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IKER CASILLAS, IL REAL MADRID AMMAINA LA SUA BANDIERA

12.07.2015 | 10:40

Un addio prevedibile, scontato, chiaro a tutti già da diversi giorni. Eppure qualcuno stenta ancora a crederci. C’è chi ha dovuto ricaricare più volte la pagina dell’account Twitter del Real Madrid per essere davvero sicuro di averlo letto sul serio. Nessuna svista, tutto reale: Casillas ha detto addio al Real Madrid, con destinazione Porto. Momenti struggenti, una pagina del calcio spagnolo ed europeo destinata a restare nella storia. Perché quando dopo un quarto di secolo un giocatore cambia maglia, il senso di smarrimento assale il diretto interessato, ma anche chi ama questo sport, del quale aveva ormai i propri saldi punti di riferimento. Lo hanno sottolineato anche le Merengues: 25 anni insieme sui 113 complessivi di vita del club. In pratica, ogni 4-5 partite che andrete a scavare negli archivi madrileni, in un modo o nell’altro troverete il nome del portiere idolo di casa. Sempre. E chissà se non si saranno già pentiti anche quei “tifosi” che negli ultimi mesi hanno avuto il coraggio di fischiare Iker dalle tribune del Bernabeu per qualche incertezza (a volte sì, costata cara al Real). E’ risaputo che i sostenitori dei galacticos hanno palati finissimi. Ma c’è un limite a tutto…

“Real Madrid e Porto hanno concordato il trasferimento di Iker Casillas al club portoghese. Per il Real Madrid oggi è soprattutto il giorno dei riconoscimenti. Oggi inizia una nuova fase, ci lascia il miglior portiere della storia del Real Madrid e del calcio spagnolo. Ci sono milioni di sensazioni in questo addio, un pieno di speranze, sogni, sacrifici, ricordi e vittorie. Iker Casillas ha reso il nostro simbolo ancora più grande. Era il nostro capitano e questo ha forgiato la sua leggenda da quando è arrivato da bambino, aveva solo nove anni. Siamo un club con 113 anni di storia e Casillas ha difeso i nostri pali per 25 di quegli anni. Durante questo periodo Iker è riuscito a diventare uno dei nostri riferimenti principali e si è guadagnato il rispetto, l’affetto, l’ammirazione e l’affetto di tutti i tifosi, al di là di ogni colore: 3 Coppe dei Campioni, 1 Mondiale per Club, 2 Intercontinentali, 2 Supercoppe Europee, 5 Liga, 2 Coppe del Re e 4 Supercoppe di Spagna con il Real Madrid, oltre a 1 Coppa del Mondo e 2 Europei con la nazionale spagnola. Questa è una parte importante della sua eredità, ma c’è di più. Il Trofeo Zamora, il Trofeo Bravo, è stato eletto per 5 volte miglior portiere del mondo. E anche il Premio Principe delle Asturie per lo Sport. L’elenco completo è impressionante e senza fine, ma soprattutto è un orgoglio e un onore per il Real Madrid. Iker se ne è andato, ma il suo esempio resta. Il suo comportamento durante le 725 partite giocate con la nostra maglia indica il cammino a chi sogna di far parte di questa squadra. Grazie, Iker, per tutto quello che hai fatto. Grazie per essere un simbolo della nostra migliore storia. Mai dimenticheremo che appartieni per sempre al cuore del Real Madrid”. Un saluto commovente, colmo di reverenza e di un pizzico di sana e comprensibile malinconia, quello del Real. Il Porto accoglie a braccia aperte un totem del calcio mondiale, detentore di numeri e record pazzeschi, nel proprio club così come con la nazionale spagnola. Nessun estremo difensore ha mai vinto come lui, e può bastare solo questo per sottolineare l’importanza dell’icona che abbiamo di fronte. A 34 anni, con una tale sfilza di successi alle spalle, ripartire dal campionato portoghese potrebbe risultare poco probante. Ci sarà l’avventura internazionale della Champions League, magari il destino – come accaduto già diverse volte in passato con casi analoghi – potrebbe regalare il beffardo quanto emozionante incrocio proprio con il Real dopo la fase a gironi. In quel caso, comportarsi da ex sarà durissima. Xavi, dopo 17 anni di Barcellona, ha preferito non correre questo rischio approdando versi i più modesti e sicuri (oltre che economicamente molto vantaggiosi) lidi arabi. Come i catalani, anche il Real ammaina dunque la sua bandiera. Casillas, sarà sicuramente un arrivederci. Si parlerà di posto da dirigente, di immortalità nello scrigno sacro dei ricordi dei tifosi, di nome legato per l’eternità alla hall of fame madrilena. Ma il presente ha ancora l’odore dell’erba fresca e dei guantoni appena messi. Si riparte, con una camiseta diversa, poco bianca e molto più blu. Ma sotto quello stemma dei Dragoes resterà in ogni singolo minuto di gioco un cuore pulsante rinchiuso in una gabbia di passione. Quella degli ultimi 25 anni, quella di sempre.


Foto: Real Madrid on Twitter