualcuno. Per adesso dovete accontentarvi di me…”.

Sulla partita di venerdì:
“Mi aspetto una Nord Macedonia chiusa, compatta, ma senza concedere. Credo sia un fattore importante essere concentrati e non concedere nulla. Con due tiri in due partite abbiamo concesso due gol. Non dobbiamo concedere”.

Perché gli italiani vanno a giocare di più negli altri campionati?
“Dobbiamo credere di più nei nostri talenti, nei nostri giovani. Ognuno ha il suo percorso e a volte non si crede tanto nel talento italiano”.

Vedi in questa squadra leader del calibro di Bonucci, Chiellini e gli altri?
“Sì, credo proprio di sì. Ogni volta che c’è un cambiamento, che arrivano altri giocatori nuovi, devono crescere. Ci sono giocatori di grande personalità che possono lasciare il loro marchio della Nazionale facendo tante belle cose. Di Lorenzo, Cristante, Locatelli, sono giocatori che stanno venendo fuori con grande personalità”.

Sulle similitudini e le differenze tra Mancini e Spalletti:
“Non mi piace molto di fare le comparazioni, però sicuramente sono due allenatori con grande esperienza. Entrambi sono molto sinceri, dicono le cose che vanno dette. Sono sempre stati molto schietti con me, credo che quello sia un punto di vista importante. Personalmente, mi chiedono ciò che vedono nelle mie caratteristiche e possono dare alla squadra”.

Sulla crescita di questi anni e sul miglioramento:
“Sono cresciuto tanto a livello di campo, di esperienza. Ho cambiato squadra, allenatore, quindi ho più informazioni. Ho capito ancora di più il gioco. Competere non vuol dire solo giocare bene, ma arriva anche dall’esperienza. E questa esperienza cerco di trasmetterla anche ai miei compagni”.

Sui suoi obiettivi in Nazionale e sulle differenze che nota adesso:
“Tanto diverso non credo, tutti e due gli allenatori volevano proporre un bel calcio, di possesso palla e belle giocate con una squadra alta. Sono molto simili. Sugli obiettivi, dico che se non ne hai devi smettere. Ho degli obiettivi e sono quelli che mi muovono ogni giorno, però non li dico…”.

Sull’Arsenal:
“Ci vuole sempre tempo quando cambi squadra, e i primi sei mesi all’Arsenal non sono stati negativi, anzi. Ovviamente ci vuole del tempo per capire meglio i meccanismi perchè Arteta ti dà un miliardo di informazioni ma sono felicissimo lì”.

Foto: Twitter Azzurri