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IACHINI PER IL POKER, ZAMPARINI A ZANZIBAR

25.09.2013 | 15:15

Beppe Iachini serve per il poker. Piomba a Palermo per ottenere la quarta promozione dalla serie B: dal Chievo alla Samp, passando per un Brescia da restaurare, tre imprese le ha portate a casa. Adesso ci riprova in Sicilia, dove ha giocato e ha lasciato tanti amici. Dove ci metterà poco per passare dalla teoria alla pratica, semplicemente perché Iachini in queste situazioni – e non solo in queste – è un valore aggiunto. Il rischio che Zamparini gli possa creare problemi? Ma no, un rischio calcolato. Zamparini sa di aver preso il migliore in circolazione, il primo allenatore contattato qualche mese fa (come vi abbiamo raccontato) prima che si prendesse una cotta per Ringhio Gattuso. Una cotta immotivata, considerato che lo ha messo spalle al muro senza concedergli la possibilità di capire una realtà nuova.
Il problema serio del Palermo sta diventando Zamparini. Da tempo lo è. E considerato che Perinetti se ne lava le mani, soltanto una svolta tecnica così repentina avrebbe potuto salvare una stagione. A patto che ora Zamparini stacchi la spina e se ne vada per quattro mesi a Zanzibar. Ieri, disperato, ha telefonato a Iachini chiedendogli di raggiungerlo per firmare il contratto. Adesso, visto che ha ingaggiato l’allenatore in grado di farlo uscire dall’Inferno, dovrebbe consegnargli le chiavi e sparire. Ormai il pres è inadeguato anche ai tempi mediatici che viviamo. Racconta tre ore dopo quello che è successo tre ore prima, smentisce le cose chiare alla luce del sole. Parta da un presupposto: ha restaurato il Palermo, nessuno lo può negare, adesso deve fare in modo che non diventi un giocattolino nelle sue mani. E’ il padrone, ma eviti di comportarsi come quel ragazzino capriccioso che vive di egoismi immotivati. E pensa che qualsiasi interpretazione possa essere accettata, e capita, da un popolo – quello rosanero – che ha dimenticato il restauro zampariniano. Preso com’è dalle tenebre della serie B che pensava di aver archiviato e cancellato dalla memoria di qualsiasi pc.
Dispiace per Gattuso, ragazzo sincero e capace di dimostrare altrove le sue qualità in panchina. Ma era fin troppo chiaro che Zamparini l’aveva chiamato per i seguenti motivi: a) il nome roboante da dare in pasto a una piazza depressa; b) l’effetto mediatico da portare a casa, a prescindere da qualsiasi altra valutazione; c) la superficialità di chi ormai vive il calcio come improvvisazione. Ringhio doveva immaginare che, in queste condizioni, avrebbe resistito poche settimane. E le colpe di Perinetti sono quelle di essere rimasto lì, ad assistere, come se fosse una finale di Wimbledon da vivere comodo in tribuna. Questo è il modo di programmare oggi, con tanti complici che per nessun motivo al mondo si permetterebbero di contraddire il padrone del vapore.
Ora c’è Iachini che serve per il poker. Quattro mesi a Zanzibar: Zamparini ci pensi. Se lo facesse davvero, al rientro troverebbe probabilmente un restauro rosanero che la sua presenza metterebbe seriamente a repentaglio. Anche se ha convocato il miglior specialista in circolazione. Ecco perché urge un consiglio a Maurizio, per il bene del Palermo e quindi suo. Si precipiti in aeroporto: ultima chiamata per Zanzibar, volo…