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Sabatini: “Inter, un sogno averti accarezzata. Prenderei Frattesi, Zhang padre un semidio”

04.03.2022 | 10:27

Questa sera Walter Sabatini, oggi alla Salernitana, tornerà ad affrontare l’Inter, quattro anni dopo dopo aver rivestito il ruolo di coordinatore dell’area tecnica di Suning Sports Group, gestendo sia la società nerazzurra che il Suning Jiangsu, la squadra che un tempo condivideva la proprietà con i meneghini.

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Sabatini ha ricordato la sua esperienza nerazzurra: “Un sogno averla accarezzata. Ho sbagliato la porta d’ingresso, però. Ho accettato una richiesta interna di rimanere fuori dall’organigramma. Non avrei mai dovuto farlo. Non si va all’Inter da fantasma, all’Inter si grattano i gomiti a tavola e si fanno le cose con fermezza. È un rammarico profondo, non mi sono messo in condizione di fare il massimo: andando via da Roma, non c’era altra società che avrebbe potuto emozionarmi”.

Su Bastoni: “Ho molta responsabilità. Ho fortemente caldeggiato l’operazione”.

Sabatini ha conosciuto sia Gianluca Scamacca che Davide Frattesi, ai tempi della Roma: “La fuga di Scamacca mi spiazzò, rimasi addolorato, ho fatto di tutto perché restasse. Gli avevo promesso di portarlo subito in prima squadra, l’avrei fatto. Frattesi? Lo convocai che era ancora negli Allievi. Gli dissi: “Se non arrivi a fare carriera in Serie A, vengo a cercarti, a picchiarti”. Ricky Massara mi faceva una testa così, per lui e per Antonucci. Frattesi è il prototipo del centrocampista moderno: se io fossi all’Inter, lo prenderei subito. Ma qui a Salerno ne ho uno simile: Ederson”.

Su Inzaghi: “Un rompico***** mai visto. Aveva una grande capacità di letture delle cose: le dettava agli altri, lui spesso non riusciva a metterle in pratica. Una radiolina accesa: mi venne il sospetto potesse diventare allenatore”.

Sabatini parla anche di Zhang Jindong, proprietario de gruppo Suning e padre del presidente nerazzurro: “Non è un umano. È un semidio. Ricordo cene opulente nella sua residenza, io lui e Capello. Una volta io e Fabio eravamo a tavola con Lippi. Jindong scese dai piani alti per salutare Marcello, una divinità in terra. Nessuno lo vedeva mai, era un figura mitologica”.

Sul mancato acquisto di Diego Costa: “Ho intuito il suo scarso entusiasmo. E allora ho lasciato stare. Qui servono giocatori che pensano alla Radovanovic, entusiasti”.
Foto: Twitter Salernitana