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JEREMY MATHIEU, DA GREGARIO A IDOLO DEL CAMP NOU

07.04.2015 | 09:32

Basta veramente poco per passare dall’anonimato ai fari della ribalta. Basta veramente poco per far cambiare idea ad una tifoseria ancora nostalgica della garra di Puyol e ad una stampa nazionale che aveva considerato scellerato il suo trasferimento milionario dal Valencia al Barcellona nella calda estate del 2014. Ne sa qualcosa anche lui, l’epurato Zubizarreta, che prima di abbandonare la poltrona di dirigente era stato sommerso dalle polemiche per aver sprecato ben 20 milioni di euro per un 31enne considerato inappropriato ad indossare la gloriosa casacca blaugrana. 
Sono stati sufficienti due voli pindarici per trasformare lo spilungone francese, Jeremy Mathieu, da un quasi brocco ad un nuovo idolo del Camp Nou e de la aficion culé. Le reti decisive segnate di testa nel Clasico vinto contro il Real e nella sofferta sfida di Vigo contro il Celta hanno un valore inestimabile, un regalo inaspettato che Luis Enrique e il Barcellona hanno trovato inaspettatamente nell’uovo di Pasqua. Senza l’infortunio di Busquets, che ha costretto Lucho a spostare nella zona nevralgica Mascherano,  Mathieu avrebbe continuato a fare il gregario, portando le borracce ai capitani nelle gerarchie fissate dall’ex tecnico di Celta e Roma. Per lo spilungone dai capelli rossi si apre adesso un nuovo capitolo della sua carriera e le prossime gare saranno decisive per convincere tutti sul suo reale valore, già mostrato ai tempi del Valencia, e evitare che l’effetto mediatico non scemi al primo flop.
Jeremy nasce calcisticamente nel Sochaux, la squadra che lo forgia professionalmente e lo rende pronto al salto di qualità lontano da piccolo borgo vicino al confine svizzero-tedesco. Mathieu approda così al Tolosa e grazie alla sue doti polivalenti e alla leadership con la quale guida il reparto arretrato diventa uno degli ‘eroi’, che insieme allo svedese Elmander, trascina il club alla storica qualificazione in Champions league. Lo spilungone schivo e riservato entra anche nel giro della nazionale francese e il suo nome inizia a circolare sui taccuini  di molti agenti Fifa. Tutti lo vogliono, ma nessuno riesce a piazzare l’offerta giusta. Mathieu resta inizialmente Francia. ma la crisi tecnico finanziaria del club lo costringe ad abbandonare il club e al trasferimento in quel di Valencia.
In breve tempo si impone grazie alla sua umiltà,  la dote principale che lo contraddistingue insieme alla visione di gioco e a quel maledetto vizietto del gol che spesso si è  rivelato decisivo dentro e fuori le mura del Mestalla. Mathieu a Valencia non è più quel ragazzino del Sochaux, Mathieu si è fatto  ormai un giocatore maturo, un leader incontrasto della squadra e dell spogliatoio insieme al capitano Ricardo Costa. Il testimone tra i due passa proprio nell”ultima stagione alla corte di Pizzi, che ha visto svanire nella semifinale fratricida contro il Siviglia, il sogno di sollevare il primo trofeo internazionale.
Nel luglio 2014 viene acquistato dal Barcellona per circa 20 milioni di euro. Il giocatore firma un contratto di quattro anni con opzione per il quinto, lasciando perplessi tutti coloro che aspettano l’arrivo di Thiago Silva per raccogliere l’eredità di Puyol e sistemare un difesa che aveva fatto acqua d tutte le parti con il Tata Martino. Il tempo sembra aver dato ragione alla scelta di Andoni Zubizarreta, il tempo sembra aver premiato la pazienza di questo gregario del calcio che grazie alla sua polivalenza e alla voglia di emergere ha lasciato sempre un’impronta in qualsiasi club del suo girovagare tra Francia e Spagna. Senza dei grandi gregari non si vincono le grandi corse, Mathieu è uno di questi.