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IL SIGILLO DI STERLING

21.04.2014 | 10:00

Recentemente vi abbiamo parlato spesso del sogno del Liverpool: laurearsi campione d’Inghilterra per la diciannovesima volta a 24 anni di distanza dall’ultimo trionfo, davvero troppi per un club di simil rango. E nella giornata di ieri i Reds hanno inserito un altro tassello nel mosaico meticolosamente assemblato da Brendan Rodgers al suo secondo anno nel Merseyside. Il 3-2 del Carrow Road di Norwich reca nitido in calce il sigillo di Raheem Sterling: due gol e un assist per il giovanissimo attaccante, perfettamente riuscito nell’intento di non far rimpiangere Daniel Sturridge. Sassata di destro dal limite dell’area, dopo essersi splendidamente liberato al tiro, al minuto 4 del primo tempo, sinistro (fortunosamente deviato) a scavalcare Ruddy (valso il momentaneo 3-1) al 17’ della ripresa, prodezze intervallate dal suggerimento al bacio per il piattone a colpo sicuro del capocannoniere Luis Suarez.

Sarebbe bastato anche meno al guizzante diciannovenne, giunto quasi in doppia cifra in Premier League (con la doppietta di ieri sono 9), per guadagnarsi le copertine di questo lunedì 21 aprile. In autunno lo avevano anche dato in lista di sbarco, direzione Swansea, ma il quarantunenne coach nordirlandese ha creduto in lui, dimostrandoglielo progressivamente, come comprovano le 30 presenze – 21 delle quali da titolare – collezionate nella corrente edizione della massima serie inglese.

Raheem nasce a Kingston, capitale della Giamaica, l’8 dicembre del 1994 ma già all’età di 5 anni si trasferisce in terra d’Albione con la madre, acquisendo ben presto anche la nazionalità inglese. Il piccolo Sterling si forma a Londra, nel settore giovanile del Queens Park Rangers, mettendosi in mostra nei tornei dell’Academy al punto da farsi adocchiare dagli scout dei rossi che, nel febbraio del 2010, convincono proprietà e manager dei tempi (Rafa Benitez, agli sgoccioli della sua esperienza sotto la Kop) ad investire sul talentuoso quindicenne, per il quale vengono versate 600.000 sterline nelle casse degli Hoops, cifra passibile di lievitazione fino a 5 milioni in base a diversi parametri, partite giocate in primis.

Fisico agile e scattante, 170 cm per 65 kg, il ragazzo può ricoprire i ruoli più svariati negli ultimi 30 metri. Possiamo trovarlo largo nella batteria di trequartisti del 4-2-3-1, zona che gli consente di puntare l’uomo e creare superiorità numerica, ma anche in posizione più avanzata, da esterno d’attacco o seconda punta. Le qualità sono indiscutibili, velocità e abilità nel dribbling in primis, ma anche la confidenza con la porta avversaria come detto sta aumentando sempre più. A voler tacere del fatto che riuscire ad indossare – a soli 19 anni e con estrema disinvoltura – una maglia pesante come quella del Liverpool, ritagliandosi peraltro spazi sempre più importanti, non è sicuramente da tutti. Soltanto Michael Owen lo precede in due speciali statistiche del sodalizio di Anfield: più giovane calciatore ad esordire e segnare nella storia del club. Dopo il primo gol in Premier League, risalente al match dell’ottobre 2012 contro il Reading, la scorsa annata è arrivato anche un altro centro, vittima il Sunderland: l’attuale bottino complessivo ammonta a 12 reti, compresa una in Coppa di Lega, in 73 apparizioni totali, più della metà dal primo minuto. Numeri significativi e destinati ad implementarsi di parecchio, alla luce di un contratto la cui scadenza è prevista ad oggi per il 30 giugno del 2018.

Anche Roy Hodgson lo tiene seriamente in considerazione per il Mondiale: il 5 marzo scorso lo ha infatti convocato per l’amichevole con la Danimarca a Wembley e Sterling ha risposto nel migliore dei modi, sfoderando una prestazione maiuscola valsagli la nomina di man of the match. Insomma, anche in Nazionale Raheem sta bruciando le tappe, dopo aver inanellato presenze in tutte le rappresentative juniores dei Tre Leoni, dall’Under 16 all’Under 21, e non è affatto escluso che il navigato ct gli riservi un posto per la spedizione brasiliana, specie considerato il forfait di Theo Walcott. Gli azzurri potrebbero trovarselo contro nel girone, in quel caso andrebbero adottate le opportune contromisure per arginare la sua imprevedibilità dalla cintola in su. Prima però c’è un sogno da coronare, per la gioia di gran parte della città dei Beatles. Mancano soltanto 270 minuti al termine delle ostilità e il vantaggio sulle immediate inseguitrici (5 punti sul Chelsea, 9 sul Manchester City che però deve disputare due partite in più) potrebbe essere sufficiente per far esplodere di gioia un popolo intero, che attende l’agognato momento da quasi un quarto di secolo. Lo scontro diretto, davanti al pubblico amico, di domenica prossima contro i Blues sa molto di ultima curva, il traguardo è veramente ad un passo.