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Il Sergente e la Lazio: una lunga storia d’amore

11.07.2023 | 22:05

Dopo il Mondiale Under 20 vinto da protagonista e stella della nazionale balcanica, è il momento del grande salto. La Lazio si interessa e sonda il terreno, la Fiorentina piomba sul calciatore con decisione. Sergej Milinkovic-Savic vola in Italia per firmare con i viola prima di un clamoroso dietrofront: il serbo lascia la sede del club toscano tra le lacrime e non sigla l’accordo. Il blitz della Lazio è decisivo: 10 milioni cash sul piatto rovesciano la situazione. Il 6 agosto arriva la firma con i biancocelesti: inizia l’avventura alla Lazio.

Pochi giorni dopo il suo arrivo, la Lazio affronta la Juventus in Supercoppa Italiana. Sconfitta per 2-0 dei biancocelesti e niente esordio per Milinkovic, che dovrà attendere qualche altro giorno per il debutto. La prima con l’aquila al petto arriva nel preliminare di Champions League contro il Bayer Leverkusen, mentre in Serie A Stefano Pioli lo manda in campo dalla panchina in occasione del prima giornata contro il Bologna. L’ambientamento è graduale. Milinkovic-Savic deve aspettare la quinta giornata per l’esordio da titolare, mentre i goal arrivano contro il Dnipro in Europa League e la Fiorentina all’Artemio Franchi, a gennaio. Un segno del destino per quel calciatore che avrebbe dovuto giocare quella gara con la maglia viola: “Io sono della Lazio”.

La prima stagione non è delle più semplici. Il ciclo di Pioli è agli sgoccioli così come l’avventura del tecnico emiliano, che viene esonerato il 3 aprile dopo un derby contro la Roma perso per 4-1. Al suo posto arriva Simone Inzaghi. A sorpresa, la stagione di Milinkovic-Savic si conclude in panchina. Nel ritiro estivo scocca la scintilla tra Inzaghi e Milinkovic. Stesso modulo, il 4-3-3, ma compiti diversi. Milinkovic viene schierato qualche metro più avanti e il campo dà subito le risposte al calciatore e al suo tecnico. I tre goal e un assist della prima annata nella Capitale si trasformano in 7 reti e 8 assist tra Serie A e Coppa Italia. È la stagione dell’esplosione del serbo.

Inzaghi decide di cambiare sistema di gioco e passa al 3-5-2, un modulo che esalta ancor di più le caratteristiche del serbo, un vero e proprio attaccante aggiunto. Non a caso saranno 14 i goal realizzati con 8 assist al termine della stagione in 48 apparizioni tra tutte le competizioni. Il serbo conquista il primo trofeo in biancoceleste, proprio all’Olimpico: è la Supercoppa Italiana, vinta contro la Juventus grazie ad una rete oltre il 90′ di Murgia, che fissa il risultato sul definitivo 3-2.

Nella Lazio con maggiore qualità e fantasia, in cui convivono Luis Alberto, Correa e proprio il ‘Sergente’, lui gioca qualche metro più indietro per dare maggiore copertura. L’apporto in fase realizzativa, però, cambia poco: dai 12 goal in Serie A (14 totali e 8 assist) della stagione 2017/2018, si passa agli 8 goal e 8 assist dell’annata 2019/2020, quella a due facce per i biancocelesti che tengono testa al Juve fino allo stop per la pandemia di Coronavirus. Numeri che vengono confermati anche nella stagione successiva, l’ultima di Inzaghi prima del tormentato addio consumato in una notte dopo l’incontro a cena col presidente Lotito.

L’arrivo alla guida dei biancocelesti di Maurizio Sarri vede il sorgente come il punto di riferimento nella manovra offensiva, insieme a Ciro Immobile, e nelle traiettorie aeree nella metà campo avversaria. Inoltre l’intesa col centravanti diventa praticamente perfetta. Dei 49 assist in Serie A del serbo, 23 sono stati per l’attaccante della Nazionale dalla stagione 2016/2017, la prima giocata insieme.

Con Sarri in panchina, le prestazioni del serbo sono tornate ad essere al top. Nella prima stagione del tecnico ex Juve e Chelsea alla guida della Lazio, il ‘Sergente’ va nuovamente in doppia-doppia tra goal e assist con 11 reti e 12 passaggi vincenti. Inoltre, Milinkovic-Savic indossa la fascia da capitano della Lazio in occasione di alcune gare tra campionato e coppe in cui non gioca Immobile. L’ultima stagione, invece, doppia-doppia solo sfiorata con 11 reti e 8 assist in 47 presenze complessive.

A otto anni di distanza dall’inizio dal famoso dietrofront, 341 presenze, 69 reti e 59 assist dopo, le strade tra Milinkovic-Savic e la Lazio sono destinate a separarsi. Il Sergente saluta la Capitale e risponde presente al richiamo dell’Arabia Saudita: lo aspetta una nuova avventura con la maglia dell’Al-Hilal.

Foto: Instagram Lazio