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I REGALI DI THOHIR

30.06.2013 | 15:11

Ben vengano gli sceicchi, gli imprenditori ricchi, quelli che danno respiro al calcio collassato. L’Inter e Thohir si vogliono bene da un pezzo, si stanno fidanzando con chiara promessa di matrimonio. L’anello di fidanzamento potrebbe essere Nainggolan: avete mai visto un indonesiano che dice no a un altro indonesiano? Certo, la Roma è in corsa e ci resterebbe male, ma il patto tra compaesani può funzionare. Un ottimo anello di fidanzamento, ma anche il buffet pronto: Isla e Kolarov sulle fasce sarebbero perfetti, Dragovic dietro un bel prospetto, gli investimenti per il futuro (Icardi e Belfodil) sono stati fatti, sarebbe un’ottima base per ritrovare presto un’Inter competitiva e vincente.
Siamo invidiosi sempre, brutta caratteristica del nostro modus vivendi. E così se vuoi una cosa e la conquista il tuo rivale, sei pronto a dire che non era un tuo obiettivo. Dillo pure, ma nessuno ti crede. Il Milan sbavava per Tevez, è andato alla Juve. Ora il Milan dice che non era interessato. E che l’incontro con l’agente di Carlitos era un normale sondaggio di mercato. Balle. Il Milan ha provato a capire e a sorpassare il nemico, ma si è messo in moto con una bella berlina quando la fuoriserie di Beppe e Fabio (Marotta più Paratici) era già al casello e si erano già alzate le barriere automatiche dopo il Telepass, operazione compiuta. Il Milan si consolerà con Poli e Honda, in attesa di capire se potrà scattare qualche contropiede importante. Ma fossi stato in Galliani mai avrei incontrato l’agente di Tevez esponendo il fianco a una situazione evidentemente compromessa. 

Mi chiedete in tanti: ma cos’è successo durante la cena tra Galliani e Pradè. Soprattutto: sono stati a cena? Mettiamola come dice Pradè, dirigente bravo e riservato, ovvero che si sono ritrovati per caso nello stesso ristorante. E che per caso sia scappata una frase in contemporanea “buonasera, parliamo di mercato?”. Mettiamola così, magari nessuno ci crede. E andiamo avanti con un riepilogo: difficile che abbiano parlato di uno scambio alla pari El Shaarawy-Jovetic, la Fiorentina cerca soldi per finanziare Gomez, che muore dalla voglia di sbarcare in Piazza della Signoria. Probabile che abbiano parlato di Ljajic, che al Milan piace molto. Possibile che sia stato sfiorato l’argomento Boateng, che al Milan oggi è considerato importante e indispensabile quasi quanto un due di briscola. Stop. Magari ci sarà presto un altro ristorante, magari più blindato e riservato, per nuove riflessioni di mercato. Ma è anche da mettere in preventivo che non se ne avverta la necessità.
Agenda della settimana. Due scambi al decollo, con modalità diverse: Belfodil per Cassano più soldi per il Parma a prescindere da Silvestre e Mariga, appuntamento magari a Genova; Borriello per Gilardino, alla pari e senza cash. Anzi il cash dovrà metterlo la Roma, almeno un po’ per sostenere Preziosi sull’ingaggio di Marcone cuore rossoblù. Bianchi dovrà rosicare ancora un po’: gli avevano promesso il Genoa, ma il Genoa è fedele a Borriello. Aspettiamo il rinnovo di Di Natale, l’ultimo summit per Ogbonna alla Juve (con Immobile in contropartita) il penultimo tra Osti e Marotta per Gabbiadini-Zaza (quest’ultimo da girare al Sassuolo). Per Rafael al Napoli sono dettagli. Un po’ di materiale lo abbiamo, con Tevez alla Juve abbiamo fatto il primo botto vero. La Juve cerca un difensore di prospettiva, gli occhi sono su Zouma del Saint Etienne, molto seguito soprattutto in Premier League. Zouma sarebbe l’investimento perfetto, per ora i francesi non mollano. Ma di botti ne arriveranno altri: è vero, ci sono pochi euro in cassa, ma ogni tanto transita qualche Thohir che ci regala un po’ di allegria e la cassaforte si riempie.

Ps Continuate a seguirmi su Facebook, Twitter e alfredopedulla.com, grazie per l’entusiasmo e la fedeltà. La maglia rosa della settimana la consegno a Pietro Leonardi, amministratore delegato del Parma. Dal mio punto di vista il vero re delle plusvalenze: ha una belle rete di osservatori, ma come sa piazzare colpi in uscita lui nessuno ci riesce. Fossi in Ghirardi, lo manderei anche in panchina: magari troverebbe qualche milione sul prato del “Tardini”. La maglia nera è del presidente Pallotta che chiede la parola per dire “nella Roma nessuno è incedibile”. Un colpo di genio. A me hanno insegnato l’esatto contrario: anche se vuoi liberarti di qualcuno devi dire che per te è indispensabile, in modo da invogliare gli interessati all’acquisto, soprattutto per non fare un bagno di sangue. A Pallotta non lo hanno ancora spiegato, non sono bastati due anni di disastri, la Lazio ha idee tre volte più chiare. Non è importante vincere lo scudetto. E’ più importante che la Roma non sia più troppo figlia del number one James. In una parola: appallottolata.