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Il mito di Sansone e l’immersione con il Sottomarino Giallo

08.08.2016 | 09:42

La leggendaria forza di Sansone la conosceva tutta la Serie A. I capelli, questa volta, c’entrano ben poco. Intanto, voi dategli una palla: il resto verrà da sé. Già, perché questo Nicola ha tanta forza da vendere, altro che debolezza. Di lui, a Sassuolo, se ne sono innamorati. Ma certe storie finiscono, prima o poi. Sansone, da ieri, è ufficialmente un giocatore del Villarreal. Sì, noi ve lo avevamo anticipato già dal 20 luglio, quando la strada maestra in direzione Spagna era appena stata tracciata. Il Sottomarino Giallo ci ha visto lungo: meglio non farsi sfuggire un talento del genere, perché costui, in futuro, diventerà un mito. Vi raccontavamo di un’offerta in doppia cifra: intorno ai 15 milioni. Roba giusta, per un tal prodigio. Due giorni dopo erano arrivate le parole dell’ad del Sassuolo, Giovanni Carnevali, a confermare la pista, per quanto il dirigente neroverde avesse cercato di raffreddarla: fa parte del gioco. Poi, una volta concluso per il meglio il preliminare di Europa League, tutto si è sviluppato come previsto. Accordo raggiunto con il Sassuolo, accontentato Sansone in aderenza ai suoi desiderata. E così, dopo Soriano (altra operazione raccontatavi in esclusiva) il Sottomarino Giallo abbraccia anche Nicola Sansone.

Torniamo al ragazzo. Gli avete dato la palla? Bene. Il mito di Sansone ci rimanda, quindi, al tema dei capelli come simbolo di forza e di virilità. Qui, però, il punto forte è un altro: buoni piedi e velocità. Calcia con entrambi gli scarpini. Si sbatte. All’inizio della sua avventura in Serie A, tuttavia, alcuni detrattori gli additavano di essere un giocatore troppo leggero per il campionato italiano, alla luce della sua corporatura non particolarmente aitante: 63 chili distribuiti su 173 cm di altezza. Frottole. Nicola ha smentito tutti. Villarreal a parte, però, l’ex funambolo del Sassuolo ha nel suo DNA quel quid internazionale. I genitori, infatti, cittadini della provincia di Salerno, migrarono in Germania. Destinazione: Monaco di Baviera. Qui, nella metropoli tedesca, nacque Nicola Sansone. Il ragazzo, ad 11 anni, entrò nel settore giovanile del Bayern Monaco. Questa esperienza lo proiettò, già da bambino, nel calcio elitario. Dal 2008 al 2010 gioca 30 partite con la formazione Under-19, segnando 21 reti, e prese parte a 4 incontri della squadra riserve. Ma per la prima squadra non c’era ancora spazio. Normale, niente paura: nel 2011 l’Italia lo chiama, Sansone risponde. Lo acquista il Parma, ma nel 2011 i ducali lo cedono al Crotone, in serie B. Nel campionato cadetto mette a referto 35 presenze, confezionando 5 reti. Nel 2012, poi, tornerà al Parma, e qui prende il via il suo mito. Alla sua prima stagione lascerà subito il segno, segnando a tutte le grandi d’Italia: Inter, Juventus, Milan e Napoli. Ma la consacrazione, quella vera, sarà sempre in Emilia Romagna, questa volta a Sassuolo. Qua viene il bello: in due anni, in neroverde, colleziona 83 presenze accompagnate da 17 autografi personale. Insomma: “C’era un tipo che si chiamava Sansone di cognome, aveva gli occhi verdi e giocava da Dio a pallone” Cantava una volta Eugenio Finardi. Sì, abbiamo detto tutto.

Foto: Twitter Villarreal