Ultimo aggiornamento: lunedi' 13 maggio 2024 11:55

JEREMY MENEZ, PROFILO DA MILAN

04.06.2014 | 09:30

Il calciomercato è fatto di indiscrezioni, depistaggi, abboccamenti ma anche di contropiedi improvvisi, come quello organizzato ieri da Pippo Inzaghi e Adriano Galliani. Il nuovo allenatore in pectore e lo storico amministratore delegato (nonché vice presidente) del Milan son volati ad Ibiza per incontrare Jeremy Menez, l’ex esterno d’attacco della Roma in scadenza con il Psg ed in procinto di far ritorno in serie A dopo tre anni. Gli scatti pubblicati dal portale iberico marte.com, che ha immortalato il blitz, hanno fatto in breve tempo il giro d’Europa, il particolare che si siano mossi direttamente due pezzi da novanta del club meneghino ovviamente costituisce ben più di un indizio. E lo stesso atleta transalpino ha apprezzato parecchio la forte dimostrazione d’interesse manifestatagli, come confermato da una fonte riservata (chissà, magari lo stesso agente Jean-Pierre Bernès, parimenti presente al summit) ai taccuini di France Football, che ha parlato di probabile firma fino al 2017.

Un profilo, quello di Menez, che si sposa perfettamente con l’ormai consolidata filosofia della società rossonera: pochi investimenti per i cartellini, tante operazioni in prestito o – appunto – a parametro zero, cercando di accaparrarsi il meglio del panorama internazionale low cost. Al momento bisogna fare di necessità virtù, in attesa di tempi migliori. Il discorso vale anche per il difensore brasiliano Alex, che dopo aver condiviso con Jeremy l’ultimo biennio sotto la Tour Eiffel, sembra proprio destinato a seguirlo in riva ai Navigli.

Circa due mesi fa il ragazzo era stato contattato dal Monaco per il grande ritorno, una soluzione che gli avrebbe consentito di continuare a giocare la Champions League. Poi però i monegaschi si sono raffreddati ed ecco che l’idea Milan ha potuto far breccia agevolmente, malgrado la totale assenza dal proscenio europeo prevista per la prossima stagione.  

Venendo adesso alle tappe più significative del percorso del nostro personaggio del giorno, Jeremy Menez nasce a Lonjumeau il 7 maggio del 1987 e si accosta al mondo del calcio iniziando a formarsi nel CFF Paris per poi approdare nel 2000 al Bretigny, ulteriore step intermedio prima del Sochaux, tra le cui file completa la trafila delle giovanili ed esordisce in prima squadra nel 2004. Con la casacca del FCSM colleziona complessivamente 68 apparizioni, mettendosi in mostra al punto da calamitare le attenzioni del Monaco, gestione Campora, che nell’estate del 2006 ne perfeziona l’acquisto.

Agli ordini dei vari Guidolin, Boloni e Ricardo Gomes, l’esuberante Jeremy migliora sensibilmente il suo bagaglio tecnico-tattico guadagnando progressivamente spazio in seno alla Francia Under 21, dopo esser passato da tutte le altre rappresentative juniores dei Bleu.

Nell’agosto del 2008 arriva la chiamata della Roma, l’esperienza nella Capitale procede tra alti e bassi, ma nell’arco di tre annate Menez – genio e sregolatezza – riesce comunque a dare un buon contributo alla causa giallorossa, dall’alto delle 113 partite disputate con 12 gol all’attivo. Numeri che gli valgono anche un posto stabile (in precedenza, adesso non più) nell’organico della nazionale maggiore, con cui conta 24 gettoni e 2 reti.

Il 25 luglio del 2011 si trasferisce a titolo definitivo per 9 milioni di euro al Paris Saint-Germain, che gli fa sottoscrivere un contratto triennale. Avventura ormai archiviata con due Ligue 1, una Supercoppa di Francia e una Coppa di Lega in bacheca, a suggello delle 128 presenze impreziosite da 21 gol. Formatosi come ala da 4-4-2 ma specializzatosi anche nella batteria dei trequartisti nel 4-2-3-1, Jeremy, oltre ad essere munito di un ottimo dribbling, sa farsi valere anche sotto porta: le 53 reti sin qui totalizzate in carriera lo testimoniano. Il suo principale difetto è rappresentato dalla poca continuità di rendimento, l’unica prerogativa che gli è sempre mancata per essere annoverato a tutti gli effetti nella categoria dei top player. La speranza del Milan è che mister Inzaghi riesca a toccare le corde giuste di Menez: il primo tassello, salvo improbabili dietrofront, del nuovo corso rossonero.