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IGHALO, DA METEORA UDINESE A MATTATORE IN PREMIER

01.11.2015 | 10:30

Dici Udinese e parli di un modello virtuoso, da celebrare ma che nessuno – chissà come mai – riesce ad imitare. Ci riferiamo alla filosofia consolidata della famiglia Pozzo, che da un paio di decenni investe in maniera capillare sullo scouting, individuato quale fonte di finanziamento primaria del club. Prima di codesta svolta, all’ombra del “Friuli” si faceva la spola tra A e B, la compagine bianconera era la classica provinciale ambiziosa che non riusciva a trovare continuità nell’olimpo dei più grandi. Adesso parliamo di una squadra che da 20 anni milita nella massima serie (ultima retrocessione datata 1994, con risalita immediata), conseguendo brillantissimi piazzamenti valsi anche la partecipazione alle Coppe europee, Champions League compresa. Una società che, grazie alla capillare rete di osservatori, incaricati di portare a casa talenti a bassissimo costo da valutare e far crescere, riesce periodicamente a rivendere i pezzi migliori ad una cifra di molto superiore rispetto a quella di acquisto. La caccia alla plusvalenza come diktat gestionale per sopravvivere in un calcio divenuto insostenibile anche per sodalizi ben più blasonati. La lista degli esempi è foltissima, ci basta ricordare i vari Balbo, Sensini, Bierhoff, Helveg, Marcio Amoroso, Fiore, Giannichedda, Jorgensen, Jankulovski, Pizarro, Appiah, Muntari, Cristian Zapata, Pepe, Iaquinta, i due Asamoah (Gyan e l’odierno juventino), Quagliarella, Isla, Inler, Benatia, Alexis Sanchez, Basta, Cuadrado, Handanovic, Pereyra e Allan. Impressionante? Sì, come aggettivo è indicato ma forse anche riduttivo. E avremo certamente dimenticato altri calciatori (scoperti ed) esplosi a Udine, prima di spiccare il grande salto previa corresponsione di tanta moneta sonante. Un modello di organizzazione e progettualità così fruttuoso e vincente da convincere patron Giampaolo e il plenipotenziario figlio Gino ad estendere il raggio d’azione, tentacoli allargati fino a Spagna e Inghilterra: nel 2009 l’acquisizione del Granada, seguita tre anni più tardi da quella del Watford. Club presi in difficoltà e portati ai massimi livelli a suon di promozioni. Innumerevoli le operazioni di mercato interne alla holding calcistica, giocatori smistati a ruota fra le tre controllate, a seconda delle necessità e dei piani tecnici.

Introduzione ampia, ma funzionale all’introduzione del nostro personaggio del giorno, Odion Ighalo. Qualche esperto di fantacalcio lo ricorderà: stagione 2008-09, quotato naturalmente a 1, il minimo sindacale, stessa valutazione dei sei mesi trascorsi a Cesena nel 2010. In totale l’attaccante nigeriano, oggi 26enne, ha accumulato 9 presenze da meteora in Serie A, assaporando la gioia del gol nel tennistico 6-2 rifilato dai friulani al Cagliari il 31 maggio del 2009. Ebbene, oggi Odion, dopo essere passato da Granada (34 reti tra Tercera, Segunda e Liga in quattro anni e mezzo), ha trovato la sua dimensione ideale alle porte di Londra: Watford dista infatti 27 km dal centro dell’affascinante Capitale inglese. Ieri a Vicarage Road era di scena il West Ham rivelazione, ammazza-grandi ed ex terza forza (oggi quinta) della Premier League  dopo aver fatto la pelle a Manchester City, Arsenal, Liverpool e Chelsea. Gli Hammers di Bilic erano imbattuti da sette giornate, ma sono stati costretti ad inchinarsi a Ighalo, autore della doppietta – a cavallo tra i due tempi – che ha inchiodato il risultato finale sul 2-0. Prima un tap-in di rapina, poi un preciso sinistro sotto l’incrocio, per la gioia di Quique Sanchez Flores e di tutto il popolo degli Hornets, sempre più innamorato del proprio alfiere, già autore di 7 reti nelle primi undici uscite stagionali.

Ben strutturato fisicamente (188 cm per 73 kg), il centravanti nato a Lagos il 19 giugno del 1989 e formatosi calcisticamente nel Prime FC e nel Julius Berger, prima di volare in Norvegia al Lyn Oslo (da dove l’Udinese lo prelevò nel 2008), ha tutte le carte in regola per continuare a stupire. Senza grandi pressioni, dal momento che la situazione di classifica è tranquilla: il Watford, da lui trascinato in Premier grazie ai 20 gol siglati l’anno scorso in Championship, può già vantare 9 punti di vantaggio sulla zona rossa. E Odion Ighalo ha due obiettivi personali da raggiungere: affermarsi nel campionato più bello del mondo e diventare un insostituibile in Nazionale, dove conta 5 presenze dopo l’esordio risalente allo scorso 24 marzo. 

Foto: The Indipendent