Ultimo aggiornamento: venerdi' 03 maggio 2024 09:33

Inizi, Sarri, Higuain e Real in Champions: De Laurentiis a 360 gradi

06.02.2017 | 21:00

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato un’ampia intervista a BeIN Sports, ecco i passaggi più significativi: Il mio ingresso nel mondo del calcio? Tutti sono estremamente tifosi, io lo sono diventato. Nel 2004 ,mentre ero a Los Angeles e stavo finendo un film con Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow e Jude Law,  ho detto ‘ragazzi abbiamo finito di girare, prendiamoci delle sane vacanze e ci vediamo a settembre’. Sono venuto a Capri e aprendo i giornali ho visto una cosa incredibile, ossia che il Calcio Napoli non esisteva più. Mi sembrava un incubo, quasi uno scherzo della natura. E allora mi sono subito informato con i miei avvocati, c’erano dei pretendenti che volevano comprare la squadra. Non sapevo che mi avrebbero fatto partire dalle serie basse, pensavo che si ripartisse subito alla grande. Mi dissero che, per venirmi incontro, mi facevano partire dalla Serie C invece che dalla Serie D. Quando pagai i 32 milioni ebbi un pezzo di carta. Dove erano i giocatori? La squadra? Il centro sportivo? Lo stadio di proprietà? Mi dissero che la mia Napoli era una città ferita a morte, una città piegata su se stessa, dove lo stadio appartiene al Comune ed il Comune da 30 anni non fa un lavoro allo stadio. Sarri? Quando io ho scelto Maurizio Sarri c’è stata la rivoluzione in città. Quando non facevamo risultati nelle prime partite, lui venne da me e mi disse ‘presidente, io gliel’avevo detto. Le prime sei-sette partite le perdo sempre’. Poi gli dissi che doveva cambiare modulo, insieme al direttore sportivo siamo andati a convincerlo che doveva passare al 4-3-3, anche perché qui non hai il trequartista come ad Empoli. E lui molto carinamente e molto intelligentemente si è messo a giocare con il 4-3-3 che non utilizzava ad Empoli ed ha cominciato a vincerle tutte, una dopo l’altra. Con Maurizio Sarri c’è una forte sintonia, la diversità tra noi dove sta: io sono napoletano, lui è nato a Napoli e si è subito trasferito in Toscana. Io ho fatto molti film con i toscani, sono molto arguti ma si sentono anche i migliori del mondo. Sono dei lupi solitari, non vogliono condividere con gli altri la loro nobiltà, forse perché hanno inventato la lingua italiana e si sentono dei super italiani ad oltranza. Lui è uno stakanovista ma ha in testa solo il calcio, non pensa alla moglie o agli amici, pensa solo al calcio. Per lui è una piacevole tortura. Maradona? Una volta che avrà risolto il suo problema con il fisco, per cui non gli sequestreranno più orecchini o orologi, mi piacerebbe fare tanti Napoli nel mondo tutti guidati come creatività da Maradona. L’addio di Higuain? Gonzalo ha una famiglia straordinaria, divisa in due bilance: una bilancia che è più sentimentale, rappresentata dal papà e dallo stesso Pipita, ed una bilancia più commerciale rappresentata dalla mamma e dal figlio Nicolas. Di fronte alla mia proposta di rinnovo il papà ed il fratello si ritenevano sufficientemente soddisfatti, abbiamo rimandato alle settimane successive la definizione cartacea di questa prosecuzione. Oltretutto il contratto non era finito, mancavano ancora due anni. Poi il signor Nicolas verso il mese di gennaio ha cominciato a dire ‘tu non hai una squadra forte’, allora io rispondevo sempre ‘è strano, tu non hai fiducia in tuo fratello e lo offendi’. Lui mi disse ‘no, Gonzalo non vuole giocare con tizio’, si trattava di un giocatore straniero che sta militando ancora con noi e sta lavorando benissimo. Allora gli dissi ‘tu credi che il singolo giocatore faccia il risultato?’, tanto è vero che il Leicester ha battuto in Inghilterra squadra con i giocatori più forti. Sembrava che lui volesse avere una squadra di star piuttosto che stare in una squadra dove io ho sempre detto che dovevamo scoprire nuovi talenti. Benchè io avessi offerto molto più di quello che lui oggi percepisce dalla Juventus, Higuain è andato lì. Probabilmente ha considerato l’età e giocare in una squadra dove poter essere la prima donna di uno Scudetto, o vincendo anche in Champions. Io glielo auguro, dopo averlo augurato a me ovviamente. Non mi era mai capitato di giocare contro il Real Madrid. Secondo me nessuna squadra è imbattibile, sono molte le circostanze che determinano il risultato della partita. Il Napoli è cresciuto molto in questo anni, è l’unica squadra italiana che da sette anni gioca in Europa. Il fatturato del Napoli forse è un quarto di quelli di Real Madrid, Manchester City o Manchester United. Il Napoli ha più fame del Real Madrid che ha vinto di tutto e di più, compresa l’ultima edizione della Champions. Se il Real Madrid dovesse perdere lo scettro, ed anche se dovesse battere il Napoli non è detto che poi riuscirebbe a vincere ancora, non sarebbe un dramma. Per il Napoli vincere sarebbe un atto eroico, ci sono partite che valgono più di un campionato o tutta la competizione. Le doppie sfide con Real e Juve in Coppa Italia valgono tutta la stagione. I ragazzi saranno carichi di entusiasmo, il pubblico ci accompagnerà con un entusiasmo alle stelle ed è quello che mi fa piacere. Regalare sogni è quello che viene nel mio dna da produttore cinematografico”.

Foto: Twitter Napoli